Qui, tra le vette e i valloni di questa catena montuosa, si trova la più grande colonia di questa specie rara e minacciata
La coturnice siciliana (Alectoris graeca whitakeri), una sottospecie endemica della Sicilia, rappresenta uno degli emblemi naturali più affascinanti dell’isola. Questo uccello, appartenente alla famiglia dei Phasianidae, è noto per la sua bellezza discreta e per il suo habitat montano, che in Sicilia trova nei Monti Peloritani il suo principale baluardo.
Qui, tra le vette e i valloni di questa catena montuosa che si estende lungo la costa nord-orientale dell’isola, si trova la più grande colonia siciliana di coturnice, un’area di straordinaria importanza per la conservazione di questa specie rara e minacciata. Ma la coturnice siciliana non è solo un gioiello della biodiversità. La sua immagine ha attraversato i secoli, finendo per essere immortalata in una delle opere più celebri del Rinascimento italiano, “San Girolamo nello studio” di Antonello da Messina.

Un uccello dei Monti Peloritani
I Monti Peloritani, che si ergono a ridosso dello Stretto di Messina, offrono un ambiente ideale per la coturnice siciliana. Con altitudini che superano i 1.200 metri, come nel caso di Monte Scuderi, questa zona è caratterizzata da paesaggi rocciosi, macchia mediterranea e boschi di roverella, habitat perfetti per un uccello che predilige terreni aperti e pendii assolati. La colonia più numerosa dell’isola si concentra proprio in questa zona, in particolare nella Riserva naturale orientata di Fiumedinisi e Monte Scuderi, istituita nel 1998 per proteggere la fauna e la flora locali, con un’attenzione speciale proprio alla coturnice.
La coturnice siciliana si distingue dalle altre sottospecie di Alectoris graeca per alcune peculiarità fisiche, come il piumaggio leggermente più chiaro e una corporatura adattata all’isolamento geografico dell’isola. La sua presenza sui Peloritani è il risultato di un lungo processo evolutivo, favorito dall’isolamento postglaciale che ha permesso lo sviluppo di caratteristiche uniche. Tuttavia, la specie è oggi considerata a rischio, minacciata da fattori come la perdita di habitat, il bracconaggio e l’introduzione di individui non autoctoni che ne compromettono la purezza genetica.

La Coturnice nell’arte di Antonello da Messina
La coturnice siciliana non è solo un elemento del patrimonio naturale, ma anche un protagonista dell’arte rinascimentale. Nella celebre opera “San Girolamo nello studio”, dipinta da Antonello da Messina intorno al 1474-1475 e oggi conservata alla National Gallery di Londra, l’uccello appare in primo piano, sul gradino che introduce alla scena principale. Antonello, il più grande pittore siciliano del Quattrocento, nato e morto a Messina (1430-1479), inserì la coturnice in quest’opera come un dettaglio ricco di simbolismo, fondendo la sua attenzione per la natura locale con l’influenza della pittura fiamminga.
Nel dipinto, San Girolamo è rappresentato nel suo studio, immerso nella lettura, circondato da un’architettura gotica e da una serie di elementi simbolici. La coturnice, posizionata a sinistra del gradino, è stata interpretata in modi diversi dagli studiosi. Per alcuni, richiama il simbolismo cristiano della verità e della redenzione, associato alla figura di Cristo che libera l’umanità dal peccato, in contrasto con il pavone accanto, simbolo di eternità e immortalità. Per altri, la sua presenza potrebbe riflettere un’osservazione diretta della fauna siciliana da parte di Antonello, che, vivendo a Messina, conosceva bene i Peloritani e i loro abitanti alati. Questo dettaglio testimonia la straordinaria capacità dell’artista di integrare elementi locali in una composizione di respiro universale, unendo il rigore prospettico italiano alla minuziosità fiamminga.
