Al Sud Innovation Summit 2025 tanto spazio all'intelligenza artificiale, ma anche alle norme e agli aspetti giuridici: "Serve una policy strutturata"
MESSINA – “AI e Fiducia: regole, diritti e opportunità per l’Italia digitale”. È stato questo il titolo di uno dei panel principali della seconda giornata del Sud Innovation Summit 2025, in corso al polo universitario Papardo a Messina. Di intelligenza artificiale si è molto parlato nei tanti incontri organizzati durante l’evento, sia in tema di imprenditorialità e startup, sia per quanto riguarda la pura digitalizzazione. E le regole?
Rossi Chauvenet: “AI una grande opportunità”
Carlo Rossi Chauvenet di Data Valley ha spiegato: “Come professionista vedo ogni giorno che la possibilità di usare i dati attraverso l’AI è un’opportunità trasformativa per ogni business e azienda. Ma per fare in modo che questa trasformazione avvenga in conformità rispetto alle norme c’è un solo modo: aiutare l’azienda ad acquisire una consapevolezza di diritti e opportunità, trasformando questa tecnologia in un vantaggio non solo per i clienti ma dei cittadini stessi. Faccio un esempio. Aiutiamo un consorzio europeo a creare dei modelli allenati su dati qualificati in termini di qualità e provenienza per creare dei LEM europei in grado di creare attraverso questi dati. Dietro ogni scelta c’è una questione giuridica e una visione”.
E ancora: “La possibilità di anonimizzare i dati attraverso l’AI, condivisibili ma in tutela dei soggetti, può essere una grande opportunità per riutilizzare i dati sanitari ad esempio. Si potrebbero sviluppare soluzioni e app come si sta facendo anche per le smart city, no? Però bisogna creare consapevolezza nelle imprese. Le scelte tecniche e tecnologiche, se sviluppate all’interno di una visione, non è solo una scocciatura o il dover stare dentro una norma. La governance è la bussola per definire qualcosa che può essere duratura nel tempo”.
Tambato: “AgID sta cambiando la PA”
Antonio Maria Tambato dell’Agenzia per l’Italia Digitale ha parlato proprio degli strumenti per facilitare i cittadini: “Tutta la PA sta cercando di rendere sempre più agevole la vita dei cittadini. Noi abbiamo il compito di accompagnare questa transizione digitale e non si può prescindere dall’AI. Cosa si può fare e cosa stiamo facendo? AgID ora è agenzia per la promozione dell’intelligenza artificiale. Lavoriamo tramite la costruzione di un paradigma entro cui ci si possa muovere. Lo scriviamo per la pubblica amministrazione ma abbiamo già visto come questo abbia riflessi sul mondo civile e sull’imprenditoria. Cito per esempio la PEC, no? Ha cambiato completamente il dialogo tra privati. O la fattura elettronica che ha trasformato il sistema. Anche fuori dall’Europa guardano all’Italia come a un modello in tal senso. Le linee guide che stanno facendo sull’AI, che hanno un paradigma entro cui muoversi, guardano all’open data, ma anche al superare i problemi di gestioni quasi gelose che le amministrazioni hanno dei dati. Bisogna creare un sistema tale da avere un dato che non sia sotto al materasso ma che venga investito, che sia un capitale”.
Pollicino: “Serve un’AI Policy strutturata”
Oreste Pollicino, professore messinese della Bocconi e componente dell’AI Task Force, ha raccontato: “Sono un migrante che lavora a Milano da 25 anni e per me è un grande privilegio poter essere oggi dei vostri, anche se a distanza. Questa spinta di innovazione è contagiosa dal Sud verso il Nord. Vi assicuro che di questa iniziativa del Sud Innovation Summit si parla anche qui a Milano. Quello che mi sento di dire è che oggi bisogna cercare di dare una concretezza diversa. La grande domanda che pongono le aziende quotidianamente è: ‘Come riusciamo a contestualizzare all’interno della nostra azienda questi principi così generali se non generici della normativa europea?’. La perplessità oggi è come diventare più concreti. Serve un esercizio concreto anche sulle linee all’interno delle aziende: chi fa cosa? Qual è la cabina di regia? Se non si parte da un’AI Policy strutturata e chiara tutto il resto diventa o panico o disorientamento”.
L’AI per il Sud: “Va capita la reale opportunità di crescita”
E cosa si può fare per il Sud? Rossi Chauvenet ha spiegato che serve maggiore connessione “tra gli imprenditori e interlocutori in grado di far capire cosa bisogna fare in termini di normative, ma prima di aver investito e non dopo”. Pollicino ha aggiunto: “Oggi il problema fondamentale e il non percepire tutto ciò che sta succedendo come un’opportunità. Tutto quello di cui parliamo dal punto di vista della compliance per le aziende in tema di AI è un obbligo ma soprattutto una grande opportunità di crescita per attrarre talenti interni e per prendere posizione nei confronti dell’esterno”.

Non ho capito perché dovrebbe essere una opportunità per il sud più di quanto dovrebbe esserlo per gli altri?
Se una opportunità ci sarà verrà colta da chi sul mercato è già posizionato e competitivo, chi è già avvantaggiato in termini di organizzazione e di conoscenza delle tecnologie e delle richieste del mercato.
Tutte cose che noi non abbiamo e non possiamo avere perché mancano in primis le persone capaci di farlo.
Chi dovrebbe invertire questo processo e come?
Il tempo degli Investimenti statali è finito.
I soldi ce li siamo mangiati convinti che la festa sarebbe durata in eterno.
Quegli investimenti non hanno prodotto nulla di duraturo.
I privati per venire da noi vorrebbero solo le detrazioni fiscali che non possiamo permetterci senza un governo capace ed una economia forte.
Resterebbero le piccole startup che però hanno anche loro bisogno di un ambiente consono per crescere.
In primis una burocrazia snella ed efficiente.
Tutto questo manca al sud ed è presente per altro in poche zone d’Italia.
Non c’è nessuna condizione perché maturi questa inversione e non vedo nessuno che faccia qualcosa per crearle.
Non sarà questa politica di miopi o di annunciatori seriali di svolte, rinascite e rotture col passato a risolvere i nostri problemi.