Corsi d'oro: tornano in libertà in 7, tra i quali Daniela D'Urso e Chiara Schirò

Corsi d’oro: tornano in libertà in 7, tra i quali Daniela D’Urso e Chiara Schirò

Alessandra Serio

Corsi d’oro: tornano in libertà in 7, tra i quali Daniela D’Urso e Chiara Schirò

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mercoledì 22 Gennaio 2014 - 11:49

Tornano in libertà in 7 nell'ambito dell'operazione Corsi d'oro, tra questi Daniela D'Urso e Chiara Schirò, mogli degli ex sindaci di Messina Giuseppe Buzzanca e Francantonio Genovese. La seconda sezione del Tribunale ha revocato gli arresti domiciliari. Prossima udienza il 5 marzo.

Revocati i domiciliari per i principali protagonisti del processo sulla formazione professionale a Messina. La II sezione del Tribunale ha revocato l'ordinanza di custodia per Daniela D'Urso, moglie dell’ex sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca, Chiara Schirò, moglie dell’ex sindanco Francantonio Genovese, Carmelo Capone, ex assessore Pdl alla viabilità, Elio Sauta ex consigliere comunale Pd ed ex presidente dell’Aram, Graziella Feliciotto moglie di Elio Sauta, Natale Lo Presti e Nicola Bartolone. Nessun obbligo per loro, che sono adesso totalmente libero. Si tratta in pratica di tutti gli imputati che avevano presentato istanza, assistiti dagli avvocati Alberto Gullino, Nino Favazzo, Marcello Scurria, Nino Parisi, Salvatore Giannone, Salvatore Silvestro. Prossima udienza il 5 marzo, quando sarà cristallizzato il materiale accusatorio: quel giorno infatti i periti dovrebbero depositare le conclusioni del loro lavoro volto a stabilire quali intercettazioni e quale materiale informatico, captato durante le indagini, entrerà agli atti del processo , e quale no.
Intanto vanno avanti le indagini relative al ruolo delle altre persone, esaminato dalla Procura, a cominciare dai due indagati eccellenti, i deputati del Pd, Francantonio Genovese e Franco Rinaldi. Il pool di magistrati che si occupa della vicenda, il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e i sostituti Fabrizio Monaco, Antonino Carchietti e Camillo Falvo, ha chiesto una proroga delle indagini per tutti, e sta ascoltando diverse persone informate sui fatti e indagate per approfondire singoli aspetti specifici. Il processo, lo ricordiamo, è quello battezzato Corsi d’oro e relativo alla gestione dei fondi destinati agli enti Aram, Ancol e Lumen.

15 commenti

  1. PREGO CALDAMENTE LA STAMPA LOCALE, PER LA PROSSIMA VOLTA NON FACCIA SAPERE NIENTE ALL’OPINIONE PUBBLICA, ALMENO SALVAGUARDEREMO IL FEGATO.

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  2. A quando le scuse, e quindi la beatificazione?

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  3. Mi pare che la sign. D’urso era già stata scarcerata precedentemente .

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  4. MessineseIncallito 22 Gennaio 2014 12:31

    Oooooohhh…. finalmente libere. Povere vittime della solita magistratura di sinistra…ops, di destra….ops, di centro…ops minchia che casino

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  5. Non avevamo dubbi.
    In galera ci finiscono solo i poveracci.

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  6. Adesso faranno carriera..sicuro!

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  7. Il provvedimento cautelare aveva, nella fase pre-processuale, la sua ragion d’essere nella possibilità di fuga e/o di inquinamento delle prove, ritenute dal tribunale della Libertà reali e possibili.
    Acquisite le prove ed incardinato il procedimento penale, la Legge giudica inutile la prosecuzione degli arresti domiciliari.
    Avranno tempo dopo la conclusione del processo, quando, mi auguro, passeranno lunghi anni nelle patrie galere, non solo per avere truffato le pubbliche amministrazioni, ma anche per avere irriso e deluso le aspettative di chi, non raccomandato, sperava di potere trovare un lavoro con il titolo acquisito in questi “corsi”.
    George

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  8. xxxxxxxxxxx
    davanti a prove schiaccianti si fa finta di nulla..
    e poi tutti i messinesi di nuovo a xxxxxxxxxxx, quando invece dovrebbero xxxxxxxxxx ogni volta che li vedono..

