Nella parrocchia di Sant'Agata la mostra sul Santo Bambino in Cera

Nella parrocchia di Sant’Agata la mostra sul Santo Bambino in Cera

Nella parrocchia di Sant’Agata la mostra sul Santo Bambino in Cera

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sabato 21 Dicembre 2013 - 08:44

Una statuina del Bambinello in cera che i più anziani ricordano con affezione, un apparato liturgico che li portava a scandire i giorni della novena mattutina di Natale che albeggiava con il loro quotidiano, la figura dell’artista di borgo, “u puparu”, che plasmava dalla creta in loco pastori e figurine per i presepi del tempo

Nutrire di Memoria il Presente… Questo l’intento della Mostra sul Santo Bambino in cera che è stata allestita da alcuni volontari della Parrocchia Sant’Agata all’interno dell’omonima Chiesa del borgo, sulla riviera Nord di Messina. Un breve itinerario attraverso otto pannelli porta il visitatore, – in specie il cultore di tradizioni locali – ad acquisire il ricordo di cose e persone di cui si è persa memoria nell’arco di poco più di un cinquantennio; persone e cose che hanno contribuito per alcune passate generazioni a vivere in maniera più veritiera (certo, in altri contesti sociali e culturali visto che ci si riferiste al vissuto di generazioni che hanno vissuto tra l’800 e gli anni ’60 dello scorso secolo) l’evento del Natale di Gesù di Nazaret, in una società che probabilmente era immune dalla speculazione consumistica che pur nelle difficoltà odierne avvolge ogni ricorrenza festiva. Una statuina del Bambinello in cera che i più anziani ricordano con affezione, un apparato liturgico che li portava a scandire i giorni della novena mattutina di Natale che albeggiava con il loro quotidiano, la figura dell’artista di borgo, “u puparu”, che plasmava dalla creta in loco pastori e figurine per i presepi del tempo. Cose, persone, un mestiere, che caratterizzavano questo antico borgo marinaresco che oggi ha cambiato volto. Non un ricordo nostalgico, ma riproposizione di un cammino interiore per rivivere in noi il Natale del Signore che invita a lasciarsi modellare “come cera, nelle mani di Dio”; una bacheca sul lavoro e i prodotti dell’ape, destinata particolarmente ai bambini, mostra un trancio di arnia, alcuni esemplari di ape e le fasi della elaborazione apicola di miele, derivati e cera. Un breve excursus storico dal rinascimento ai nostri giorni sull’arte ceroplastica – considerata a torto arte “minore” – porta ad alcuni esemplari di lavorazione italiana e siciliana della cera: esposti alcuni “agnus Dei” votivi e sette Bambinelli di cera rimontanti tra il XIX ed il XX secolo. Chiude la mostra la narrazione dell’esaltante evento della lacrimazione del Bambinello verificatasi nella nostra città tra il 1712 ed il 1723; statuina del Santo Bambino che ancora oggi è custodita nella Chiesa di Gesù e Maria delle Trombe nei pressi della Concattedrale dell’Archimandritato. Senza alcuna pretesa di completezza, la mostra si propone anzitutto come contributo alla vita spirituale personale, fornendo immagini e informazioni che attraverso la bellezza dell’arte conducano a considerare che, se la perizia di mani umane abbia saputo trarre simili piccoli capolavori dalla docile e informe materia cerea, quanto più quelle del Creatore possa e voglia trarre da ciascuno uomo un capolavoro di bene…La mostra nella sua struttura espositiva si propone pure, senza presunzione, come esempio di riciclo di materiali dismessi, si tratta infatti di pannelli lignei, scampoli di stoffe, rimanenza di plexiglas ed altro, reimpiegati con certosina pazienza dai volontari – tra cui l’artista messinese Davide Crea – e che certo non sminuiscono la presentazione, pur semplice, dell’evento culturale. L’entrata è gratuita tutti i giorni sino all’11 gennaio con orario 9,30-12 e 16,30-20,00. Nella chiesa si può anche ammirare il presepe realizzato dagli operatori pastorale della Parrocchia.

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