Tra giugno e luglio scadono i termini per presentare i ricorsi alle graduatorie. Ricorsi che invece già ci sono e stanno bloccando l’iter di risanamento a Fondo Fucile e Tremonti – Casa Nostra. Ed anche sul parco Aldo Moro…
Venti case da assegnare e, al contempo, altre casette da sbaraccare. Altrimenti si rischia di rivedere le scene di sempre, quelle che hanno reso il risanamento una storia infinita. Le nuove “case verdi” saranno assegnate ai residenti di via Taormina lato mare ed a quelli di via Quinto Ennio. La prima graduatoria è stata pubblicata lo scorso 21 maggio: ne fanno parte 14 nuclei familiari mentre altri 20 sono stati esclusi. Trenta giorni di tempo per avanzare ricorso ed alcuni sono già arrivati. L’altra graduatoria, quella di via Quinto Ennio, è stata pubblicata il 4 giugno: in questo caso, 10 famiglie ammesse e 4 escluse. Se tutto dovesse essere confermato, le venti nuove case sarebbero assegnate ai 14 della graduatoria di via Taormina lato mare e ai primi 6 della graduatoria di via Quinto Ennio.
“Dalla prossima settimana – afferma l’assessore al Risanamento, Sebastiano Pino – l’ufficio potrà valutare i primi ricorsi e, nel frattempo, stiamo predisponendo il piano di sbaraccamento. Accade che i 14 in graduatoria non abitano case attaccate tra loro, sono ‘a macchia di leopardo’, quindi sarà necessario procedere con lo sfratto amministrativo per chi non rientra in graduatoria, una sorta di esproprio per pubblica utilità. I non idonei potranno usufruire di un 10 % di riserva sulle nuove assegnazioni, restano ovviamente esclusi coloro i quali hanno occupato le casette tre anni fa, quando sono state consegnate le case rosa”.
Ha subìto uno stop, invece, la procedura di acquisto dei 39 alloggi utili a trasferire le famiglie di Fondo Fucile. Mancavano solo gli atti notarili ma “c’è stato un ricorso – prosegue Pino – e la Regione ci ha chiesto di fermarci. Mi auguro che il ritardo non si protragga a lungo nel tempo”.
E ancora un altro ricorso blocca l’inizio dei lavori di risanamento dell’area di Tremonti – Casa Nostra, affidati definitivamente alla Gap (Grandi attività progettuali) di Roma nello scorso mese di aprile. E’ previsto l’abbattimento delle sette palazzine pericolanti e la realizzazione di un parco urbano, oltre a nuove strade, illuminazione e servizi. “Ho chiesto sia al Dipartimento Lavori Pubblici sia all’Urega se il ricorso abbia una base fondata – continua l’assessore – e mi è stato detto che difficilmente verrà accordata la sospensiva. Se così dovesse essere, i lavori potranno iniziare subito dopo la decisione del Tar”.
Non riguarda il risanamento, infine, ma comunque il recupero di un’area finora negata alla città. Il parco Aldo Moro è ancora chiuso e al centro di una diatriba con l’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. L’ultimo atto ufficiale è la delibera di giunta del 5 agosto 2014, alla quale l’Istituto non ha mai risposto ufficialmente nonostante diversi solleciti, il primo a novembre e poi anche a gennaio e febbraio. Proprio a febbraio era stata assicurata una risposta in tempi brevi ma non è mai arrivata. “L’interlocuzione con l’Ingv – prosegue – conclude Pino – e stiamo cercando di dare un’accelerata. Dobbiamo fare una serie di passaggi amministrativi e poi li convocheremo. Hanno previsto un progetto di rilancio delle attività ma mancano i fondi e stanno cercando di ottenerli. Se l’idea andasse in porto, probabilmente si risolverebbe ogni problema”.
(Marco Ipsale)