La richiesta, contro la realizzazione dell'impianto di trattamento della frazione umida, proviene dal comitato "Amo il mio paese"
MESSINA – Impianto di trattamento della frazione umida previsto nella frazione di Mili, nel Comune di Messina. Il Tribunale amministrativo regionale per la Sicilia (Sezione seconda) ha respinto oggi la richiesta di sospensione cautelare avanzata dal comitato “Amo il mio paese” contro la sua realizzazione. Il Tar ha evidenziato come “le questioni oggetto di giudizio – ivi compresa la possibile inammissibilità del ricorso – necessitino di adeguato approfondimento in sede di merito”. Lo rende noto Danilo Lo Giudice, presidente Srr (Società di regolamentazione del servizio di gestione rifiuti) di Messina Area metropolitana. Ma sempre il Tar ha accolto la domanda cautelare del comitato “ai fini della sollecita fissazione
dell’udienza di merito”. La decisione del ricorso è fissata per il 4 dicembre 2025. Di fatto, si entrerà nel merito della questione.
Nel maggio 2024, il comitato aveva avviato una diffida all’allora ministro Fitto, all’ottava commissione della Camera e del Senato e a tutti gli organi competenti. E aveva denunciato “i rischi di un impianto che potrebbe provocare seri danni al territorio, all’ambiente e alla salute dei cittadini”. A sostegno della loro battaglia anche il senatore Nino Germanà e la Lega.
Tra gli elementi critici, la “vicinanza agli insediamenti residenziali e al confine dell’impianto sportivo della frazione di Mili Marina”. “Questa struttura – ha dichiarato invece più volte l’assessore Francesco Caminiti – al Comune di Messina consentirebbe un risparmio annuo di circa 5 milioni di euro, il 10 per cento della Tari. La sua localizzazione è a poco più di un chilometro dallo svincolo e i mezzi passerebbero quasi interamente dall’autostrada. E non c’è alcun problema di cattivi odori perché le vasche sarebbero interrate al chiuso, non c’è niente all’aperto”.
“La partita è aperta per tutelare gli abitanti di Mili”
Ora il Tar respinge la richiesta di sospensione ma accoglie la domanda del comitato. In particolare, l’avvocato Paolo Starvaggi “esprime soddisfazione per l’esito dell’udienza di ieri al Tar di Palermo. Sebbene non sono stati sospesi gli atti impugnati, è stata accolta la domanda cautelare. Di fatto, il Tribunale amministrativo regionale, in sede cautelare, se ritiene che le esigenze del ricorrente siano apprezzabili favorevolmente e tutelabili adeguatamente, con la sollecita definizione del giudizio nel merito, fissa con ordinanza collegiale la data della discussione del ricorso nel merito”.
Il legale del Comitato fa notare come “il Tar ha solo escluso il pregiudizio connotato da attuale irreparabilità, ma non ha dichiarato la mancanza di fumus boni iuris (parvenza di buon diritto, n.d.r.). Di conseguenza, in vista dell’udienza per la decisione del ricorso, la partita appare assolutamente aperta. E il comitato si giocherà tutte le carte a disposizione per tutelare la salute dei cittadini residenti,
impedendo la realizzazione dell’impianto”.
