Se davanti al castello della Principessa c'è la targa con la scritta: casa del rospo

Se davanti al castello della Principessa c’è la targa con la scritta: casa del rospo

Rosaria Brancato

Se davanti al castello della Principessa c’è la targa con la scritta: casa del rospo

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domenica 07 Giugno 2015 - 06:15

Dalla conferenza di Messina ad oggi sono trascorsi 60 anni e ne sono cambiate di cose. Ad esempio è scomparso il nome di Messina dall'Autorità dello Stretto. Ci stanno smantellando una città sotto il naso e la nostra classe dirigente è diventata ininfluente, come i titoli di coda dei film. Ma #iovogliotutto.

Ci sono due date che in questi giorni mi hanno dato da pensare, due avvenimenti distanti l’uno dall’altro 60 anni, 1955-2015: la Conferenza di Messina e la “gravidanza” (perché ancora non è nata) dell’Autorità della Calabria e dello Stretto.

A distanza di 60 anni è scomparsa la parola Messina. Non è un dettaglio sul quale sorvolare. Non sono una storica, ma se non erro è da “assai assai assai tempo” che lo Stretto di Messina si chiama Stretto di Messina e non semplicemente “Stretto” oppure “Stretto di Messina e Reggio Calabria”.

Le cose non accadono mai per caso e la scomparsa della parola Messina ha una valenza simbolica ed è frutto di un percorso di “invisibilità” in atto da tempo. Abbiamo totalmente perso “peso specifico”, la nostra classe dirigente passerà alla storia (anzi non ci passerà) per l’insostenibile leggerezza dell’essere (meglio, del non essere). Proviamo a costruire un ponte ideale tra il 1955 e il 2015. La Conferenza di Messina segnò i primi vagiti dell’Europa Unita, grazie al messinese Gaetano Martino, che era Ministro degli Esteri, quindi il nostro peso specifico era tra quelli “massimi”. Nel 1955 Messina divenne l’epicentro di un momento storico. Adesso, 60 anni dopo, e dopo una lunga serie di smantellamenti la riforma delle Authority finirebbe con il comportare un accorpamento assai strano. Se facciamo il paragone con il “matrimonio vecchio stampo”, il capofamiglia è quello che “porta i soldi a casa”, tiene i cordoni della borsa e dà il cognome alla moglie. Tra Gioia Tauro (porto in cattivissime acque e senza risorse) e Messina (che viaggia con il vento in poppa e con l’Autorità portuale che è l’unico Ente che in città incassa e vola alto) il “marito” dovrebbe essere Messina, anche alla luce di dati relativi alla popolazione, alla realtà geografica, strategica, politica. Invece accade l’esatto contrario. Pur ammettendo che, per motivi politici, la presidenza debba necessariamente andare a Gioia Tauro (sebbene mi sfugga la ratio), non si capisce perché di Messina sparisca sia il nome che le capacità decisionali e venga relegata al ruolo di “moglie” anni ’50, con lo strofinaccio in una mano e il mestolo nell’altro. Ricapitolando: Messina porta in dote uno scrigno pieno di soldi, una bellezza da far paura, un cervello di primo piano, una capacità organizzativa non indifferente, grandi sogni e grandi progetti e viene relegata nello sgabuzzino? Neanche le pari opportunità vengono concesse? Per fare la spesa deve attendere la firma del marito? Dal matrimonio tra una principessa e un rospo viene fuori la targa da mettere sulla porta del castello: Autorità portuale della Calabria e dello Stretto (come dire “casa del rospo”)? E da quando lo Stretto non è più di Messina? Ci siamo distratti mentre lo cancellavano col bianchetto dalla cartina geografica? Quando parliamo di area integrata dello Stretto non pensavamo di sparire come identità, dignità, orgoglio.

