L'ambasciatrice di Palestina in Italia: "Dalla parte della vittima e non del carnefice"

L’ambasciatrice di Palestina in Italia: “Dalla parte della vittima e non del carnefice”

Pippo Trimarchi

L’ambasciatrice di Palestina in Italia: “Dalla parte della vittima e non del carnefice”

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lunedì 17 Maggio 2021 - 08:41

L'Italia ha abbandonato, nei fatti, la sua politica di equilibrio rispetto alle ragioni di entrambi i contendenti nel sanguinoso scontro tra Israele e Palestina

Fa davvero pensare la foto che ritrae i leader di quasi tutti i partiti italiani, compreso il segretario del PD Enrico Letta, mentre esprimono solidarietà a senso unico verso Israele di fronte al sanguinoso conflitto in atto con la Palestina. Con questo gesto, di particolare significato, viene di fatto archiviata, in modo ingiustificato e dannoso, la consolidata visione politica del nostro Paese, sinora orientata a tenere conto delle ragioni di entrambi i contendenti. Su questo fronte è intervenuta nei giorni scorsi l’Ambasciatrice di Palestina in Italia, Abeer Odeh, che in un suo comunicato esprime tutta la sua amarezza: “Intristisce vedere diversi leader politici italiani mostrare la propria solidarietà a Israele senza spendere una parola sulla sue responsabilità per quello che sta accadendo in questi giorni in quell’area.”

Le ragioni che hanno scatenato le violenze

Secondo l’Ambasciatrice di Palestina, infatti, la miccia delle violenze “è stata accesa dalla repressione israeliana durante le celebrazioni del Ramadan, dalla pulizia etnica che Tel Aviv porta avanti a Gerusalemme Est Occupata, e dal boicottaggio delle elezioni palestinesi, derivante dalla proibizione di far votare i cittadini di questa città, la legittima capitale dello Stato di Palestina, dove la violenza e le provocazioni delle forze di occupazione e dei coloni hanno raggiunto livelli mai visti, fino a profanare i luoghi sacri.”

La rappresentante della Palestina in Italia ricorda, poi, “le continue violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale accertate ripetutamente dall’ONU, e l’inerte indifferenza di fronte all’occupazione e alle sue conseguenze: l’espandersi delle colonie illegali, la demolizione delle case palestinesi, le detenzioni arbitrarie, le uccisioni ingiustificate, le condizioni di vita miserabili alle quali sono condannati i palestinesi, l’Apartheid, l’impossibilità di avere un proprio Stato.”

La mancanza di equilibrio nel valutare la situazione

E qui parte l’attacco ai rappresentanti politici italiani che, a parere dell’Ambasciatrice, hanno manifestato mancanza di equilibrio nel valutare la situazione: “Di fronte a tutto questo ci saremmo aspettati di vedere questi leader in piazza per chiedere la fine dell’occupazione, non per sostenere un’occupazione illegale. Manca poi qualsiasi apprezzamento per lo sforzo della leadership palestinese di resistere a tutto questo in modo pacifico.

I palestinesi uccisi dagli ultimi bombardamenti israeliani su Gaza sono numerosi e tra essi ci sono molti bambini. Si conta anche un numero importante di feriti. Questo bilancio di sangue secondo Abeer Odeh è il frutto “di un’aggressione militare che traumatizza ulteriormente una popolazione già bersagliata, fatta di 2 milioni di persone che vivono da 14 anni sotto assedio, separati dal resto del mondo e vulnerabili alla macchina da guerra della potenza occupante, senza la protezione internazionale di cui hanno disperato bisogno e che il diritto internazionale umanitario conferisce loro. Appare evidente come non possa esserci alcuna giustificazione per simili attacchi indiscriminati contro una popolazione civile; eppure, nemmeno questo, per molti, merita un commento.”

L’Ambasciatrice palestinese chiarisce, infine, “che non ci sarà mai pace senza giustizia, e senza un deciso appoggio internazionale al popolo palestinese e alle sue legittime rivendicazioni. Se il sostegno internazionale non arriva, è comprensibile che un popolo oppresso provi ad esercitare il proprio diritto all’autodifesa. Ma la speranza è che questo aiuto arrivi. Per questo ringraziamo di cuore tutte le associazioni, i movimenti e le forze politiche italiane che, in controtendenza, hanno scelto di stare dalla parte giusta, mostrando a noi palestinesi, alle vittime anziché ai carnefici, una vicinanza davvero preziosa in un momento così drammatico.

3 commenti

  1. Mi piacerebbe sapere l’opinione della Senatrice Segre sul conflitto in atto e sulle ragioni delle varie parti in conflitto.

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  2. I massmedia nazionali sono evidentemente faziosi. La terminologia usata è tendenzialmente volta a definire il conflitto in termini di Stato (Israele) contro stato-terrorista (Palestina). I raid aerei Israeliani sono definiti attacchi, i razzi palestinesi sono tutti terroristici. Questioni di parole, che però hanno un peso grandissimo sull’opinione pubblica. Come il non detto sulle condanne dell’Onu a molte operazioni israeliane. E poi c’è l’annosa questione, sempre terminologica dell’identificazione di antisionismo e antisemitismo….

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  3. io invece mi ricordo dei sei italiani morti nel 1973 per un attentato terroristico palestinese all’aereoporto di Fiumicino . Fu una strage, i terroristi palestinesi uccisero 32 persone , tra cui l’agente di P.s. Antonio Zara di appena 20 anni a cui spararono alla schiena e una bambina di 9 anni . https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/17-dicembre-1973-l-attentato-di-Fiumicino-la-strage-dimenticata-d66340fd-109b-484b-ac6f-9d0b988f9b0a.html

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