Il comitato: "Il Consiglio straordinario non ha dissipato i tanti dubbi. Ecco le nostre 7 domande a Comune e Amam"
MESSINA – “Il Consiglio Comunale straordinario, convocato ieri sul tema dell’acqua, non ha dissipato i tanti dubbi, né risposto alle tante domande che come Comitato abbiamo posto in questi mesi. L’acqua del Comune si può bere o no? A questa semplice domanda né il sindaco, né l’Amam, né il direttore generale dell’Asp Cuccì, a cui uno dei nostri portavoce ha posto direttamente la domanda, hanno saputo rispondere. E non poteva essere altrimenti perché l’ordinanza sindacale del 5 settembre scorso è ancora in vigore”. Il comitato “Vogliamo l’acqua dal rubinetto!” ha sintetizzato in un documento, che ha consegnato ai consiglieri, le ragioni della mobilitazione e le 7 domande che rimangono senza risposta. “Quindi sabato 10 maggio, alle 10, saremo davanti al Comune per continuare la nostra lotta per avere acqua pulita, potabile, pubblica e h24 nella nostra città”, viene annunciato.
Le sette domande sull’acqua a Messina rivolte a Comune e Amam
Ecco le sette domande del comitato, con destinatari l’amministrazione comunale e l’Amam:
1) Perché non sono state ancora rese pubbliche le analisi sulla qualità dell’acqua dei pozzi oggetto
dell’ordinanza?
2) Perché nell’ordinanza si parla di quattro pozzi quando invece l’Asp ci ha informato recentemente che i
pozzi erano cinque? Qual è il quinto e quando è stato collegato?
3) Perché, e quando, sono stati chiusi i pozzi Briga 1 e Briga 2?
4) Perché ci sono voluti otto mesi per attuare le prescrizioni Asp?
5) Quali soluzioni tecniche ha posto in essere l’ente preposto per mettere in sicurezza questi pozzi, in modo da evitare le eventuali contaminazioni dalla vicina rete fognaria?
6) Posto che in città ci sono in tutto circa 80 serbatoi comunali e 45 pozzi funzionanti, vengono effettuati
prelievi di controllo per la potabilità dell’acqua su tutti? E se sì, con quale frequenza e dove sono pubblicati questi dati?
7) In che modo l’ordinanza di non potabilità firmata dal sindaco ha influito sul livello di prestazione del
macro indicatore Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) M3 in relazione allla qualità dell’acqua erogata? L’indicatore M3a riguarda infatti l’incidenza delle ordinanze di non potabilità. Quali ripercussioni questa ordinanza comporterà per le nostre tasche e per i bilanci dell’Amam?”.
La richiesta di rimborso delle bollette e l’esposto in Procura
Insiste il comitato: “Non ci basterà, insomma, la revoca dell’ordinanza per chiudere questa assurda vicenda. Oltre ad attendere risposta alle precedenti domande, manteniamo la nostra richiesta di rimborso delle bollette, parziale o totale, dal giorno dell’ordinanza al giorno della sua revoca, per il grave disservizio. E ci aspettiamo un riscontro da parte della magistratura in merito al nostro esposto: infatti, anche quando l’acqua fosse dichiarata potabile in questi giorni, la dichiarazione di potabilità non può essere certo considerata retroattiva, e non si tratta di certo di una formalità. Attendiamo ancora, inoltre, che vengano finalmente pubblicati in maniera chiara, completa e accessibile a tutte/i, sul sito internet dell’Amam, i dati sulla qualità dell’acqua erogata a Messina, sia alla fonte che nei vari quartieri cittadini”.
Il comitato “Vogliamo l’acqua dal rubinetto!” è nato “sulla spinta dell’emergenza idrica in città dell’estate
scorsa, con l’obiettivo di avere acqua pulita, potabile, pubblica 24 ore su 24. Il nostro compito quindi non si è concluso, la lotta continua”, ribadiscono i promotori.
Basile: “L’acqua è conforme ai valori ma solo con la certificazione potrà essere dichiarata idonea all’uso umano”
Così il sindaco di Messina ieri in Consiglio: “Per me cittadino, l’acqua è potabile se la posso bere, ma ho imparato in questi mesi che si dice idonea all’uso umano e solo con la certificazione può esserlo. Ma l’acqua è conforme ai valori. Non posso pensare che la mia città possa immaginare che un sindaco immetta acqua non buona”. Ma mancano alcune certificazioni, “che arriveranno”, per poterla definire “potabile”. Certificazione che è arrivata per uno dei tre pozzi di Mili, quello denominato “Cucinotta”, con l’Asp pronta a dare “l’idoneità provvisoria”.

Ma mancano alcune certificazioni, “che arriveranno”, per poterla definire “potabile”.
Si evince dunque che il sindaco ha dichiarato che l’acqua non è ufficialmente definibile potabile.
E, se invece lo chiediamo a Ciucci, ci darà che il Ponte è potabile! E’ anche buono da bere!
Perché non si interviene programmando adeguatamente per garantire a tutta la cittadinanza lo stesso livello di servizio?
Perché chi riceve l’acqua 6 ore al giorno dovrebbe pagare come chi la riceve per 24 ore?
Se non ci fossero gli autoclave sarebbe una città assetata… e chi ce l’ha paga anche un aggravio di energia elettrica che chi ha l’acqua continua non ha
Potabilità? Happy problem! 🤣
Se non ho l’acqua corrente che me ne faccio della potabilità?!?
L’unica risposta coerente è alla Nino Frassica. “E’ potabile o no? Lo fosse se lo sarebbe, ma se lo sarebbe non lo fosse!”
Ricordo che era il 2018…ed un leader politico della attuale amministrazione comunale…si presentò in pieno comizio con una pecora al guinzaglio…..paragone,in quell’ occasione, il ” messinese tipo” …a quel simpatico ovino…..Ora …, secondo il mio modesto avviso,…. questi signori… hanno sempre questa scenetta in mente….e quindi…ci propinano H2O …idonea a qualsiasi uso… tanto………ahi, ahi…..ha dda passà a nuttata
L’unica risposta che Basile potrebbe dare è e io che che ne so, un’amministrazione totalmente inadeguata che sta distruggendo un città.
Ma bevete birra messina che è megghiu
Sono sconvolto, parliamo dell’acqua, solo in una città senza anima e senza cultura democratica può succedere quello che vediamo. Assoluta mancanza di responsabilità da parte di tutte le autorità, la stampa dovrebbe essere durissima, e’ come dire che puoi prendere l’antibiotico, ma non sono sicuro se sia scaduto.