L’Ars sta lavorando ad una riforma degli Enti locali che comporterà tagli alle indennità e al numero di consiglieri e assessori. Nella tabella in esame si stabilisce che la soglia tra la fascia media e quella alta è di 250 mila abitanti. In tal modo, poiché abbiamo poco più di 240 mila abitanti siamo finiti insieme alle “medie”, mentre al piano di sopra svettano Palermo e Catania. Nella nostra fascia, insieme a Siracusa, c’è anche Enna in virtù di un asterisco che l’ha promossa sul campo appunto nella fascia media. In base alla tabella noi dovremmo avere 6 assessori rispetto agli attuali 8. La dirimpettaia Reggio Calabria ne ha 9. Come si può pensare di amministrare Messina con soli 6 assessori? Faccio un appello: #iovogliolasterisco. Presentate un emendamento, Messina merita l’asterisco per far parte della prima fascia. Dobbiamo stare con Catania e Palermo. Ci stanno riducendo ad un villaggio, ad una periferia e siamo noi stessi a volerlo, con la nostra indolenza, con l’abitudine a farci male da soli. Chi ci ha amministrato non è stato ambizioso per Messina. Lo è stato per sé stesso, per la sua carriera, per quella di amici e parenti, ma non per la sua città. Stiamo diventando ININFLUENTI. Il guaio è che ci azzanniamo tra di noi. Se qualcuno presenta una proposta oppure, FA QUALCOSA è considerato reato. Il peccato mortale dalle nostre parti è il verbo fare. Se qualcuno “fa” gli altri lo azzannano. Se il nostro vicino pianta una specie rara di gardenie che al mattino cantano l’inno di Mameli, invece di chiedergli i semi o aiutarlo, noi gli versiamo l’acido muriatico sui fiori a notte fonda. Non sappiamo fare squadra, non guardiamo le soluzioni ma chi le presenta. Il nostro punto di vista è il migliore e non accetta alternative.

Nei giorni scorsi è successo un episodio che ha valenza simbolica del nostro modo di essere. Il IV quartiere, in occasione della finale di Champions tra Juventus e Barcellona, ha organizzato, come in tutto il resto d’Italia, l’allestimento di un maxischermo nell’arena Cicciò, al Palacultura. Un modo per stare insieme, vivere lo sport come momento di aggregazione e per far sì che uno spazio destinato alla comunità resti vivo e non si trasformi nell’ennesima vergogna. Il presidente della circoscrizione Francesco Palano Quero è stato però costretto ad annullare l’evento per le polemiche scatenate sui social da parte di alcuni tifosi che, dichiarandosi “a lutto” per la retrocessione in D del Messina, contestavano. Lo sport è “portatore sano” di messaggi positivi, non si può polemizzare su un evento che avrebbe portato intere famiglie a trascorrere una serata serena, un’occasione per essere comunità, fare festa (poi il maxischermo lo ha allestito il Rettore all’Unime). Una passione non può spingere ad impedire ad altri di essere ugualmente comunità. Una polemica che comporta la sospensione di un momento di svago e non di un cannone puntato sul Duomo, è il tipico esempio di quel modo di pensare che ha portato lentamente alla “scomparsa” del nome Messina dalla nuova Authority. O io o nessuno.

Non riusciamo a guardare oltre il nostro naso. Stiamo sempre a puntare il dito sugli altri. C’ è un aspetto della telenovela della fusione Piemonte-Neurolesi che mi preoccupa. Il ddl deve essere riempito di contenuti, votato in Aula e poi si dovrà procedere con i protocolli e le direttive assessoriali. Al momento c’è l’impegno dell’assessore Borsellino e dei deputati Formica e Picciolo in merito al mantenimento del Pronto soccorso e dell’emergenza-urgenza. Eppure si è creato un clima in base al quale tutti gli altri stanno all’erta in attesa del fallimento, per poter poi dire: ve l’avevo detto io. C’è una sorta di diffidenza preventiva che sorvola sull’esistenza di un piano di riordino della rete ospedaliera già fissato e in merito al quale si può solo combattere per salvare il più possibile. Ancora il bambino non è nato e in tanti non vedono l’ora che nasca nero, brutto e antipatico per poter dire l’avevo detto io che la mamma è una poco di buono e il papà è un imbecille che si è fatto prendere per il naso (decidano i lettori chi tra i protagonisti è il papà e chi la mamma e chi il vero padre). A me se vincono i Guelfi o i Ghibellini poco importa, quel che secondo me dovrebbe interessare a tutti è che vinca Messina, perché quando due leoni si sbranano c’è sempre il terzo che ride a crepapelle ed è quello che porta a casa il risultato. Ci vuole un attimo perché il Piemonte faccia la fine del Margherita. E passeremo i prossimi 10 anni a gridare allo scippo e al dare la colpa agli altri.

