Castelmola. Inaugurata la mostra di Rogika "Noir et Blanc"

Castelmola. Inaugurata la mostra di Rogika “Noir et Blanc”

Redazione

Castelmola. Inaugurata la mostra di Rogika “Noir et Blanc”

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martedì 13 Luglio 2021 - 06:55

L’ultima fatica di Roberto Mendolia, alias Rogika, il fotografo che ha fatto del Bianco e Nero elegante, d’altri tempi, l’inchiostro d’ogni sua narrazione

CASTELMOLA – Roberto Mendolia, alias Rogika, ha scelto ancora una volta uno dei Borghi più belli d’Italia, come location per la sua nuova esposizione all’aperto. La mostra è stata inaugurata nella piazzetta antistante la graziosa chiesa di San Biagio, poco fuori le mura cittadine.

Un bel battesimo quello di Rogika, alla presenza non solo di fotografi del calibro di Maurizio D’Avanzo, di fotoamatori, senza dimenticare gli affettuosi amici.

I presenti all’inaugurazione

Erano presenti, il parroco di Castelmola, padre Lorenzo, il quale ha puntato l’attenzione sulla bellezza del sito e sull’armonia del creato in cui l’arte (in tal caso la fotografia) trova spazio come fosse a casa propria, e il Sindaco Orlando Russo, nelle vesti di Cicerone d’eccezione, narratore delle antiche storie del borgo e della ricchezza storica e architettonica del sito.

Presente anche il consigliere Massimiliano Pizzolo, forte sostenitore di quest’ennesima «follia buona» di Roberto Mendolia. Ma non si possono dimenticare i «ragazzacci indisciplinati» dell’associazione fotografica Taoclick di cui Rogika regge la vicepresidenza: Ernesto De Luna, Alfio Barca e Alessandro Licciardello. Anch’essi hanno dato fattivo supporto con video e foto.

Altra gradita presenza è stata quella del fotografo acese, il prof. Massimo Vittorio, noto per i suoi reportage legati alla storia e alle tradizioni isolane, come quello ai maestri d’ascia di Acitrezza, i Rodolico.

L’ultima fatica di Rogika

L’ultima fatica di Rogika – viste anche le temperature di questo luglio – dopo 4 anni è stata inaugurata di nuovo a Castelmola, un luogo d’elezione per il fotografo che ha fatto del Bianco e Nero elegante, d’altri tempi, l’inchiostro d’ogni sua narrazione, in un costante rinvio alle immagini e alle parole. La scelta quindi dello svolgimento «en plein air», “Noir et Blanc” è all’aperto, in un percorso espositivo di 10 fotografie “Street”, nella piazzetta prospiciente la Chiesetta di San Biagio lungo l’antica Via dei Saraceni, poco fuori le attuali mura di Castelmola.

Mendolia ha chiarito che «il sottotitolo dato alla mostra, “La Sicilia, il suo cuore”, rinvia ad una poesia poco conosciuta di Leonardo Sciascia, cui ricorrono i cento anni dalla nascita. Un omaggio a un intellettuale il cui pensiero sempre ci accompagna e alla nostra Isola e l’idea di realizzare una personale di fotografia en plein air è nata nel periodo pandemico, non potendo usufruire di spazi al chiuso per via delle famose restrizioni».

La location che ospita le opere

La bellissima e suggestiva location, che ha lasciato senza fiato chi per la prima volta, sabato pomeriggio, ha deciso di esserci, racchiude una cornice paesaggistico-architettonica di eccezionale valore. La piccola chiesa di San Biagio, si trova alla periferia del paesino di Castelmola, alla fine di uno dei sentieri panoramici più belli e conosciuti che collega Taormina con lo storico borgo di Mylai. La chiesetta di San Biagio è tra le più antiche edificazioni cristiane nella zona, posta a ridosso di una roccia, e dal cui piazzale si gode di uno dei più straordinari panorami con vista mozzafiato sull’Etna, su Taormina e sul golfo di Naxos. La zona è molto frequentata dagli amanti del trekking e delle lunghe passeggiate e molto poco da tanti altri, data la sua scomoda posizione, raggiungibile solo attraverso una ripida serie di scalinate.

Dunque, trascorsi 4 anni dall’ultima mostra fotografica, “Teorema Sicilia”, Rogika è tornato per condurre i fruitori in una passeggiata nella storia, nella memoria e nella bellezza unica di questa Sicilia, cangiante e mai uguale a se stessa. Un percorso fotografico, “La Sicilia, il suo cuore”, che trae ispirazione dalla raccolta poetica di Leonardo Sciascia, stampata e diffusa in soli 111 esemplari dall’editore Bardi, il 10 giugno 1952.

