La guerra sull'ora del coprifuoco, il pass verde e l'esercizio puro del potere

La guerra sull’ora del coprifuoco, il pass verde e l’esercizio puro del potere

Rosaria Brancato

La guerra sull’ora del coprifuoco, il pass verde e l’esercizio puro del potere

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venerdì 23 Aprile 2021 - 12:05

Lo scontro sull'ora in più negata, le discriminazioni tra le riaperture, il pass verde per turismo, mostrano un Paese che non ha strategia reale di rilancio

La logica del decreto “prendere o lasciare”, che ha caratterizzato gli ormai famosi Dpcm, sta continuando con il governo Draghi, cambiando solo la forma del provvedimento ma non il metodo. Ad un anno di distanza, con una campagna vaccinale che non si avvicina neanche lontanamente agli obiettivi preposti, le misure adottate nell’ultimo decreto legge, stanno provocando proteste corali e palesano in più aspetti una discrezionalità che nulla ha a che vedere con l’evidenza scientifica. (foto di copertina di Antonello Diano)

L’elemosina dell’ora

La questione del coprifuoco alle 22 piuttosto che alle 23, che sta diventando quasi un’elemosina oraria che lo Stato concede ai sudditi, è diventata materia di scontro tra il governo e le Regioni e le categorie che sono state maggiormente penalizzate in oltre un anno, quasi fossero loro gli untori. Lo stesso Cts ha dichiarato di non aver mai posto alcun veto tecnico ma che semmai c’è un no di tipo politico. Il coprifuoco, termine che evoca ansie e periodi di guerra, non è la sola materia di scontro tra una parte del Paese ormai sfiancata dai continui divieti e restrizioni e il governo che sta agendo, a differenza delle premesse con cui è nato, in piena continuità con il Conte II. Tema del contendere non è solo l’ora in più o in meno “concessa” dal sovrano ai sudditi, ma la discriminazione nelle aperture. Un anno fa la situazione delle riaperute era persino migliore, e non c’era la campagna vaccinale in corso.

Le discriminazioni

Il decreto crea discriminazioni tra locali. Non si capisce perché in zona gialla, a possono aprire a pranzo (e a cena) SOLO bar e ristoranti con tavoli all’aperto. La stessa zona gialla dei mesi scorsi prevedeva invece l’apertura a pranzo per TUTTI, compreso chi non aveva tavoli all’aperto. Non si comprende perché mesi dopo, con vaccini in corso e calo di contagi si debbano vessare ulteriormente alcune categorie. Anzi si fa di peggio. Si dice: ti apro così non ti devo dare il ristoro ma non ti metto in condizione di poter lavorare e quindi avere reddito. Insomma li si consegnano alla criminalità o alla fame.

Palestre, wedding

Protestano le palestre: perché piscine e sport di contatto sì a maggio e noi a giugno (quando notoriamente le palestre del mondo chiudono). Protesta il mondo del wedding planner: perché allo stadio sì e io non mi posso sposare? Protestano perché qui non si chiede di darci alla pazza gioia, ma di aprire in sicurezza dopo un anno di restrizioni.

Il dispetto all’avversario

La querelle sull’ora in più o in meno è surreale. Il decreto non indica una data né in un senso né in un altro, segnale questo che al governo non interessa affatto l’argomento che invece fa la differenza tra un locale fallito e uno no. Ed è inspiegabile. Quasi che il dire no al coprifuoco alle 23 sia un dispetto ad una parte politica (quell’antipatico di Salvini) e non ad un mondo per il quale 10 coperti in più possono garantire lo stipendio di un cameriere, di un cuoco, di un ristoratore. Il coprifuoco alle 23 infatti consente, viste le restrizioni sul numero dei tavoli e dei commensali, quanto meno di poter fare due turni e quindi far sopravvivere le categorie. Lo stesso Cts ha chiarito che non ha mai posto il veto e del resto pensare ad un virus che alle 22 si sveglia e impazza tra tavoli è semplicemente un’offesa all’intelligenza degli italiani.

Ma quale turismo?

Mentre Grecia e Spagna sono pronte all’offerta per il turismo, e gli inglesi, i francesi, gli americani stanno programmando le vacanze, l’Italia il turismo lo mette solo tra le parole. Vogliamo attirare i turisti in questo modo? E mi riferisco anche al turismo interno tra le Regioni. Chi può programmare una vacanza in Italia o in un’altra regione se non c’è alcuna data, alcuna certezza non solo sul coprifuoco alle 22 ma anche sullo stesso coprifuoco. Ci sono migliaia di persone in attesa di quella singola ora per decidere se sposarsi dopo aver rinviato dallo scorso anno o fare altre cerimonie. Un’ora negata in modo a dir poco arbitrario e inspiegabile. Una guerra partitica che non fa onore al Paese.

Il pass verde

C’è poi il capitolo del pass verde, una sorta di “passaporto” che attesta che ti sei vaccinato o sei guarito o hai fatto il tampone 48 ore prima ed è risultato negativo. Bene, il pass verde serve per spostarsi tra regioni rosse e arancioni PER TURISMO. Per tutti gli altri spostamenti infatti, lavoro, necessità, salute, basta l’autocertificazione. Il pass verde per turismo nelle zone rosse (dove è tutto chiuso) e arancioni (dove la situazione è analoga) è un contro senso. Chi fa turismo in una zona dove non puoi neanche andare a trovare un amico visto che è vietato (per non parlare di una coppa di gelato da prendere in un bar visto che è chiuso?), chi va a far turismo in zona rossa se non puoi neanche andare in un sito da visitare?

Servono strategie reali

Invece di attuare strategie di isole covid free o zone turistiche covid free, invece di studiare forme per rendere free il mondo dell’ospitalità che facciamo? Chiudiamo tutto, vietiamo, facciamo barricate pur di non dare un’ora in più di respiro. Ed è con queste regole che vogliamo rilanciare il Paese? Più semplicemente si naviga a vista, limitandosi al puro esercizio del potere

3 commenti

  1. Ricordo che gli inglesi fino a luglio non possono uscire dai confini nazionali. E che a Madrid i contagi stanno di nuovo schizzando alle stelle, dopo che il governo locale (di destra liberista, che lo dico a fare) ha dato il via libera alla movida. Alle Baleari comitive di turisti tedeschi sono dovuti rimanere in quarantena, perchè le isole covid free lo rimangono giusto il tempo che arrivi il primo turista, visto quanto sono veritieri i tamponi rapidi.

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  2. Un’analisi perfetta che mette a nudo ancora una volta che le schermaglie politiche non guardano in faccia nessuno. Un’economia al collasso, persone che muoiono ma pur di farsi i dispetti e far capire che ancora comandano loro, cambiano i nomi ma la sostanza è sempre quella. Un governo di incapaci , peggiori di quelli da prima repubblica. Quelli che c’erano prima avevano tanti difetti ,ladri , malfattori, schiavi del sistema che avevano creato loro , bada bene, ma erano politici e rispettati all’estero. Io non conosco a fondo cosa cosa prevede lo statuto speciale della Sicilia ma sarebbe ora di mandare a casa gli yes man sudditi di Roma. Complimenti direttore per il suo commento.

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  3. Rosaria dice bene e non è la prima volta. Purtroppo l’unica industria capace di risollevare la nostra economia, il turismo, è palesemente vessata. Il nostro governo non è capace di prendere gli spunti positivi di Grecia e Spagna. Bastava rendere le piccole isole covid free, iniziare da lì che era semplice per poi proseguire. Stiamo consegnando centinaia di attività sane a chi i soldi li ha subito e in contanti.

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