L’appuntamento è stato organizzato dal Comitato “18 dicembre”, di fronte al palazzo del Governo alcuni migranti hanno raccontato la propria testimonianza

La speranza sarebbe forse stata quella, dopo i sanguinosi fatti di Firenze, di poter vedere assistere ad una maggiore partecipazione al corteo organizzato ieri per la cittadinanza universale e il razzismo, organizzato dal “Comitato 18 dicembre” in occasione della giornata mondiale dei migranti. Così purtroppo non è stato. E tuttavia, le circa 500 persone che hanno preso al parte al pacifica manifestazione, hanno comune portato avanti la loro “missione” rivolgendo un pensiero e una preghiera ai senegalesi uccisi nella città fiorentina.

Si è sfilato per le strade della città, punto di assembramento a piazza Antonello per dire no al razzismo, per dire no al dissesto idrogeologico e per chiedere la definitiva cancellazione della Stretto di Messina Spa e la rescissione del contratto con Impregilo. Ma sono stati legittimati anche i temi della lotta contro la precarietà e per la difesa del welfare, appendendo sulle inferriate della Banca d’Italia di uno striscione con lo slogan “O la Borsa o la vita / people before profit”.

Di fronte al Municipio di Messina è stato, inoltre, esposto uno striscione che recava la scritta “Dimissioni” ed invitava sindaco, Giunta e Consiglio Comunale a togliere il disturbo per manifesta incapacità ad affrontare i problemi che il territorio vive. Nel corso del tragitto, terminato davanti alla Prefettura con gli interventi delle comunità di migranti, è stato realizzato un collegamento telefonico con il lavoratori dei cantieri navali di Trapani che, sotto minaccia di licenziamento, hanno deciso di occupare, ad oltranza, la nave che avevano in lavorazione. Dal corteo a loro un applauso di incoraggiamento a continuare la lotta.