Ho letto un post su Facebook di Maurizio Munaò che riportava un brano del libro di “Voi non siete qui” di Guglielmo Pispisai: “Messina non esiste. Irriconoscibile ai suoi stessi abitanti, perché priva di connotazioni vitali. Messina è un luogo senza memoria, come chi lo vive. Siamo qui, ma non guardiamo qui. Da ragazzo con gli amici consideravamo la città una stazione di transito dove si attende prima di andare da un’altra parte (…) Sulle mappe dei radi pannelli per turisti buttati a casaccio in centro, accanto al circoletto rosso che indica la posizione, la scritta dovrebbe essere “VOI NON SIETE QUI”. Noi non siamo qui. E anche se ci siamo, la testa è altrove”.

Ecco perché penso che la scomparsa del nome Messina subito dopo la parola Stretto ha una valenza simbolica, siamo come i titoli di coda dei film che nessuno guarda. Ma io voglio essere qui, ora, e sono ambiziosa per la mia Messina. Ecco perché, se mai qualcuno mi sente, voglio rinnovare l’appello #vogliolostrettodimessina e #vogliolasterisco. E come dicono gli amici del #ferribotte non si tocca: #iovogliotutto.

Rosaria Brancato

28 commenti

  1. Hardfreelance 7 Giugno 2015 08:10

    Sono ripetitivo. Complimenti davvero Rosaria. Un analisi lucidissima condotta tra il serio ed il faceto!

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  2. Hardfreelance 7 Giugno 2015 08:10

    Sono ripetitivo. Complimenti davvero Rosaria. Un analisi lucidissima condotta tra il serio ed il faceto!

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  3. Rosaria Brancato,va bè,io sugnu u ziu nuddu u lattaru:ma almeno questo genio dell’architettura moderna lo vogliamo ascoltare?:Daniel Libeskind sostiene che un PROGETTO per salvare Messina c’è! bello e pronto!In sede di presentazione dichiara:”Il progetto architettonico deve comunicare l’integrita’ spazio temporale della memoria del Mediterraneo, testimoniando la sua importanza come epicentro della storia e della cultura europea e del mondo. L’opera di attraversamento dello Stretto di Messina crea una connessione unica fra le due coste, offrendo al contempo una nuova possibilita’ di sosta in un luogo straordinario, un luogo fatto di CONTEMPLAZIONE ma anche DIVERTIMENTO” Con tutto il rispetto per tutti gli ilustri mie concittadini BUDDACI.

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  4. Rosaria Brancato,va bè,io sugnu u ziu nuddu u lattaru:ma almeno questo genio dell’architettura moderna lo vogliamo ascoltare?:Daniel Libeskind sostiene che un PROGETTO per salvare Messina c’è! bello e pronto!In sede di presentazione dichiara:”Il progetto architettonico deve comunicare l’integrita’ spazio temporale della memoria del Mediterraneo, testimoniando la sua importanza come epicentro della storia e della cultura europea e del mondo. L’opera di attraversamento dello Stretto di Messina crea una connessione unica fra le due coste, offrendo al contempo una nuova possibilita’ di sosta in un luogo straordinario, un luogo fatto di CONTEMPLAZIONE ma anche DIVERTIMENTO” Con tutto il rispetto per tutti gli ilustri mie concittadini BUDDACI.

