Giampilieri, un’altra volta no. Bisogna cambiare registro: sollevazione popolare. Ora!

Giampilieri, un’altra volta no. Bisogna cambiare registro: sollevazione popolare. Ora!

Giampilieri, un’altra volta no. Bisogna cambiare registro: sollevazione popolare. Ora!

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sabato 05 Novembre 2011 - 09:34

Un appello rivolto da un rappresentante di Rete No Ponte a tutta la comunità dello Stretto

Mi rivolgo a tutti voi, abitanti delle zone alluvionate. Mi rivolgo a voi col rispetto che si deve alla sofferenza e alle scelte che individualmente si compiono durante la propria vita. Ma allo stesso tempo non voglio rinunciare ad esortarvi: dopo l’ultima fregatura dei finanziamenti ai territori alluvionati, promessi dal governo molte volte e mai arrivati, è necessario riconsiderare le pratiche che fino ad ora vi hanno visto in mobilitazione. E’ già assurdo che bisogna lottare per ottenere qualcosa che alle popolazioni spetterebbe di diritto: ma barattare le briciole che cadono dalle fauci di chi da anni fagocita risorse e denari ingrossando le grosse compagnie private è anche peggio. Dopo le ultime notizie, credo, sia nata la consapevolezza certa anche dentro di voi che, lì in alto, nessuno pensa alle vostre case, al vostro futuro e alla ricostruzione e messa in sicurezza del vostro territorio. Il continuo ed accorato appello ai “parlamentari messinesi” ha prodotto solo illusioni: la continua legittimazione di una classe politica che dal 2009 usa le vostre sofferenze per il proprio personale consenso, senza che niente mai venga fatto, è una pratica che non potrà mai farvi ottenere nulla.

Penso che più della mia personale opinione valgano i fatti. La Ragioneria generale dello stato dice: “il trasferimento delle risorse in parola direttamente sulla contabilità speciale del commissario delegato determinerebbe effetti negativi in termini di addebitamento netto, per i quali occorre individuare idonea compensazione”. Cosa vuol dire? Sostanzialmente la Ragioneria dello Stato vi sta dicendo: “cari messinesi, il governo vi ha imbrogliato. In base ai conti dello stato questi soldi non ci sono”.

Certo potreste dirmi che la politica locale da anni “si batte” affinchè queste risorse vengano distribuite anche qui: ma è servito legittimare come vostri difensori gente che di fatto ha le “mani in pasta” tanto quanto i deputati nazionali e che spera di trarre dal vostro disagio quel consenso che tutta la classe politica va disperatamente cercando?

Io non cerco il vostro consenso: io, come tutta la Rete No Ponte, cerchiamo di mettere insieme i pezzi di questo enorme puzzle per dare una visione alternativa e concreta della politica e crediamo che le popolazioni alluvionate e terremotate siano le vittime non tanto dei terremoti e delle alluvioni, ma di una classe dirigente che ha deciso che ogni futuro deve passare attraverso il diktat dei mercati, della finanza e delle banche. E’ una classe dirigente che ha smesso di fare politica e che si è arresa alle lobbies economiche che oggi ci impongono i tagli allo stato sociale, impongono la privatizzazione dei servizi pubblici, tagliano le spese necessarie per garantire la vita dei cittadini e che continuano a ritenere “sviluppo” la possibilità di licenziare più facilmente i dipendenti. Una classe dirigente che ha deciso di svendere la città di Messina a Eurolink, promettendo ai cittadini che grazie alla costruzione del Ponte sullo Stretto ci sarebbero state le opere compensative. Invece tutto il contrario. Adesso è ora di capire che, se da un lato non si trovano i soldi (tra l’altro sarebbero “solo” 160 mln di euro a fronte degli 8,5 mld necessari per il Ponte, extra rispetto ai 500 mln già spesi per il nulla) per mettere in sicurezza e ricostruire Giampilieri, Scaletta e tutti i territori alluvionati, e dall’altro invece proprio ieri(3 novembre) il ministro Matteoli ( tra l’altro dopo l’approvazione della mozione alla Camera che impone la rimozione del finanziamento per la grande opera) ai microfoni dei giornalisti afferma che “dire che il Ponte non lo facciamo più è assurdo”, c’è qualcosa che non funziona. E non funziona proprio l’idea neoliberista di società, anzi l’idea per la quale anche la società deve scomparire a favore degli “individui” e dei loro profitti. E chi è più forte, chi ha più potere contrattuale, ottiene il dominio. E’ giunto il momento, per voi, di fare una scelta: un punto di vista chiaro, limpido e netto che dica basta alle prese in giro e che riconosca come il disastro di Giampilieri sia il frutto di una politica dei disastri, tutta quanta insieme; oppure continuare con il baratto e la contrattazione sulle “briciole” che, forse, prima o poi arriveranno … Lunedì 7 novembre la Rete No Ponte sarà al comune a presidiare alla seduta straordinaria del consiglio comunale che si occuperà della questione Ponte: noi chiederemo forte e chiaro la chiusura definitiva della Stretto di Messina e la destinazione “dei soldi del Ponte, per rilanciare la città di Messina, partendo dalla messa in sicurezza del territorio”. Saremo felici di accogliervi e di lottare insieme a voi per un futuro migliore. Insieme si vince, un altro mondo è possibile!

Marco Letizia

Rete No Ponte, Comunità dello Stretto

3 commenti

  1. Non si può ficcare il ponte ad ogni inefficienza, il ponte è un’illusione.
    Dirigere le proteste dei messinesi, per opportunità politica, sempre e comunque contro il ponte, significa farli protestare contro il nulla.
    Perchè invece di protestare contro il niente non si organizzano manifestazioni di protesta per le zone alluvionate, per il recupero della zona falcata e le sua spendida fortificazione, per la realizzazione del terminal crocieristico ed per altri cento motivi reali per protestare.

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  2. verrei, se solo avessi fiducia in questa classe politica e dirigente, ma siccome non ne ho completamente…

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  3. Queste manifestazioni doverbbero svolgersi il venerdi. Si manifesta 5 minuti e poi si parte per il ponte del weekend.
    Il lunedi si lavora…..

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