Scrive a Tempostretto un cittadino, padre separato di cinque figli: "Non posso usufruire della proroga dell'Sfl. Le regole vanno cambiate"
Ci scrive un cittadino messinese.
Gentile direttore,
si ricorderà dell’articolo pubblicato circa un anno fa sulle varie difficoltà e vicissitudini nella percezione dell’Sfl, Supporto per la formazione e il lavoro. Successivamente, con estremo ritardo, i corsi sono partiti a settembre 2024, e molti come me, che eravamo in attesa di un piccolo aiuto dallo Stato, siamo riusciti a percepire le 12 mensilità previste che ci hanno dato la possibilità di vivere un periodo dignitoso. In questi mesi estivi però, per molti di noi, si concluderanno i pagamenti previsti e non ce ne saranno altri, almeno secondo la normativa attuale. Ho appena inviato una pec alla presidente del Consiglio (di cui ho già ricevuto l’avvenuta consegna), anche se so già a priori che non verrà presa in considerazione. Vorrei comunque condividerla con lei, magari potrebbe essere lo spunto per un ulteriore articolo.
Oggetto: Abbandonati dallo Stato: la fine dell’Sfl e l’assenza di tutele per chi è ancora in difficoltà
Gentile presidente del Consiglio,
sono un cittadino italiano e un padre separato di cinque figli, di cui quattro minorenni. Con la mia ex moglie abbiamo l’affido condiviso, ma a lei è stato riconosciuto l’affido prevalente.
Nonostante ciò, sono moralmente e concretamente tenuto – come è giusto – a contribuire al mantenimento e al benessere dei miei figli.
Tuttavia, lo Stato non mi riconosce alcun sostegno economico diretto, nemmeno quando le mie responsabilità genitoriali sono evidenti: l’Assegno unico universale, infatti, viene interamente accreditato alla madre, in quanto affidataria prevalente, anche se – come stabilito dal giudice – per almeno 13 giorni al mese i miei figli vivono con me, e in quei giorni sono io a doverli sfamare, accudire e garantire una vita dignitosa. In altre parole, sono un padre responsabile e presente, ma per lo Stato semplicemente non esisto.
A luglio 2025 percepirò l’ultima delle 12 mensilità previste dal Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl), misura alla quale mi sono affidato con impegno, partecipando alle attività previste e accettando di buon grado percorsi formativi e incontri. Purtroppo, non essendo attualmente iscritto a un corso di formazione, non posso usufruire della proroga del Sfl, che pure è prevista – ma solo per chi è ancora in formazione alla scadenza. Inoltre, non posso accedere nemmeno all’Assegno di inclusione (Adi), poiché non rientro formalmente nei nuclei familiari tutelati, pur essendo padre attivo e presente, con responsabilità economiche evidenti.
Questo mi porta, con sgomento e amarezza, a constatare che tra poche settimane resterò completamente privo di qualsiasi sostegno statale, pur essendo un padre, un cittadino onesto, e pur avendo adempiuto a tutti i doveri previsti.
Mi chiedo come sia possibile, in un Paese civile, che chi è disposto a lavorare e a formarsi venga abbandonato senza alternative, senza tutele, senza alcun mezzo di sopravvivenza.
Mi permetta un confronto diretto:
- In Germania, il Bürgergeld garantisce una rete di sicurezza completa, anche per chi ha solo sé stesso da mantenere.
- In Francia, il Rsa assicura un minimo vitale permanente.
- In Spagna, l’Ingreso Mínimo Vital tutela anche i nuclei con affido condiviso.
In Italia, invece, un padre separato, responsabile, con cinque figli, può letteralmente ritrovarsi da solo, senza casa, senza cibo e senza futuro.
Le scrivo con rispetto e dolore, ma anche con determinazione, perché credo che lo Stato debba ripensare seriamente il sistema di protezione sociale per le persone sole, in difficoltà, ma ancora attive e volenterose.
Chiedo che si prenda in seria considerazione:
- una estensione dell’Sfl almeno per chi dimostra di cercare attivamente lavoro e ha responsabilità familiari;
- una revisione dei criteri dell’Adi, che oggi escludono figure come la mia, pur essendo padri di figli minori;
- l’introduzione di un reddito minimo di sopravvivenza universale e condizionato, che impedisca a chiunque di sprofondare nella povertà assoluta.
Nessun genitore dovrebbe scegliere tra pagare l’affitto e comprare da mangiare. Nessun italiano dovrebbe sentirsi invisibile nel momento del bisogno.
Con senso civico e fiducia nel cambiamento,
grazie sempre per la sua attenzione.

…….il fatto che non abbiate pubblicato il mio commento dimostra che avevo ragione…….non solo pubblicate articoli TOTALMENTE inventati a vostro piacimento ma peccato anche di IPOCRISIA…….
Non ho pubblicato il suo commento perché ha fatto insinuazioni molto gravi e ha sentenziato su una persona senza saperne nulla.
Questo suo nuovo commento non merita alcuna risposta
…….il suo intervento dimostra ancora di più che per lei,ed i suoi COMPAGNI,la libertà di pensiero e di espressione è una prerogativa riservata esclusivamente a voi…….
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