Il fenomeno della migrazione attraverso le esperienze degli operatori

Il fenomeno della migrazione attraverso le esperienze degli operatori

Il fenomeno della migrazione attraverso le esperienze degli operatori

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sabato 23 Giugno 2018 - 07:19

La segretaria Clara Crocé ha stigmatizzato il grave clima di intolleranza che in questo momento attraversa il paese a causa della politica razzista e xenofoba che sta mettendo in atto questo governo

In un incontro che si è tenuto venerdì, la CGIL ha incontrato gli operatori impegnati nella gestione del fenomeno della migrazione. I lavori sono stati introdotti dalla Segretaria confederale Clara Crocé , Elena De Pasquale della Segreteria della FPCGIL di Messina, Elshafie Elhadi Mohamed Idriss responsabile dell’Ufficio immigrati, per la CGIL di Messina delle politiche migratorie e Giovanni Matronei Segretario Generale CGIL di Messina La segretaria Clara Crocé ha stigmatizzato il grave clima di intolleranza che in questo momento attraversa il paese a causa della politica razzista e xenofoba che sta mettendo in atto questo governo.

La CGIL vuole conoscere il fenomeno della migrazione attraverso gli operatori che sono impegnati nella prima e seconda accoglienza. Ciò con l’obiettivo di comprendere le criticità che possono esistere le diverse fasi, non solo al momento soccorso e dell’accoglienza, ma anche e soprattutto oltre, ovvero nel momento in cui i migranti, adulti o minori, debbano avviare un percorso di integrazione.

“Nel nostro paese manca un piano serio che possa accompagnare il migrante dall’ accoglienza alla fase dell’integrazione. La nostra città, solo da qualche anno, ha conosciuto il fenomeno della migrazione – hanno raccontato gli operatori -. Operare direttamente sul campo, ciascuno con la propria professionalità, ci ha consentito di crescere sia lavorativamente che umanamente, dandoci la possibilità di comprendere di cosa questi ragazzi hanno bisogno e in cosa il nostro paese è ancora carente”. Da parte di chi opera a fianco di queste persone è però necessario non solo uno sforzo fisico ma soprattutto mentale: “Già a distanza di qualche mese da loro arrivo, i migranti cominciano a vivere una condizione di frustrazione ed angoscia legata al fatto di veder deluse certe loro aspettative, che va a sommarsi ai traumi psico-fisici subiti in Libia e al senso di spaesamento dovuto all’abbandono della terra natia”. Questa sensazione viene alimentata- ha detto Elena De Pasquale Segretaria FP Cgil- da un sistema che, soprattutto nella fase successiva all’accoglienza e al primo soccorso, non detiene in sé le capacità e le competenze per “prendere in carico” quanti potrebbero invece rappresentare un valore aggiunto per lo stesso paese Italia. “A volte – raccontano gli operatori – abbiamo la sensazione di avere davanti a dei veri e propri muri di gomma. Non sempre è semplice interfacciarsi con quel sistema pubblico che, a vario titolo, è chiamato a prendere coscienza e conoscenza di queste persone”.

Il responsabile dell’Ufficio Migrazione Elshafie Elhadi Mohamed Idriss, si è soffermato soprattutto ad evidenziare le difficoltà di carattere burocratico/legislativo che interessano, in generale, la comunità migrante, costituita non solo dai cosiddetti “migranti forzati”, ovvero coloro che giungono nella maggior parte dei casi attraversando il Mar Mediterraneo, ma anche i migranti regolarmente stabili.

Restando sempre sul tema delle migrazioni forzate, un punto molto importante affrontato dal responsabile del settore immigrazione, riguardo l’attività di mediazione svolta all’interno delle strutture dove i migranti richiedenti asilo si trovano accolti: “La figura del mediatore ha un’importanza centrale perché non si tratta solo di una mediazione linguistica, ma soprattutto di una mediazione, appunto, culturale. Spesso i ragazzi, soprattutto i più giovani, hanno difficoltà a comprendere il funzionamento di un apparato burocratico/statale che spesso appesantisce procedure già di per sé abbastanza lunghe. Il mediatore, soprattutto se africano, è importante che comprenda bene la lingua italiana e che soprattutto sia in grado di far comprendere ai tanti “fratelli” che incontra, gli ostacoli che possono essere incontrati lungo il percorso. E’ chiaro poi che da parte nostra – ha aggiunto Idriss – si faccia il possibile per vigilare e controllare l’operato svolto all’interno degli uffici pubblici in cui i migranti sono spesso chiamati ad avviare le loro pratiche legali, affinché i loro diritti siano pienamente garantiti e rispettati”. Importante, poi, anche il lavoro di controllo svolto dagli organi competenti nei confronti delle diverse cooperativa che operano nel mondo dell’immigrazione, al fine di intervenire lì dove non si opera nell’interesse del migrante, né tantomeno si rispettano i diritti dei lavoratori, ma si persegue solo un mero interesse di lucro.

Al fine poi di accelerare l’esame delle richieste d’asilo, la proposta avanzata dalla CGIL è quella di istituire, anche presso la Prefettura di Messina, una sede di Commissione per l’esame delle richieste di protezione internazionale –hanno detto Clara Crocè e Giovanni Mastroeni a conclusione dei lavori.

“Appare assolutamente illogico – affermano i rappresentanti sindacali – che Messina, città di sbarco dove esistono diverse strutture di accoglienza, non solo sia sprovvista di una sezione di Commissione (dipendendo da Palermo) ma persino di una sottosezione, ovvero di una sede che, pur dipendendo da Palermo, sia ubicata sul territorio”. Tale osservazione trae fondamento anche nell’incremento di personale avvenuto tramite concorso pubblico bandito lo scorso mese di luglio dal ministero dell’Interno, che ha consentito l’assunzione di 250 funzionari da impiegare proprio presso le Commissioni territoriali.

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