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  5. Ci stanno smantellando una città sotto il naso e la nostra classe dirigente è diventata ininfluente.
    Mi permetta di correggere questa frase levando “ci stanno” con “ci hanno” poichè è chiaro che non conta più nulla la citta di Messina avendo avuto in passato figure di spicco come Martino e il nulla delle figure di oggi, anzi figure di m…. Non si era neppure pensato che un giorno L

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  6. Ci stanno smantellando una città sotto il naso e la nostra classe dirigente è diventata ininfluente.
    Mi permetta di correggere questa frase levando “ci stanno” con “ci hanno” poichè è chiaro che non conta più nulla la citta di Messina avendo avuto in passato figure di spicco come Martino e il nulla delle figure di oggi, anzi figure di m…. Non si era neppure pensato che un giorno L

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  7. “Ci stanno smantellando una città sotto il naso e la nostra classe dirigente è diventata ininfluente”. Mi permetta di correggere la frase con “ci hanno smantellato” dato che non contiamo più un fico secco, in passato abbiamo avuto qualche politico di spessore come Martino ma oggi chi è di spessore? NESSUNO , a meno che non si parli di spessore fisico ed allora ne abbiamo molti in sovrappeso e con la pancetta che è venuta ingolfandosi di cibo e soldi. Una classe politica di asini che non hanno superato neppure l’asilo della politica, ma sono stati messi li da parenti, padri e zii e chi ne ha più ne metta. Gente che al di la del proprio naso non riesce a vedere ma vede bene come fare soldi e costruirsi ville.

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  8. “Ci stanno smantellando una città sotto il naso e la nostra classe dirigente è diventata ininfluente”. Mi permetta di correggere la frase con “ci hanno smantellato” dato che non contiamo più un fico secco, in passato abbiamo avuto qualche politico di spessore come Martino ma oggi chi è di spessore? NESSUNO , a meno che non si parli di spessore fisico ed allora ne abbiamo molti in sovrappeso e con la pancetta che è venuta ingolfandosi di cibo e soldi. Una classe politica di asini che non hanno superato neppure l’asilo della politica, ma sono stati messi li da parenti, padri e zii e chi ne ha più ne metta. Gente che al di la del proprio naso non riesce a vedere ma vede bene come fare soldi e costruirsi ville.

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  9. Esprimo anche io il mio plauso al sagace editoriale della Sig.ra Rosaria Brancato e condivido l ambizione della stessa per questa Messina sperando di essere in tanti ed in particolare che lo siano ambiziosi coloro che possono decidere ed ottenere.E pur vero che la città ha subito nel passato un processo di urbanesimo notevole ma è anche vero che negli anni 50 -60 nonostante ciò la Città c era perché forse ancora qualcosa dei valori veri esisteva.il problema di oggi sta nella assoluta assenza di valori ai facili arricchimenti ecc per cui ne risente la Città .speriamo che da Fummo si passi al saremo

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  10. Esprimo anche io il mio plauso al sagace editoriale della Sig.ra Rosaria Brancato e condivido l ambizione della stessa per questa Messina sperando di essere in tanti ed in particolare che lo siano ambiziosi coloro che possono decidere ed ottenere.E pur vero che la città ha subito nel passato un processo di urbanesimo notevole ma è anche vero che negli anni 50 -60 nonostante ciò la Città c era perché forse ancora qualcosa dei valori veri esisteva.il problema di oggi sta nella assoluta assenza di valori ai facili arricchimenti ecc per cui ne risente la Città .speriamo che da Fummo si passi al saremo

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  11. In parte l’ articolo è da condividere ma c è un MA enorme…le cause di tutto questo sono nel suo stesso lamentarsi..politici NoN messinesi hanno svuotato l’identità della città ed anche lei che pur di fare una carezza ad una amica (sentimento rispettabilissimo) dimentica che anche l’Arena del palacultura pur intitolata al compianto Ciccio’ è della dello stretto , non di Messina…gestita da un assessore reggitano e se ne voleva un uso per una squadra piemontese..?ovvero tutto quello che idealmente NON COSTITUISCE IDENTITÀ E SVUOTA UNA COMUNITÀ e che ha per risultato il suo lamento inutile