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  9. Scopriremo che hanno fatto tutto per il ns bene

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  10. normale evoluzione e atto dovuto. non possono più inquinare le indagini e quindi diventano inutili i domiciliari. ora bisogna attendere l’esito del processo.

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  11. Ancora non ci sono ne vittime, ne carnefici. C’è solo un magistrato che ha ritenuto di adottare una linea ed un giudice che saprà giudicare, senza lasciarsi condizionare, se quanto ipotizzato dal magistrato è supportato da prove o è solo frutto di fantasia.
    Ad oggi, non sappiamo niente ed ogni commento è solo influenzato da sentimenti di simpatia o antipatia nei confronti di uno o l’altro degli indagati.
    I vari personaggi coinvolti nella vicenda, poi, sono stati indagati per situazioni totalmente diverse l’una dall’altra. Cosa c’entra Daniela D’urso con Elio Sauta? E come si possono mettere nello stesso calderone i presunti reati di Melino Capone con quelli ipotetici di Chiara Schirò?
    I capi di accusa sono, poi, nella maggior parte dei casi, totalmente diversi. Di certo, in questa situazione, c’è che l’accusa principale, quella “seria”, cioè il peculato, per alcuni è stata totalmente rigettata dalla Corte di Cassazione perché assolutamente infondata. Su questo fatto, però, fino a quando la legislazione italiana non verrà cambiata, nessuno pagherà. Nemmeno chi ha disposto misure cautelari in modo assolutamente arbitrario, magari con la speranza di fare carriera.

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  12. Conosci qualcosa che altri non conoscono? Quali sono le prove schiaccianti? Io, fino ad ora, ho sentito solo la versione del magistrato che è stata sconfessata dalla Corte di Cassazione. Ma se tu sai altro, dillo a tutti

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  13. come al solito non è vero niente, anzi noi messinesi malpensanti dobbiamo chiedere scusa….VERGOGNA, torniamo a genufletterci davanti a xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx

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  14. Ne sei certo? Forse non hai letto la sentenza emessa ieri dalla Corte di Cassazione. Vedi, è abitudine di molti, sentenziare senza conoscere i fatti.
    La Corte di Cassazione ha ritenuto, per alcuni degli indagati, assolutamente INESISTENTI le accuse di peculato sulle quali si è montata tutta questa vicenda.
    In questa storia, c’è chi ha avuto, fino ad oggi, il coltello dalla parte del manico ed ha pensato di poter fare tutto quello che ha voluto. I motivi? Certamente politici e/o una “scorciatoia” per fare carriera. Ovviamente, fino a quando esisterà una “casta” che può agire impunemente, queste cose succederanno sempre. Se poi aggiungiamo gli “scoop” che alcuni giornalisti pensano di fare pur di avere un lettore in più, il gioco è fatto.
    Adesso, crollate le accuse per alcuni degli indagati, come la mettiamo. Semplicemente, ritengo, che questa situazione la pagheremo tutti perché gli ovvi risarcimenti che lo stato dovrà pagare a chi è stato ingiustamente accusato, saranno a carico della collettività.
    Certo, qualcuno, probabilmente, sarà anche colpevole, ma proprio per questo il processo non andava unificato. Ma, se non avessero unificato il processo, sarebbero venute a mancare le accuse sulle persone più in vista.
    E sa la Cassazione (non il giudice sotto casa) ha ritenuto infondate le accuse di peculato, il processo, per alcuni, non può che essere già scritto

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  15. Il potere logora chi non c’e’ l’ha!

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