Tonino Genovese, Cisl: "Messina è una città schiacciata dal bisogno"

Tonino Genovese, Cisl: “Messina è una città schiacciata dal bisogno”

Rosaria Brancato

Tonino Genovese, Cisl: “Messina è una città schiacciata dal bisogno”

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martedì 10 Ottobre 2017 - 05:32

Dalle Regionali alla crisi, dall'assenza di una classe dirigente all'altezza, al Ponte sullo Stretto, l'analisi del segretario generale della Cisl è lucida, spietata ma reale.

A Messina ci ostiniamo a non voler comprendere che la situazione attuale è frutto dei 50 anni appena trascorsi. E’ un dato di fatto incontrovertibile che nella nostra città li investimenti si sono spostati dalla produzione alla rendita. Perché una comunità si possa reggere si deve produrre reddito. Sottolineo il termine produrre reddito, che è ben diverso dal redistribuirlo, come avviene ad esempio con il commercio. Qui ci siamo crogiolati sulla rendita da spesa pubblica fino a quando, con la crisi i soldi sono finiti. Ma adesso è ancora peggio perché in questo momento Messina è una città schiacciata dal bisogno”.

Non ha mai avuto peli sulla lingua il segretario generale della Cisl Tonino Genovese con il quale in questo periodo di passerelle elettorali, di promesse, impegni solenni, e rarissimi “mea culpa”, facciamo un’analisi della situazione cittadina, consapevoli che siamo entrati in un tunnel di campagne elettorali dal quale usciremo solo nella primavera del 2018, dopo le amministrative.

Siamo tutti complici, dai cittadini alla classe dirigente degli ultimi 50 anni. Basta guardarsi intorno, non c’è nessuna attività produttiva a Messina, si fa solo redistribuzione di reddito… I supermercati non producono reddito, lo redistribuiscono. Ma questa situazione riguarda solo Messina capoluogo, perchè appena ti sposti in provincia le cose cambiano eccome. Sembrano due realtà diverse, c’è vitalità, c’è ingegno, voglia di fare, tutte cose che qui non abbiamo più. Messina è schiacciata dal bisogno e la frase che meglio sintetizza questa condizione l’ha pronunciata Luigi Genovese al Fatto Quotidiano alcuni giorni fa”.

Alla domanda del collega Antonello Caporale, del Fatto Quotidiano a proposito della politica come servizio Luigi Genovese così risponde: “I Genovese sono per Messina una costante, un punto di riferimento. Ripetiamolo chiaro: i Genovese a Messina sono imprenditori al servizio della città. Non c’è un giorno che un messinese non chieda e non abbia una parola di conforto, un aiuto, un consiglio”.

L’immagine, che sembra far ripiombare Messina in un contesto di un paio di secoli addietro è quella che spinge oggi il segretario generale della Cisl a evidenziare come i messinesi siano “schiacciati dal bisogno”. Uno stato di bisogno creato, favorito, alimentato anche da un certo modo d’intendere la politica e da comportamenti che hanno caratterizzato la classe dirigente degli ultimi 50 anni.

Quella frase pronunciata da Luigi Genovese è terribile, è la sintesi degli ultimi anni. Lo ripeto, la nostra è una condizione creata nel tempo- prosegue Tonino Genovese che, ironizzando, si definisce l’unico Genovese che non si è mai candidato, anche perché non è parente- Qui non funziona l’ascensore sociale. Non solo le classi dirigenti hanno lasciato che le cose funzionassero in questo modo ma non hanno mai favorito alcuna emancipazione. Una vera democrazia deve dare opportunità di crescita. A Messina si è pensato solo a soffocare ogni opportunità di sviluppo. Anzi, noi respingiamo gli imprenditori che vogliono investire qui. Prendiamo ad esempio l’Heineken. Se fossimo un’altra realtà l’Heineken avrebbe sede a Giammoro e non a Massara dove PRODUCE anche la Birra Messina. A Giammoro avrebbe dato occupazione ad almeno 400 persone. Avremmo generato reddito. Questa si chiama produzione”.

Invece, al posto della fabbrica della Birra Messina o dei Molini Gazzi, al posto della “produzione” ci sono case, c’è il mattone, c’è la rendita immobile. Nei giorni scorsi il professor Franz Riccobono, nel corso di un incontro organizzato da Confedilizia, raccontava di come nel 1783, dopo il sisma, i Borboni avevano un sistema d’incentivazioni che spinse decine d’imprenditori ad investire qui. Oggi respingiamo chiunque voglia anche solo avvicinarsi. I dati più inquietanti riguardano ad esempio i “compro oro” presenti in città, con le loro saracinesche aperte accanto alle fila di saracinesche abbassate, una dopo l’altra.

