L'aumento dei "blocchi atmosferici" e le ripercussioni sul clima mediterraneo

L’aumento dei “blocchi atmosferici” e le ripercussioni sul clima mediterraneo

Daniele Ingemi

L’aumento dei “blocchi atmosferici” e le ripercussioni sul clima mediterraneo

venerdì 16 Maggio 2025 - 10:30

Eventi estremi e piogge torrenziali sono una conseguenza di questo fenomeno

I blocchi atmosferici, noti anche come “blocking patterns”, sono configurazioni sinottiche persistenti caratterizzate da sistemi di alta pressione che interrompono il normale flusso zonale delle correnti atmosferiche, spesso per giorni o settimane. Nel contesto del Nord Europa, i blocchi di alta pressione si manifestano frequentemente come anticicloni stazionari che si posizionano su Scandinavia, Russia occidentale o Isole Britanniche.

Questi sistemi favoriscono l’isolamento di depressioni sul Mediterraneo, un fenomeno che ha implicazioni significative per il clima regionale, inclusi eventi meteorologici estremi come ondate di calore, siccità o piogge intense.

blocco anticiclonico

L’alta pressione nel Nord Europa agisce come una barriera, deviando le perturbazioni atlantiche verso sud o intrappolandole in regioni specifiche, come il bacino del Mediterraneo. Questo processo, noto come “cut-off low” o depressione isolata, si verifica quando una massa d’aria fredda in quota si stacca dal flusso principale della corrente a getto, generando instabilità prolungata.

Ad esempio, l’anticiclone scandinavo può bloccare il flusso zonale, favorendo la formazione di depressioni stazionarie che portano piogge torrenziali o temporali supercellulari nel Mediterraneo, come osservato anche nell’ondata di maltempo di queste ore in Sicilia.

Meccanismi dei blocchi atmosferici e loro dinamica

I blocchi atmosferici sono associati a un’ondulazione pronunciata della corrente a getto, il flusso d’aria ad alta quota che regola il clima dell’emisfero boreale. Normalmente, la corrente a getto segue un percorso zonale (da ovest a est), ma in presenza di un blocco, assume una traiettoria meridionale, formando configurazioni a “omega” o a “dipolo”.

Queste configurazioni sono caratterizzate da un’alta pressione stabile (l’anticiclone) affiancata da basse pressioni su entrambi i lati. Nel Nord Europa, i blocchi spesso si instaurano quando la corrente a getto rallenta, permettendo la persistenza di anticicloni su vaste aree.

temporali

La crescente frequenza dei blocchi atmosferici: evidenze recenti

Negli ultimi decenni, numerosi studi hanno documentato un aumento della frequenza e della persistenza dei blocchi atmosferici, in particolare nel Nord Europa. Secondo un’analisi del Copernicus Climate Change Service, le estati europee hanno mostrato anomalie climatiche legate a blocchi persistenti, come nel caso dell’estate 2014, caratterizzata da un jet stream ondulato e depressioni semipermanenti sull’Europa centrale. Questo trend è confermato da modelli climatici ad alta risoluzione, come quelli sviluppati dal progetto PRIMAVERA, che evidenziano una migliore rappresentazione dei blocchi con risoluzioni di 25 km rispetto ai modelli standard di 100 km.

piogge

Un fattore chiave nella crescente frequenza dei blocchi è il riscaldamento globale, che altera i pattern atmosferici su scala globale. Studi recenti, come quelli condotti dall’Alfred Wegener Institute (AWI), hanno dimostrato che la perdita di ghiaccio marino artico contribuisce a un rallentamento della corrente a getto del fronte polare, aumentando l’ondulazione e la probabilità di blocchi. Questo fenomeno, noto come “amplificazione artica”, riduce il gradiente termico tra l’Artico e le medie latitudini, favorendo traiettorie sinuose della corrente a getto e condizioni di blocco più frequenti.

Inoltre, il riscaldamento delle temperature superficiali degli oceani, come osservato nel Mediterraneo, fornisce energia aggiuntiva per la formazione di depressioni isolate, amplificando gli eventi estremi associati ai blocchi. Ad esempio, uno studio del World Weather Attribution (WWA) ha evidenziato che il cambiamento climatico ha reso due volte più probabili le piogge torrenziali a Dubai (aprile 2024), un fenomeno simile a quelli osservati nel Mediterraneo sotto l’influenza di blocchi nord-europei.

Implicazioni per il Mediterraneo

I blocchi di alta pressione nel Nord Europa hanno conseguenze significative per il Mediterraneo, dove favoriscono l’isolamento di depressioni che causano eventi estremi. Le piogge torrenziali, come quelle osservate nel Lazio ad aprile 2025, sono spesso associate a depressioni cut-off alimentate da temperature marine elevate e da un jet stream ondulato. Inoltre, i blocchi prolungati possono portare a ondate di calore estive, come quella del 2021 nel Mediterraneo, resa “praticamente impossibile” senza il contributo del cambiamento climatico.

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