Il senatore Germanà annuncia l'iniziativa dei cinque consiglieri comunali in relazione al corteo no ponte di ieri. Ma è una proposta che non convince
MESSINA – “Abbiamo presentato come Lega una mozione a Messina, firmata dai nostri cinque consiglieri comunali, per contrastare i manifestanti violenti e i cortei squadristi che hanno messo a ferro e fuoco il centro della città nella serata di ieri. Chiediamo al sindaco e a tutta la maggioranza di dare un segnale ai cittadini nella direzione giusta: è necessario vietare l’utilizzo del suolo pubblico e l’organizzazione di raduni, manifestazioni o cortei a coloro che abbiano già dimostrato di fomentare l’odio e incitare alla violenza”. Così in una nota la Lega Messina, a firma dei consiglieri comunali Amalia Centofanti, Rosaria D’arrigo, Cosimo Oteri, Giulia Restuccia, Emilia Rotondo. Ad annunciarlo il senatore Nino Germanà, commissario della Lega in Sicilia e segretario della commissione Infrastrutture a Palazzo Madama.
Continua il documento: “Non possiamo più tollerare che certi facinorosi mettano a repentaglio la sicurezza della nostra comunità, a maggior ragione se si tratta di personaggi che vengono da fuori e col solo intento di creare scontri con le forze dell’ordine o imbrattare muri. Il Ponte sullo Stretto sarà un’opera storica per l’Italia e in particolare per il nostro territorio, che potrà giovare di un indotto mai visto prima”.

Una piccola considerazione: esistono già le regole
Una piccola considerazione in merito alla nuova iniziativa leghista. Singolare poi che parta da cinque consiglieri comunali, che si rivolgono al sindaco. La Costituzione, che dovrebbe essere il nostro faro, e il codice penale esistono già in Italia. Tutto il resto rischia di provocare danni sul piano democratico. Né si può dare potere a una minoranza di violenti e vandali, che vanno isolati, così come hanno sempre fatto sindacati, partiti e movimenti progressisti.
Come dovrebbe scattare questo divieto? Divieto che comunque non può riguardare lo storico movimento no ponte. Le norme, lo ribadiamo, ci sono già.
Ecco perché la proposta leghista non convince
Lo abbiamo già evidenziato proprio oggi: la tentazione di criminalizzare il dissenso è sempre dietro l’angolo. Le iniziative parlamentari di questi anni hanno avuto al centro del dibattito proprio il rischio di mescolare pericolosamente ciò che va tenuto distinto. Una cosa è chi protesta secondo le regole della democrazia e della Costituzione, come il movimento no ponte ha sempre fatto. E altro chi s’inserisce in una battaglia politica per sputare il proprio veleno che ha in corpo. E attende solo il momento per creare il caos, godendo della reazione del potere.
Fermezza contro i violenti ma massima attenzione a tutelare i diritti costituzionali
La proposta leghista non convince perché siamo una Repubblica democratica, seppure con molti limiti e fragilità. No alla violenza, dunque, da qualunque parte provenga. Ma no anche a un clima di paura e di compressione delle libertà e dei diritti costituzionali.
La precisazione del consigliere Cosimo Oteri
Ci risponde il consigliere Cosimo Oteri: “Se la mozione non viene letta totalmente può non convincere, preciso meglio allora. Ecco la nostra mozione: “In subordine, laddove si ritenga di autorizzare comunque l’evento, confidando sulla capacità e sulla volontà degli organizzatori di assicurare il pacifico svolgimento della manifestazione, a concedere spazi aperti diversi dal centro storico e distanti da questo, quali ad esempio i parcheggi di interscambio inutilizzati come quello di San Licandro; a costituirsi parte civile nei procedimenti penali avviati nei confronti dei responsabili; a valutare la possibilità di richiedere il risarcimento dei danni subiti dalla città ai responsabili delle associazioni che hanno organizzato le manifestazioni poi sfociate in guerriglia urbana”. Noi vogliamo tutelare il centro storico e i luoghi maggiormente frequentati. Rispettiamo pienamente la Costituzione”.
La responsabilità è personale, i violenti vanno sanzionati
Una breve risposta al consigliere Oteri, che ringraziamo. Dato che la responsabilità è personale, solo chi commette reati deve essere sottoposto a procedimento penale. Il risarcimento dei danni per chi organizza la manifestazione non ha senso nel momento in cui, ribadiamo, la responsabilità è personale. E il rischio d’infiltrazioni e strumentalizzazioni è sempre notevole.
Inoltre, la tutela del centro storico e di ogni angolo di città va garantita a prescindere dalle manifestazioni, la maggioranza delle quali sono pacifiche e democratiche. Sarebbe come sostenere che invece di piazza San Giovanni, a Roma, le mobilitazioni dovrebbero farsi solo negli stadi o dentro il Colosseo.
Quanto ai “parcheggi d’interscambio inutilizzati”, nessuno ci aveva ancora pensato. Però, che idea…

Ma la lega sette volte su dieci apre la bocca senza sapere neanche cosa ne verrà fuori.
A cose fatte che comprendano o meno quanto detto, si affannano a perseverare, convinti di esercitare la virtù della coerenza.
Chi organizza é sempre responsabile!
Gente che non sa cosa dice.
Questi leghisti del sud si definiscono per quello che sono
Il senatore farebbe solo meglio a non intervenire, non ha capito che sto “beneamato ponte” non lo vogliamo…