La violentissima eruzione di Tonga: possibili conseguenze sul clima globale?

La violentissima eruzione di Tonga: possibili conseguenze sul clima globale?

Daniele Ingemi

La violentissima eruzione di Tonga: possibili conseguenze sul clima globale?

lunedì 17 Gennaio 2022 - 12:51

Anche in riva allo Stretto ha fatto seguito l'onda di pressione creata dalla violenta eruzione, con due distinti picchi seguiti da piccole fluttuazioni

La violentissima eruzione del vulcano sottomarino, ubicato nei pressi di Hunga Tonga, nell’arcipelago di Tonga, in Oceania, sul Pacifico meridionale, è stata immortalata dai principali satelliti meteorologici. Con molta probabilità entrerà nella storia come una delle esplosioni più potenti, finora registrate nel globo. L’impressionante scoppio ha prodotto la propagazione di un’onda d’urto, che poi dopo una certa distanza, si è trasformata in onda sonora, accompagnata da una conseguente onda di pressione.

L’onda sonora è composta da una successione di variazioni della pressione atmosferica, di segno opposto rispetto alla pressione di equilibrio. In pratica le piccole particelle d’aria, al passaggio di un’onda sonora, tendono prima a “comprimersi”, e successivamente a “dilatarsi”, provocando delle rapide variazioni della pressione atmosferica.

Il momento dell’esplosione immortalato dal satellite meteo del servizio meteorologico delle isole Fiji, sul Pacifico meridionale

Cosa è successo ai barometri di tutto il mondo?

Sabato 15 gennaio 2022 tutte le stazioni barometriche del mondo, incluse quelle italiane, hanno registrato il passaggio di un’onda primaria di pressione atmosferica, riconducibile all’esplosione del vulcano di Hunga Tonga. In Italia la prima onda è giunta nella serata di sabato 15 gennaio, poco prima delle ore 21:00 PM, con un picco pressorio al rialzo, di circa +2 hPa in pochi minuti, seguita da un altrettanta diminuzione. Va detto che queste onde di pressione sono fenomeni naturali, e generalmente non hanno importanti ripercussioni sull’andamento meteorologico.

Dopo aver investito l’Italia l’onda barica ha proseguito il suo tragitto in tutto il mondo, per ritornare nuovamente sul territorio italiano, verso le 02:00 di notte, con un nuovo, ma più piccolo picco barico, al ribasso (picco negativo), seguito da altre leggerissime fluttuazioni, che hanno stabilizzato la pressione ai valori “reali” del momento. Sul tracciato barografico di Messina, le piccole fluttuazioni registrate alle 02:00 di notte, di domenica 16 gennaio 2022, potrebbero essere derivate da “interferenze”, prodotte dall’interazione dell’onda di pressione di ritorno, con i rilievi che contornano lo Stretto.

Dall’immagine satellitare si nota la violenta onda d’urto che poi si è propagata come onda sonora e onda di pressione sul resto del mondo

L’eruzione del vulcano polinesiano avrà ripercussioni sul clima terrestre?

La violentissima eruzione dell’Hunga Hàapai, al momento, non sembra poter avere alcun tipo di ripercussioni, se non solo locale. Quello dei legami fra eruzioni vulcaniche e clima terrestre è un argomento molto complesso da affrontare.

Nell’ultimo cinquantennio, ci sono state almeno altre tre eruzioni vulcaniche di una certa consistenza, che hanno sicuramente prodotto onde sonore di portata simile, se non superiore a quella di attualità: la prima quella del vulcano Agung, nel marzo 1963, (indice di esplosività vulcanica VEI = 5), quella di El Chichon, nel marzo 1982, (ancora VEI=5), e quella del Pinatubo, nel giugno 1991, (VEI=6, il pennacchio più alto di 20 km).

Una spettacolare foto fornita dal servizio geologico di Tonga sull’esplosione del vulcano di Tonga

In tutti e tre i casi, ci furono delle conseguenze sulla temperatura media globale che, a causa della riduzione della radiazione solare a terra per via della trasparenza atmosferica ridotta dalla presenza di polveri e goccioline in stratosfera, fece registrare una diminuzione nell’anno successivo all’eruzione. Parliamo pero di diminuzioni impercettibili, dell’ordine di pochi decimali. Andando a ritroso, la più violenta in epoca recente fu quella del Krakatoa nel 1883 (VEI=6) e la maggiore in epoca moderna, quella del M. Tambora nel 1815 (VEI=7), a cui in Europa fece seguito il famoso “anno senza estate”, la famosissima estate del 1816.

Nel caso dell’’Hunga Hàapai, visto che la colonna di cenere ha sfondato fino in stratosfera, oltre i 20 km, ci potranno essere delle ripercussioni, almeno solo locale, nell’area del Pacifico meridionale, fra le Fiji e Tonga, e altri arcipelaghi limitrofi. Difatti, le ceneri e le polveri vulcaniche più piccole e leggere, finendo in stratosfera, potranno rendere la stratosfera meno trasparente, causando una diminuzione della radiazione solare che filtra verso la troposfera, con un conseguente lieve abbassamento termico.

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