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  12. In parte l’ articolo è da condividere ma c è un MA enorme…le cause di tutto questo sono nel suo stesso lamentarsi..politici NoN messinesi hanno svuotato l’identità della città ed anche lei che pur di fare una carezza ad una amica (sentimento rispettabilissimo) dimentica che anche l’Arena del palacultura pur intitolata al compianto Ciccio’ è della dello stretto , non di Messina…gestita da un assessore reggitano e se ne voleva un uso per una squadra piemontese..?ovvero tutto quello che idealmente NON COSTITUISCE IDENTITÀ E SVUOTA UNA COMUNITÀ e che ha per risultato il suo lamento inutile

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  13. Come sempre l’editoriale domenicale di ROSARIA ci fa riflettere, in questi anni ho scritto NOI SIAMO LA URBS MESSANA, anche se gli storici ci ricordano che il devastante terremoto del 1908 distrusse la urbs, la splendida città ad anfiteatro che gente estranea alla nostra cultura, come il Borzì e altri praticoni urbanisti, trasformarono in questa COSA che non è più una città. I nostri AVI, i veri messinesi, sono morti quella maledetta notte di lunedì, e quel piano regolatore fu predisposto a Roma per i montanari dei Nebrodi e i calabresi, venuti in massa ad occupare la città che per secoli li tenne in condizione di subalternità. NOI FUMMO LA URBS MESSANA, forse è meglio parlare al passato, cara ROSARIA.

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  14. Come sempre l’editoriale domenicale di ROSARIA ci fa riflettere, in questi anni ho scritto NOI SIAMO LA URBS MESSANA, anche se gli storici ci ricordano che il devastante terremoto del 1908 distrusse la urbs, la splendida città ad anfiteatro che gente estranea alla nostra cultura, come il Borzì e altri praticoni urbanisti, trasformarono in questa COSA che non è più una città. I nostri AVI, i veri messinesi, sono morti quella maledetta notte di lunedì, e quel piano regolatore fu predisposto a Roma per i montanari dei Nebrodi e i calabresi, venuti in massa ad occupare la città che per secoli li tenne in condizione di subalternità. NOI FUMMO LA URBS MESSANA, forse è meglio parlare al passato, cara ROSARIA.

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  15. Franco Caliri 7 Giugno 2015 18:02

    Tra tante sciempiaggini che dici, quando non parli dello scalzo, qualcosa di condivisibile, lo dici

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  16. Franco Caliri 7 Giugno 2015 18:02

    Tra tante sciempiaggini che dici, quando non parli dello scalzo, qualcosa di condivisibile, lo dici

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  17. complimenti dott.ssa Rosaria ma si scurdau una cosa: i Buddaci sono governati da un tizio che va in giro con una maglietta con su scritto FREE TIBET mica ha scritto FREE MESSINA.Allura i buddaci cosa vogliono il pesce fresco? devono venire da noi calabresi a comprarlo perche’ noi FREE CALABRIA,mica siamo scemi.

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  18. complimenti dott.ssa Rosaria ma si scurdau una cosa: i Buddaci sono governati da un tizio che va in giro con una maglietta con su scritto FREE TIBET mica ha scritto FREE MESSINA.Allura i buddaci cosa vogliono il pesce fresco? devono venire da noi calabresi a comprarlo perche’ noi FREE CALABRIA,mica siamo scemi.

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  19. Meglio invece chi è senza maglietta, magari in consiglio comunale dal 2008, che non ha concluso nulla in tutti questi anni. Lui si che cambierà Messina 😉

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  20. Meglio invece chi è senza maglietta, magari in consiglio comunale dal 2008, che non ha concluso nulla in tutti questi anni. Lui si che cambierà Messina 😉

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  21. Carlo Cucinotta 8 Giugno 2015 06:03

    #vogliolostrettodimessina
    #vogliolasterisco

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  22. Carlo Cucinotta 8 Giugno 2015 06:03

