"La Terapia intensiva del Policlinico di Messina, esempio di buona sanità"

“La Terapia intensiva del Policlinico di Messina, esempio di buona sanità”

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“La Terapia intensiva del Policlinico di Messina, esempio di buona sanità”

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giovedì 23 Gennaio 2020 - 09:02

LA LETTERA. "Nel nostro territorio, oltre alle mancanze ed insufficienze del sistema sanitario, c'è anche una Buona Sanità con alti livelli di professionalità e specializzazione; una sanità d'eccellenza di cui siamo stati recentemente testimoni"

MESSINA – “Non è vero che gli angeli vivono solo in cielo, talvolta si possono incontrare anche sulla terra e noi possiamo dire di averli incontrati! Non hanno le ali e i riccioli biondi così come li immaginiamo ma sono donne e uomini “comuni”, fatti di carne ed ossa e “abitano” al sesto piano del padiglione H del Policlinico Universitario G. Martino di Messina, nel reparto di Terapia Intensiva afferente al dipartimento di Anestesia e Rianimazione con responsabile il prof. Antonio David.

Nel nostro territorio, oltre alle mancanze ed insufficienze del sistema sanitario, c’è anche una Buona Sanità con alti livelli di professionalità e specializzazione; una sanità d’eccellenza di cui siamo stati recentemente testimoni. La Terapia Intensiva del Policlinico G. Martino è il segno della positività sanitaria ed è corretto offrire riconoscenza a chi opera positivamente! Per questo motivo è giusto che l’informazione riporti gli aspetti negativi, ma è più che mai necessario veicolare la positività per non togliere fiducia e speranza ai tanti messinesi e siciliani che desiderano restare nella propria terra per essere curati da professionisti seri.

“Dal Pronto soccorso alla terapia intensiva…”

La nostra avventura ha avuto inizio il 16 agosto 2019 quando papà, a seguito di un incidente stradale, è stato portato al pronto soccorso del Policlinico di Messina poi ricoverato nel reparto di chirurgia toracica e dopo due giorni, il 18 agosto, è entrato in terapia intensiva.

La situazione non era delle migliori, che poi si sa, chi arriva in terapia intensiva non arriva di certo nelle migliori delle condizioni… Non per niente la Rianimazione, nell’immaginario comune, la si potrebbe definire “preludio della fine”. Per noi non è stato così!!! Grazie a Dio e grazie ai suoi angeli che ha messo sulla nostra strada per aiutarci a superare questo momento difficile.

Impossibile dimenticare la loro disponibilità e pazienza nel gestire i tanti momenti di sconforto nei quali siamo caduti, siamo stati costantemente informati sulle condizioni di papà anche se ciò significava dover sentire ogni giorno mancare le speranze, abbiamo apprezzato anche la durezza della verità che a volte erano costretti a dirci senza per questo mancare in parole di conforto. Sia i medici che gli infermieri hanno dimostrato una competenza e una professionalità fuori dal comune e, non meno importante, un grande affetto nei confronti di papà che di conseguenza ha avuto uno sprone in più per combattere e andare avanti.

“Professionisti, ma soprattutto persone”

Professionisti seri ma soprattutto persone! Persone capaci di trasmetterti la forza per affrontare e superare quei momenti tragici, perché quando sei in un letto della terapia intensiva sì, hai bisogno di terapie mediche per guarire, ma hai ancora più bisogno di parole, di gesti, di battute, di strette di mano che ti fanno sentire vivo e papà tutto questo lo ha avuto!

Molte volte tutto questo viene dato per scontato perché è dovere dei medici salvare vite umane, ma quando tutto questo ti tocca personalmente ti rendi conto del valore immenso del lavoro che svolgete: voi avete dato a papà la possibilità di riabbracciare la sua famiglia e le persone a lui care e non c’è prezzo per questo, e non esistono nemmeno parole in grado di esprimere queste emozioni.

“Dopo tre lunghi mesi, la luce in fondo al tunnel…”

Il 14 novembre, dopo tre lunghissimi mesi, papà finalmente è uscito dalla terapia intensiva ed è stato letteralmentente “scortato” dai suoi “angeli” presso la clinica Cot dove ha iniziato un percorso di riabilitazione, e tutto questo è avvenuto, lo ribadiamo ancora una volta, grazie alle persone eccezionali che lo hanno assistito, persone con nomi e cognomi che meritano un sentito ringraziamento unito ad un immenso senso di gratitudine. Ringraziamo quindi i dottori Calì Placido, David Teresa, De Luca Raffaele, De Salvo Giovanni, Giardina Massimiliano, Iannì Roberto, Messina Roberto e Noto Alberto; gli infermieri Valerio, Teresa, Tiziana, Baldo, Giuseppe, Santo, Giovanni, Ivan, Maddalena, Francesca; gli specializzandi Francesca, Silvia, Francesco, Lucia, Matteo, Davide; le oss e gli ausiliari Maria, Paola, Giovanna e Nino.

Purtroppo però questa isola felice di cui vi abbiamo parlato finora, dal 6 dicembre 2019, non esiste più; ossia i 4 posti della terapia intensiva che si trovavano al sesto piano del padiglione H sono stati trasferiti nel reparto di Anestesia e Rianimazione, giù al padiglione E, e di conseguenza la sala operatoria del reparto di chirurgia vascolare, di cui è dirigente il prof. Filippo Benedetto, è rimasta sprovvista di una terapia intensiva direttamente collegata ad essa.

Ovviamente siamo certi che i “nostri” angeli svolgeranno il loro lavoro come sempre al meglio, anche se ci dispiace tantissimo che quel posto, dove noi per mesi paradossalmente ci siamo sentiti in famiglia, non esista più.

La famiglia Armeli Moccia

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