"L'affido una scelta d'amore": il convegno dei Lions a Messina

“L’affido una scelta d’amore”: il convegno dei Lions a Messina

Marco Olivieri

“L’affido una scelta d’amore”: il convegno dei Lions a Messina

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giovedì 28 Aprile 2022 - 09:20

Ieri sera, alla Corte d'appello, in primo piano la tutela dei minori e l'affido familiare, tra dimensione nazionale e internazionale

MESSINA – “Affido una scelta d’amore”. Ieri sera il Lions Clubs International ha promosso un convegno (nella foto), nell’aula magna della Corte d’appello di Messina, dedicato a un tema sempre attuale e sviscerato sul piano giuridico, sociale, affettivo e psicologico. Uno strumento giuridico, quello dell’affido familiare, in continua trasformazione e che va conosciuto e valorizzato sempre di più, secondo chi è intervenuto.

Con il patrocinio dell’Ordine degli avvocati e del Comune di Messina, il Lions 108Yb, con governatore Francesco Cirillo, e la III Circoscrizione, con presidente la docente universitaria Lucrezia Lorenzini, hanno promosso il confronto, dedicando spazio sia alla dimensione nazionale, sia a quella internazionale.

Analisi dell’evoluzione legislativa, individuazione degli elementi da migliorare e l’esperienza diretta di chi lavora sul campo hanno viaggiato in alternanza nelle relazioni.

“Aiuto a un minore privo di un ambiente familiare idoneo alla crescita”

Come ricorda il dizionario giuridico Brocardi, l’affido è un istituto disciplinato da una legge del 1983, poi modificata nel 2001, legge n. 149, e “diretto a fornire aiuto e sostegno a un minore privo di un ambiente familiare idoneo alla crescita e caratterizzato dalla temporaneità”. Il tutto con l’obiettivo del “mantenimento dei rapporti con la famiglia d’origine e dalla previsione di rientro nella stessa famiglia d’origine. Può essere consensuale, quando avviene con il consenso dei genitori o di chi ha la patria potestà, o giudiziale quando non vi è il consenso dei genitori. In quel caso, è decretato dal Tribunale per i minorenni”.

Il convegno sull’affido

Per l’avvocato Domenico Santoro, presidente dell’Ordine degli avvocati di Messina, “l’affido è un istituto che richiede una sensibilità superiore. Quanto ai bambini ucraini, devono tornare in patria dai loro parenti e non possono essere adottati, quando ci sono le condizioni”, ha aggiunto, facendo riferimento al recente caos provocato dalla guerra.

Per Sebastiano Neri, presidente facente funzioni della Corte d’appello di Messina, al centro vanno posti i “diritti essenziali del bambino. Quando pensiamo ai minori ucraini, dobbiamo comprendere che questa deve essere un’accoglienza provvisoria. Se è possibile, dovranno tornare nel loro Paese”, ha evidenziato anche il presidente Neri, che ha ricordato anche la dottoressa Pina Guccione, funzionaria amministrativa morta di recente all’improvviso. “Una gravissima perdita per la nostra realtà”.

A sua volta, la professoressa Lucrezia Lorenzini ha parlato di “solidarietà sociale e cittadinanza attiva in stretta correlazione con un’idea, quella dell’affido, non ancora consolidata. Il 29 maggio saremo al Senato su questo tema e crediamo fortemente in questo strumento”.

“Urgente un nuovo welfare regionale e gli elementi critici nel distretto di Messina”

Idee condivise pure da Domenico Levita, referente Leo club sul tema, “in linea con l’obiettivo dei Lions di servire la comunità”. A sua volta il professore e avvocato Giuseppe Magaudda, componente del comitato distrettuale sempre sul tema dell’affido, ha osservato: “Il nuovo indirizzo culturale prevede un maggiore sostegno alla famiglia d’origine. Il minore viene affidato per 24 mesi e l’affido può essere prorogato se sussistono le condizioni. Dato che il minore ha diritto – ha messo in risalto l’avvocato Magaudda – a vivere e crescere in una famiglia, occorre lavorare sugli elementi critici. Nel distretto socio-sanitario di Messina, ci si scontra con carenze di personale nei servizi sociali, ad esempio, nel quadro di una fragilità giuridica e normativa”.

Secondo Magaudda, “in linea con l’obiettivo dei Lions di diffondere una cultura dell’affido, bisogna puntare su un nuovo welfare regionale anche per fronteggiare la crisi economica, con aumento della disoccupazione femminile e giovanile. Serve un ruolo centrale del garante dell’infanzia e per i minori e bisogna dar vita a un nuovo sistema di sicurezza sociale, oltre ad adeguare ai conviventi, con le unioni civili, la realtà familiare di riferimento”, ha aggiunto l’avvocato.

“Il diritto all’amore per il minore”

A coordinare l’incontro è stata Lina Panella, ordinario di Diritto internazionale dell’Università di Messina, che ha insistito su “l’interesse superiore dei diritti del bambino. L’affido è un istituto temporaneo e non deve portare a false aspettative perché non sempre si trasforma in adozione”.