    #vogliolostrettodimessina
    #vogliolasterisco

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  23. Gent.le Sig.ra Brancato, leggo spesso i suoi articoli e condivido appieno le sue constatazioni.
    Essendo un imprenditore che investo in questa città ed essendo un innamorato della stessa mi rattrista vederla ridotta in tale stato. Le chiedo, a nome dei cittadini che tengono a Messina, di spendersi nel nostro interesse e candidarsi a Sindaco con l’obiettivo di cambiare Messina e darle ciò che meriterebbe anche se forse siamo noi a non meritarlo.
    Io darò il mio contributo per sostenerla.
    Grazie

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  24. Gent.le Sig.ra Brancato, leggo spesso i suoi articoli e condivido appieno le sue constatazioni.
    Essendo un imprenditore che investo in questa città ed essendo un innamorato della stessa mi rattrista vederla ridotta in tale stato. Le chiedo, a nome dei cittadini che tengono a Messina, di spendersi nel nostro interesse e candidarsi a Sindaco con l’obiettivo di cambiare Messina e darle ciò che meriterebbe anche se forse siamo noi a non meritarlo.
    Io darò il mio contributo per sostenerla.
    Grazie

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  25. Finalmente qualche cittadino di Messina si rende conto di vivere nella città che non c’è. Personalmente, da 34 anni, faccio parte dei tantissimi che hanno lasciato la propria terra per intraprendere una nuova vita e che ogni tanto torna in questa città dimenticata per trovare i propri cari. Sarà per questo che mi è stato possibile comprendere in anticipo, ed a ogni visita sempre di più, l’inglorioso destino verso cui la “Nobile Messina” è ormai prossimo. Il declino, il degrado, l’incuria e la mancanza di una qualche autorità hanno fatto si che Messina possa essere presa ad esempio di come una città muoia per mafia o come la si vuol chiamare. Uno su tutti ciò che rimane del Camposanto. Quando non si ha più il rispetto verso i propri morti…

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  26. Finalmente qualche cittadino di Messina si rende conto di vivere nella città che non c’è. Personalmente, da 34 anni, faccio parte dei tantissimi che hanno lasciato la propria terra per intraprendere una nuova vita e che ogni tanto torna in questa città dimenticata per trovare i propri cari. Sarà per questo che mi è stato possibile comprendere in anticipo, ed a ogni visita sempre di più, l’inglorioso destino verso cui la “Nobile Messina” è ormai prossimo. Il declino, il degrado, l’incuria e la mancanza di una qualche autorità hanno fatto si che Messina possa essere presa ad esempio di come una città muoia per mafia o come la si vuol chiamare. Uno su tutti ciò che rimane del Camposanto. Quando non si ha più il rispetto verso i propri morti…

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  27. …allora è giusto che questa città non abbia più alcun titolo ad essere menzionata, ricordata o semplicemente ascoltata. L’oblio e null’altro è la meritata punizione. Al di là di ogni idea politica, rimanendo con i piedi molto ben piantati per terra, certamente questo Sindaco questi Assesori e questi Consiglieri comunali sono i personaggi meno adatti nel momento meno opportuno e tutti insieme stanno dando l’ultima spallata verso il precipizio … a volte, spesso, la sfortuna si somma ad altra sfortuna. Mi costa tanta amarezza dover scrivere queste cose della mia città ma la realtà non la si può negare. L’unica consolazione è leggere o ricordare quello che un tempo fu la bellissima importante e fiera Mia Messina.

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  28. …allora è giusto che questa città non abbia più alcun titolo ad essere menzionata, ricordata o semplicemente ascoltata. L’oblio e null’altro è la meritata punizione. Al di là di ogni idea politica, rimanendo con i piedi molto ben piantati per terra, certamente questo Sindaco questi Assesori e questi Consiglieri comunali sono i personaggi meno adatti nel momento meno opportuno e tutti insieme stanno dando l’ultima spallata verso il precipizio … a volte, spesso, la sfortuna si somma ad altra sfortuna. Mi costa tanta amarezza dover scrivere queste cose della mia città ma la realtà non la si può negare. L’unica consolazione è leggere o ricordare quello che un tempo fu la bellissima importante e fiera Mia Messina.

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