Mandanici. Il Duomo riapre al culto, dopo sei anni: rifatto il tetto della navata principale e del transetto

Mandanici. Il Duomo riapre al culto, dopo sei anni: rifatto il tetto della navata principale e del transetto

Mandanici. Il Duomo riapre al culto, dopo sei anni: rifatto il tetto della navata principale e del transetto

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martedì 05 Luglio 2016 - 07:35

Solonne celebrazione eucaristica presieduta dal delegato ad omnia, mons. Gaetano Tripodo. Con i lavori si è provveduto pure alla stabilizzazione del soffitto ligneo, con il fissaggio dei rosoni, pure essi di legno

Una solenne celebrazione, presieduta da mons. Gaetano Tripodo, delegato ad omnia, segnerà la riapertura al culto della Chiesa Madre di Mandanici. Il raduno dei fedeli è previsto per le ore 19 di oggi (martedì) in piazza Duomo. Il sacro edificio è rimasto chiuso per circa sei anni e ci sono voluti poco più di centomila euro per il rifacimento del tetto della navata principale e del transetto. Con i lavori si è provveduto pure alla stabilizzazione del soffitto ligneo, con il fissaggio dei rosoni, pure essi di legno. L’autorizzazione per la riapertura l’ha data il soprintendente ai Monumenti di Messina, dott. Orazio Micali. Nei giorni scorsi un sopralluogo della direzione lavori, (ing. Salvatore Stopo ed arch. Guglielmo Pirrone) ha verificato insieme al parroco don Luciano D’Arrigo ed al sindaco Armando Carpo, che i lavori erano stati eseguiti a regola d’arte. Il parroco così è potuto rientrare in possesso del bene ecclesiastico. Domani, mercoledì, seguirà la celebrazione del “dies natalis” di S. Domenica Vergine e Martire con due solenni celebrazioni eucaristiche presiedute (ore 11) dall’arciprete di Itala don Salvatore Orlando e (ore 19) dall’arciprete don Luciano D’Arrigo. Nei giorni scorsi hanno presieduto la celebrazione eucaristica don Domenico Mirabile, arciprete di Furnari, don Daniele Femminò, arciprete di Fiumedinisi, don Daniele Sgroi, arciprete di Casalvecchio Siculo, don Vincenzo Majuri, parroco di Tremestieri; don Enzo Maestri, arciprete di Condrò e don Vincenzo D’Arrigo,vicario foraneo d Roccalumera ed arciprete di Alì ed Alì Terme. Per gli angeli ed i putti di gesso del periodo barocco non ci sono stati ancora finanziamenti, necessari per la loro stabilizzazione. Il parroco don Luciano D’Arrigo dice che sono stati staccati alcuni frammenti, già rotti, per non farli cadere sul pavimento. Non è certo una soluzione definitiva; per i lavori occorrono infatti, secondo una stima delle dott.sse Grazia Musolino e Stefania Lanuzza della soprintendenza ai Monumenti di Messina, circa cinquantamila euro. La Musolino inoltre ritiene che occorra demolire due altari non consoni con l’architettura del manufatto, al fine di collocare due quadri di notevole importanza artistica e storica. Si tratta dell'opera pittorica attribuita all'Alibrandi della seconda metà del 1500 e della raffigurazione del SS. Salvatore. Il Duomo per la pericolosità del tetto era stato chiuso dai sindaci Matteo Scoglio ed Armando Carpo. Il primo era stato sollecitato dall'allora parroco don Salvatore Orlando il quale aveva comunicato che si erano "verificati distacchi di stucchi ed intonaci nella zona dell’abside e del transetto". Immediatamente è scattata l’allerta. Un sopralluogo del responsabile dell’ufficio tecnico del Comune ha accertato che si sono verificati distacchi di intonaci sulla volta e sull’arco trionfale, sugli architravi delle finestre. In quella occasione state accertate anche lesioni nella parete est. La Soprintendenza aveva invitato la Curia di Messina ad affrontare la spesa o a comunicare l’eventuale indisponibilità economica.

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