Da un’inchiesta dell’Altro Consumo è Messina la città in cui c’è la spesa più costosa d’Italia- prosegue Genovese– Abbiamo poca produzione a km 0 ma evidentemente il livello di concorrenza non è sviluppato in modo tale da favorire i consumatori. Un altro dato indicativo allarmante è il numero di anziani soli, con i figli lontani ed in condizioni tali da non poterli raggiungere. Un dramma al quale l’amministrazione non ha saputo rispondere. Questa amministrazione è più in continuità delle altre perché se è vero che stanno portando a termine progettazioni avviate dalle ex amministrazioni, d’altro lato non stanno assolutamente programmando e le conseguenze nefaste si vedranno nei prossimi anni, perché nessuno potrà raccogliere i frutti dal momento che non è stato seminato niente. Prendiamo il Masterplan, tutti vecchi progetti presi dai cassetti e riunificati sotto un unico nome, ma penso alla via Don Blasco, che si deve all’ ex assessore regionale Bartolotta e tutti lo dimenticano, agli svincoli che senza l’Anas non sarebbero mai arrivati a questo punto. Manca una qualsiasi visione strategica per il futuro e questo impedirà ogni forma di riscatto. Siamo tutti tesi a trovare la pietra filosofale ma serve una soluzione globale. A Milano ad esempio stanno riqualificando interi quartieri per realizzare abitazioni destinate ad accogliere 100 mila persone. E qui? Qui non sappiamo se Messina deve diventare Città Universitaria, Città degli scambi, Città delle tecnologie, Città dei giovani. Dovremmo essere città dell’accoglienza nel senso più ampio del termine, sia per i giovani che per gli imprenditori, per i turisti, per gli investitori, per il mondo della cultura, dell’arte, per ii migranti”.

Non commenta questa fase di campagna elettorale, dal momento che non c’è alcun dibattito su nulla, ma auspica che dopo la presentazione delle liste si inizi a parlare di programmi : “Non dico duemila progetti ma almeno due proposte chiave. Invece siamo ancora al concetto: “abbi fiducia in me, votami perché farò questo”. La fiducia è un pre-requisito….. La vera spinta è il Ponte sullo Stretto, sono sì pontista convinto da sempre. Dico sì al Ponte perché ti mette di fronte ad una sfida talmente grande che devi affrontarla, è una spinta fortissima. Dobbiamo smetterla di camminare all’indietro, guardiamo sempre al passato, ai favolosi anni ’50, all’800 quando eravamo una grande città. Impariamo a volare alto oggi, adesso. Nessuno ha capito la reale portata della Città Metropolitana, soprattutto tra i politici. E’ solo grazie al fatto che siamo Città Metropolitana che abbiamo firmato quel Patto per il Sud che ci porterà fiumi di risorse aggiuntive”.

A quanti, ad ogni sua dichiarazione, intervista, legittima protesta, sussurrano “Genovese dice questo perché vuol entrare in politica….” Risponde con un sorriso:

“Non ho alcuna velleità di candidarmi. Questo continuo appiattimento culturale ha comportato che ognuno pensa di poter fare qualsiasi altro mestiere, soprattutto quello degli altri….. Se ognuno facesse bene il suo mestiere saremmo un’altra città.

Quando sono scomparsi i partiti chi aveva un pacchetto di voti si è messo in proprio e si è abbassato il livello della politica. Ripeto, voliamo alto, impariamo a volare. Rischiamo di perdere ancora un anno con il susseguirsi delle campagne elettorali, e di trascorrere 12 mesi inseguendo ancora sogni, fantasie e bisogni….”.

Già, i bisogni… quelli che stanno schiacciando Messina come in una pressa, mentre i giovani vanno via, le saracinesche si abbassano e nessuno produce più. Nessuno “fa” più.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. Sono almeno dieci anni che gridò invano, al vento ..degli sciroccati “distratti” miei concittadini, le stesse ÌDENTICHE cose, punto per punto, di Tonino Genovese( quello giusto). Onore al merito di questo sindacalista “illuminato” che speriamo almeno riesca a schiarire le menti ed i cuori di una città ormai da troppo tempo OSCURA è tenuta sotto una cappa ASFISSIANTE.

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  2. MessineseAttento 10 Ottobre 2017 16:22

    1) Tonino Genovese non ha alcun bisogno di candidarsi perché già ricopre un ruolo POLITICO di enorme potere; 2) Tonino Genovese dimentica che i sindacati, tutti, hanno contribuito in modo esponenziale a far sì che questa città versi nello stato in cui si trova. Ancora oggi abbiamo esempi lampanti di pseudo sindacati, impegnati in vere e proprie campagne elettorali. Troppo facile puntare il dito senza rivolgerlo contro il comparto sindacale, piaga virulenta al pari della politica.

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