L’omaggio a Sciascia

Un omaggio a Leonardo Sciascia, e un un modesto messaggio di speranza, affinché vi sia un graduale ritorno alla quotidianità, un modo per tornare ad incontrarsi, sorridere, «chiacchierando e non solo di fotografia».

Scommessa fatta e vinta, quella di Roberto Mendolia, il quale durante il suo intervento ha sviluppato pienamente il senso di questa esposizione – che sarà la prima tappa di un viaggio itinerante –, trasmettendo agli intervenuti parole forti, toccanti e cariche di emozione. Intervento di cui qui a seguire si riporta un estratto:

«La Sicilia ha avuto ed ha – da ciò che vedo quando vado a curiosare sui social e tra i miei contatti – numerosi fotografi. Molti sono interessanti e tanti sono anche importanti. Eviterò di citarli, chi li frequenta o chi ha una insita predisposizione per la fotografia li conosce bene. Dirò invece dei fotografi che hanno fatto la storia della fotografia siciliana; dirò di Sellerio, Leone, Minnella, Scianna e dei molti che hanno sentito e sentono un particolare bisogno di verità, perché in questa nostra isola, come ebbe a dire anche Tomasi di Lampedusa nel suo lavoro Il Gattopardo, “la verità sembra non esistere”. Leonardo Sciascia nella prefazione al libro Capuana, Verga, De Roberto fotografi di Andrea Nemiz ha scritto: “Cosa è la fotografia se non la verità momentanea. Verità che contraddice altre verità di altri momenti?”. Questa “storia” della verità non è che piaccia molto, anzi non piace affatto. Ma Sciascia in quella famosa prefazione aveva ragione, la fotografia è verità momentanea ed è soprattutto “verità che contraddice altre verità di altri momenti”. Verità contrapposta ad esempio a quella dei giornali che rappresentano e seguono le logiche redazionali, seguono gli interessi del potere; verità che vogliamo vedere senza mai voler approfondire. Ho citato Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, perché ho trovato appropriato questo brano:

“In nessun luogo quanto in Sicilia la verità ha vita breve: il fatto è avvenuto da cinque minuti e di già il suo nocciolo genuino è scomparso, camuffato, abbellito, sfigurato, oppresso, annientato dalle fantasie e dagli interessi: il pudore, la paura, la generosità, il malanimo, l’opportunismo, la carità, tutte le passioni, le buone quanto le cattive, si precipitano sul fatto e lo fanno a brani; in breve è scomparso”.

Già, la verità in Sicilia sembra proprio non esistere… L’idea di questa mostra, oltre a ciò che è stato scritto per pubblicizzarla sui social, oggi diventato, purtroppo, strumento predominante per informarsi su quanto accade ma che ha la sua pur importante efficacia, non è solo un tentativo «en plein air» di proporre le mie fotografie. È innanzitutto dialogo. Vuole essere dialogo tra me e voi, tra me e la letteratura, tra me e la memoria, tra me e la storia. Quella storia che con accanimento ci ostiniamo a voler dimenticare, conducendola all’oblio perché non più consona al nostro vivere quotidiano. Il luogo, questa bellissima piazzetta, questa semplice chiesetta, non è un pretesto o come si voglia dire un argomento ornamentale per attirare l’attenzione sui miei lavori, me è la vera ragione di questa esposizione. È l’occasione per riprenderci quello che è stato il nostro passato e restituirgli il giusto valore, per non dimenticare la nostra storia, la nostra memoria. Questo è un gesto semplice, un gesto piccolo, forse anche insignificante, ma sono certo che se tutti noi dedicassimo una piccola parte a ciò che abbiamo di bello attorno, se ci rendessimo conto del valore che ci circonda, se provassimo ad amare e a rispettare i nostri luoghi, forse potremmo lasciare qualcosa di buono a chi verrà dopo di noi».

Rogika ha tenuto a ringraziare – oltre a tutti gli intervenuti – il main sponsor l’ “Hosteria Pizzeria Casa Ciampoli” di Enrico e Giancarlo «per il loro fraterno supporto»; e Ruggero Mendolia, suo figlio, un ragazzo in gamba che rende orgoglioso suo padre. Il bellissimo pomeriggio si è avviato alla conclusione con un brindisi e con la consegna di preziose fanzine – realizzate a mano e in tiratura limitata dallo stesso Rogika – che racchiudono le foto proposte nel percorso.

Quando visitare la mostra

La mostra, a cura di Lisa Bachis, potrà essere visitata nei seguenti giorni:

  • 13 e 14 luglio dalle 17:00 alle 19:30
  • 20 e 21 luglio dalle 17:00 alle 19:30
  • 27 e 28 luglio dalle 17:00 alle 19:30

Cliccando qui, ulteriori info per raggiungere il luogo dell’evento.

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