Da parte sua, il professore e avvocato Roberto Amagliani, ordinario di Istituzioni di diritto privato dell’Università di Messina, ha proceduto a un’analisi degli adeguamenti legislativi, delle diverse proposte in Parlamento e dei punti da rivedere: “Andrebbe valorizzato l’ascolto del minore proprio perché l’interesse preminente da tutelare è il suo. Oggi non ha senso la limitazione dell’affido alle coppie sposate. Al contrario, ciò che va tutelato è il diritto all’amore”.

“Il Centro Affidi e il lavoro con neuropsichiatria infantile, scuola e servizi sociali”

La responsabile del Centro Affidi di Messina, la dottoressa Daniela De Salvo, ha invece raccontato l’attività svolta nel territorio: “Lavoriamo per una nuova cultura dell’affido e ci scontriamo spesso con l’antica mentalità della destinazione in un istituto, che spesso caratterizza le famiglie d’origine. Quello dell’affido è spesso un rapporto d’amore difficile da comprendere. Realizziamo sul tema progetti nelle scuole – aggiunge la dottoressa De Salvo – e agiamo in stretta correlazione con neuropsichiatria infantile, istituti scolastici, servizi sociali e, quando è necessario, l’ambito giudiziario”.

Ha continuato la responsabile: “Il Centro Affidi segue le famiglie e favorisce gli incontri che possono portare all’assegnazione a una famiglia. Ci siamo occupati spesso anche di minori stranieri sui 16 e 17 anni. Non sempre l’affido riguarda i più piccoli. Ci occupiamo del legame con la famiglia d’origine e, allo stesso tempo, sosteniamo le famiglie affidatarie”.

Il pubblico del convegno

Per la dottoressa De Salvo, “occorre cambiare visione e mettere sempre più al centro il diritto del minore. La stretta correlazione tra operatori, con diverse competenze, e la collaborazione con le associazioni che fanno parte del Centro aiutano ad affrontare su più piani l’affido: culturale, sociale, giuridico. Per la nostra esperienza, bambini vittime di negligenze e abusi, se non si interviene in modo efficace, tenderanno a riprodurre questi comportamenti da adulti”.

Gli aspetti internazionali sono stati affrontati da Anna Pitrone, associato di Diritto dell’Unione europea dell’Università di Messina: “Finalmente la direttiva europea in questo campo è realtà, dopo dieci anni di ritardi. Di certo, nessuno può essere respinto e i minori stranieri non accompagnati devono essere aiutati a ricongiungersi a livello familiare. In generale, la Convenzione di New York è un faro, per i diritti dei minori, e non esiste purtroppo una norma unica europea. Per quanto riguarda l’emergenza in Ucraina, corridoi umanitari sicuri e assistenza agli sfollati, la presenza di personale qualificato nelle frontiere, la ricollocazione dei minori, la solidarietà e il trasferimento medico dei pazienti sono priorità”.

L’impegno del Tribunale per i minorenni e la complessità degli interventi

Infine, la dottoressa Maria Francesca Pricoco, presidente del Tribunale per i minorenni di Messina, ha messo in evidenza nodi critici e complessità della gestione giuridica: “Lo Stato deve attivarsi per il recupero delle funzioni genitoriali, con un aiuto sostanziale alle famiglie nell’interesse del benessere del bambino. Nei procedimenti, l’attenzione sensibile al bambino, l’ascolto e la conoscenza dei bisogni sono elementi essenziali e delicatissimi. Così come la cosiddetta adozione mite mette in un limbo il minore – ha rilevato la presidente del Tribunale per i minorenni – la valutazione dopo i 24 mesi dell’affido, o in un tempo differente, se il rapporto con la famiglia d’orgine sia recuperabile è un’altra fase che richiede una valutazione attenta”.

Ha aggiunto la presidente: “Nel caso di affidi prolungati, a volte, ci sono genitori che scoprono di esserlo dopo tanti anni, dopo che non hanno visto i figli per molto tempo. I problemi non mancano e la riforma in corso inserirà l’affido nella sezione circondariale, con uno sfasamento rispetto alla responsabilità genitoriale”.

Tante le esperienze vissute dalla dottoressa Pricoco, nel suo lavoro, in contatto “con famiglie, sia che abbiano adottato i minori, sia che abbiano avuto un altro percorso, capaci di trasmettere amore e attenzioni affettivi a chi ne ha bisogno”. La presidente ha anche citato la legge Zampa, approvata nel 2017: i minori stranieri che arrivano in Italia, senza genitori o figure adulte di riferimento, non possono essere respinti e risultano tutelati da un sistema di protezione e inclusione uniforme.

I temi giuridici, sociali, psicologici sviscerati durante il convegno, tra dimensione locale e internazionale, hanno poi trovato una sintesi nell’intervento del dottor Francesco Freni Terranova, Pdg – Past presidente consiglio dei governatori del Lions 108Yb, in vista di nuovi confronti.

L’obiettivo è quello di continuare a raccontare un istituto complesso e da conoscere meglio, soggetto a trasformazioni in linea con i cambiamenti della società, tra flessioni negli ultimi anni e spinte a renderlo sempre più al servizio del minore.

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