La domenica delle Palme a Messina: "Chi governa persegua il bene comune"

La domenica delle Palme a Messina: “Chi governa persegua il bene comune”

Marco Olivieri

La domenica delle Palme a Messina: “Chi governa persegua il bene comune”

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domenica 10 Aprile 2022 - 13:14

In sostituzione di monsignor Accolla e del vicario Di Pietro, in isolamento, l'omelia di padre La Speme al Duomo

MESSINA – “Vicinanza ai fratelli che soffrono in guerra o per la pandemia. Ma anche a tutti i messinesi in sofferenza per il disagio economico. L’invito rivolto a chi svolge un servizio pubblico di responsabilità è quello di perseguire il bene comune, a sostegno soprattutto delle persone più svantaggiate”. Ecco in sintesi la domenica delle Palme, al Duomo di Messina, secondo il celebrante Giuseppe La Speme.

L’assenza di Accolla e Di Pietro e l’emergenza Covid non tramontata

Il clima d’emergenza Covid non smette di segnare le celebrazioni religiose e anche la commemorazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Sia l’arcivescovo, monsignor Giovanni Accolla, sia monsignor Cesare Di Pietro, vicario generale, sono in isolamento. Al delegato padre La Speme è toccato, dunque, stamattina celebrare e trasmettere il messaggio di speranza di Cristo. E a ricordare che viviamo sempre in un clima di prudenza, oltre che per via delle mascherine, è anche un altro dettaglio: la benedizione delle palme (nella foto in basso) avviene in chiesa e non all’aperto, con i fedeli ognuno al proprio posto.

A tutto questo si aggiunge l’annullamento delle barette per rimanere al territorio messinese. Uno stop traumatico, causa Covid, dal 2020.

Per via dell’emergenza pandemica, sempre dal 2020 non si svolge la processione con i ramoscelli di ulivo, né quella all’offertorio. “Si presti attenzione che i ministri e i fedeli tengano nelle mani il ramo d’ulivo o di palma portato con sé, evitando consegne o scambi di rami”, raccomanda la Chiesa cattolica ai sacerdoti.

“La guerra, la pandemia e il disagio economico” nelle parole di La Speme

Sottolinea monsignor La Speme (nella foto), intervistato pochi minuti prima della messa, che “l’omelia è sempre in funzione della parola ricevuta. Oggi, domenica delle Palme, siamo invitati a acclamare Cristo, nostro re e nostro Signore della vita nella misura cui lo accogliamo nei suoi insegnamenti. L’invito è anche a stare sotto la croce per imparare dalla sapienza della croce stessa. Da questo sacrificio, che a noi può apparire disumano, possiamo cogliere la misura dell’amore di Dio. Quello che dovrebbe muovere i nostri passi verso un cammino fraterno di solidarietà e attenzione verso la dignità dell’essere umano e soprattutto al rispetto della vita”.

“No alla violenza”

Continua La Speme, parlando dei temi su cui ha incentrato la sua omelia: “Gli argomenti che affronto trovano accoglienza nel contesto in cui viviamo, dove il potere prende il posto del servizio, la violenza calpesta la dignità umana e non c’è rispetto della vita. Morti ingiuste e calvari cruenti li vediamo nei nostri fratelli che, in questo momento, vivono l’esperienza drammatica della guerra. Né possiamo dimenticare la condizione pandemica: siamo ancora incerti sul nostro futuro”.

“Ecco, in questo clima, ritornare al Signore, significa mettere la sua vita nelle sue mani, al sicuro, E con la sua forza affronteremo questo presente, sapendo che la passione e la croce non sono la fine ma un passaggio verso una luce di resurrezione. Luce che nasce dentro di noi. Luce che ci porta a ravvivare la speranza che tutto si trasforma e tutto può tendere al bene”, auspica il delegato.

“La crisi economica a Messina e le responsabilità di chi deve governare secondo il bene comune”

Monsignor La Speme fa riferimento pure alle “difficoltà che si vivono a Messina come conseguenze delle situazioni che viviamo su scala più grande. Sofferenze, però, acuite dai disagi sempre vissuti nelle nostre zone”.

Il sacerdote invita la classe politica, senza citarla direttamente, a perseguire il “bene comune”: “Il nostro territorio soffre di grandi distattenzioni da parte di chi dovrebbe perseguire il bene di tutti i cittadini, soprattutto di quelli più bisognosi. Le povertà sono tante e soprattutto ce ne sono tante poco visibili. Povertà nascoste nei nuclei familiari che non riescono ad andare avanti”.

“Dalla mancanza del posto di lavoro al caro bollette”

“Spesso, nelle famiglie messinesi, non c’è lo stipendio o si è perso il posto di lavoro. Sono tante le difficoltà che possono subentrare: dalle bollette in aumento al resto. Ecco il nostro invito come chiesa: che questa celebrazione pasquale scuota le coscienze, soprattutto di chi è chiamato a svolgere un servizio pubblico di responsabilità affinché si prodighi per il bene e la conduzione di una vita dignitosa da parte di tutti i cittadini”, aggiunge monsignor La Speme.

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2 commenti

  1. Non capisco francamente il perché sia stata annulla la processione all’aperto delle Barette. Stamattina al Duomo tutta la gente era ammassata, in barba alle norme antiCovid. O comunque al buon senso, che tutti dovremmo avere, a non stare troppo a stretto contatto. Oltre alle persone sedute “correttamente”, nelle navate laterali c’era il delirio di persone, tutte attaccate. Io sono uscito dopo neanche 5 minuti. Troppa gente, veramente.

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  2. Non capisco francamente il perché sia stata annulla la processione all’aperto delle Barette. Stamattina al Duomo tutta la gente era ammassata, in barba alle norme antiCovid. O comunque al buon senso, che tutti dovremmo avere,a non stare troppo a stretto contatto. Oltre alle persone sedute “correttamente”, nelle navate laterali c’era il delirio di persone, tutte attaccate. Io sono uscito dopo neanche 5 minuti. Troppa gente, veramente.

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