"Io, paziente, mi son sentito parte della squadra. Grazie al Policlinico sono vivo"

“Io, paziente, mi son sentito parte della squadra. Grazie al Policlinico sono vivo”

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“Io, paziente, mi son sentito parte della squadra. Grazie al Policlinico sono vivo”

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mercoledì 04 Marzo 2020 - 07:23

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Filippo Cammaroto che segnala un caso di buona sanità

Scrivo in qualità di ex paziente del Policlinico per segnalare un caso di buona sanità che mi ha riguardato personalmente. Ai primi di febbraio grazie al Prof . G. Vita (neurologo e direttore del U.O.C.) ho scoperto di essere una persona ad alto rischio vita perché le mie carotidi risultavano completamente occluse. Il prof Marcello Longo ( Direttore UOC Neuroradiologia diagnostica)ha subito deciso di operarmi anche in condizioni di rischio. Tutto è andato felicemente bene grazie alla eccellente squadra del prof. Longo. Ho pensato di scrivere una lettera di ringraziamento, riconoscenza di buonissima anzi eccellente sanità ai professori Vita e Longo.

La lettera

“Chmo. Prof. Marcello Longo, spesso diciamo che la nostra vita è legata ad un filo e la nostra sopravvivenza si manifesta per casualità, per fortuna, per miracolo ma soprattutto per conoscenza e capacità. A me è accaduto in questo mese di febbraio che il ” il filo della vita” stava per spezzarsi (a mia insaputa), ma una serie di fatti positivi concomitanti non lo hanno permesso per mia fortuna. Sinteticamente voglio raccontarle i fatti:

Tutto è iniziato nel 2011

Dal 2011 sono affetto da una malattia autoimmune: connettivite indifferenziata ad impronta slerodermica a pattern centro metrico. In questi anni ho avuto degli alti e bassi del mio stato di salute in base del tipo di terapia seguita. Dal 2018 mi hanno inserito un farmaco biologico con buoni risultati. A Settembre 2018 il prof Giuseppe Vita, neurologo e direttore dell’ Uoc di Neurologia e malattie neuromuscolari del Policlinico, in seguito ad un mio leggero TIA mi consiglio’ di fare un doppler TSA e RMN  (con successiva terapia). Alla fine di gennaio 2020 su suggerimento del prof. Vita eseguivo un doppler TSA di controllo, che con enorme meraviglia di tutti evidenziava un peggioramento con una ostruzione dei 65 /70 sia della carotide destra che di sinistra. Sempre su suggerimento del prof. Vita mi sottoponevo ad Angiotac che evidenziava una occlusione a sinistra quasi totale ed a destra di circa l’80%.

Il peggioramento

Il prof. Longo, Direttore Neuroradiologia Diagnostica ed Interventistica allarmato convocava me e mia moglie nello studio del prof. Vita per spiegarci la situazione di rischio in cui io mi trovavo e per decidere il tipo di intervento. Era il 7/2/2020 quando ci siamo incontrati per la prima volta. In quella occasione il prof. Longo è stato molto chiaro e determinato nel dirmi che io ero una persona ad altissimo rischio vista la sub occlusione delle mie carotidi. Mi consigliava di intervenire prima sulla carotide di sinistra e dopo 1,5 mesi sulla carotide di destra per evitare eventuali complicazioni postoperatorie. Convinto delle certezze sue e di quelle del prof. Vita ho accettato di fare l’intervento endovascolare con posizionamento degli stent. Da allora comincia una gara contro il tempo per cercare di fare al più presto intervento.

Il giorno dell’intervento

Il 20 febbraio mattina ero pronto per l’intervento. La tensione era altissima per me, soprattutto perche’ sapevo che avrei avuto una lieve anestesia per poter essere lucido per interagire con tutti voi medici. Devo dire che, entrato in sala operatoria, sono stato accolto con tanta attenzione, delicatezza ed umanità.

Mi son sentito uno della “squadra”

Mi sono sentito non più come un paziente ma come uno della ”squadra ” che doveva giocare una delle sue migliori partite, quella per la vita. Le anestesiste, mi hanno preparato delicatamente e subito dopo alcuni medici della Sua squadra hanno cominciato la delicata operazione. Intanto Lei mi spiegava con dovizia di particolari la tecnica dell’intervento presentandola come una cosa semplice mentre io, che l’ho vissuta istante per istante, sentendo le vostre frasi ed i Suoi comandi, pur nella comprensibile preoccupazione mi sentivo rassicurato dall’atmosfera che avevate creato in quell’ambiente altamente tecnologico tanto che la mia tensione si era trasformata in curiosità da ricercatore e dialogo continuo con Lei Professore.

Dopo un minuzioso studio agiografico preliminare vi ho visto parlottare mentre Lei si avvicinava a me scuotendomi subito con la sua voce decisa “lei non doveva essere qua professore” perché le sue carotidi sono completamente occluse chiedendomi il consenso per poter intervenire su entrambe le carotidi visto che l’angiografia aveva evidenziato una situazione peggiore di quanto visto alla TAC. Ancora una volta la sua sicurezza e determinazione mi hanno tranquillizzato e senza alcuna perplessità le ho dato il consenso. lo che sono sempre stato lucido a dialogare con tutti Le domandai se ancora persisteva il pericolo della emorragia celebrale e Lei con voce sicura mi disse : certo che c’è ma il rischio di fare questo intervento al posto di quello programmato è più basso e poi mi sento in grado di poter controllare ogni imprevisto.

Un grande capitano

PARTITI, io sono tornato ad essere un giocatore della loro squadra che cercava di capire ogni azione e non ero preoccupato per la mia vita. Ero In buone mani con un capitano di altissimo livello scientifico di grandissima tecnica e di grande umanità ed una squadra di giovani affermatissimi e competenti che ormai da anni sotto l’attenta guida del loro capitano erano diventati una squadra affiatatissima ed invincibile pronti a gioire ad ogni positivo passo dell’ intervento come un goal realizzato. Questa bellissima atmosfera quasi goliardica ed i continui scambi di opinioni sulla nostra università e sulla capacità di creare un gruppo di giovani ricercatori di qualità mi hanno portato a superare il primo intervento sulla carotide di destra per poi incominciare quello sulla carotide di sinistra.

Voglio ringraziarvi ancora per avermi salvato la vita con un difficile intervento dì alta tecnologia deciso proprio in sala operatoria e differente da quello originariamente programmato. Dopo circa due ore abbiamo finito facendo il goal vincente della partita con me che cercavo di ringraziare Lei e tutta la Sua squadra ma la tensione da me accumulata era tanta che sono scoppiato in un pianto liberatorio.

lo porterò sempre nel mio cuore questa esperienza e lo farò con fierezza di chi ha scoperto l’esistenza nella nostra università di una altissima eccellenza che merita di essere sempre piò supportata dagli organi preposti anche per dare al nostro territorio la continuità della presenza di questa grande scuola. lo non dimenticherò mai questa mia intensa e riuscita esperienza!!! Come sarò sempre riconoscente a Lei, prof. Longo, al Prof, Vita ed a tutta la sua qualificata squadra.

Filippo Cammaroto

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