“La Valle del Mela è una ragazza violentata dagli avvoltoi del denaro e dello sfruttamento”

“La Valle del Mela è una ragazza violentata dagli avvoltoi del denaro e dello sfruttamento”

Giovanni Passalacqua

“La Valle del Mela è una ragazza violentata dagli avvoltoi del denaro e dello sfruttamento”

giovedì 05 Giugno 2014 - 22:36

Alla Santa Messa per la salvaguardia per l'ambiente - voluta dall'ADASC e dal Coordinamento Ambientale - dura omelia di padre Trifirò, da sempre impegnato nella battaglia contro l'inquinamento industriale del milazzese

“Il nostro territorio è una bella e ingenua ragazza, violentata dagli avvoltoi del denaro e dello sfruttamento”. Non usa mezzi termini padre Trifirò, mentre descrive nella sua omelia quelli che lui ritiene “gli assassini della vocazione artigianale e turistica della Valle del Mela”. E il fatto che proprio al parroco di Archi sia stato chiesto di presenziare alla Santa Messa per la salvaguardia dell'ambiente, celebrata iera sera al Santuario di San Francesco di Paola a Milazzo, non è casuale. Padre Trifirò denuncia da oltre 40 anni le condizioni ambientali disastrose in cui versa il territorio milazzese: “La scelta di puntare sull'industrializzazione, in un territorio ricco di primizie e turismo che davano lavoro a tantissime persone, è stata sbagliata. In cambio di pochi posti di lavoro è stato distrutto il vero valore aggiunto, quello che avrebbe creato vera occupazione, vero benessere, vero progresso. Perchè non dobbiamo dimenticare che il progresso è tale solo se va a beneficio di tutti, e non di pochi egoisti che hanno come loro Dio il denaro ad ogni costo”.

E non sono casuali nemmeno le letture scelte per l'occasione: la Creazione e un brano del Vangelo secondo Matteo. “La prima lettura ci invita a riflettere sull'importanza di preservare il creato, la natura. Dio ci ha dato tutto ciò per beneficiarne e averne cura. Ma, come ha ricordato papa Francesco, c'è la mano pesante dell'uomo sull'ambiente. E questo ci aiuta a comprendere la seconda lettura, in cui Gesù loda coloro che, amando gli altri, hanno amato se stessi. Non bisogna chiudersi nell'egoismo, non bisogna diventare complici del disastro”. Ancora, padre Trifirò parla del dovere cristiano di tutelare la dignità dell'uomo, contro ogni forma di violenza e sfruttamento; e questa condizione si realizza nella solidarietà fraterna, nella giustizia sociale che “nel nostro paese manca totalmente”.

Ma chi sono i responsabili? “Anzitutto le autorità, vergognose nell'applicare ai poteri economici le sanzioni per le violazioni commesse. Poi vengono i politici: dal ministro dell'ambiente che qualche anno fa scaricò tutto sulla regione, al governo regionale che ci ha traditi, ai molti sindaci che ci hanno venduti, nessuno ha ottenuto un qualunque risultato; anzi, quando le leggi entravano in contrasto con gli interessi industriali, ecco che miracolosamente venivano riviste e corrette. Potrei citarvi decine di esempi, accumulati in 40 anni di carriera. E' cambiato qualcosa? No, anzi, va sempre peggio. Si sprecano soldi per fare studi e ancora studi, senza mai partire con il necessario risanamento. Infine, ultimo ma non ultimo, il potere economico, il denaro che non guarda in faccia nessuno. Da anni la Chiesa ha preso posizione in difesa della dignità umana, contro la spersonalizzante idea dell'incremento del PIL a tutti i costi. Eppure a dominare resta l'idea dell'industria come necessaria, anche a discapito della salute di un intero territorio”.

E quando dipinge la situazione attuale, nelle parole del parroco si sente forte l'amarezza: “La ex Sacelit ha ucciso oltre 100 persone con l'amianto; ma, ancora oggi, dai capannoni si alzano folate di polvere, e nessuno sa dire esattamente cosa sia sepolto in quei terreni né come verranno bonificati. La centrale termoelettrica, visto il nuovo elettrodotto, diventerà inutile; ma hanno già pronta la soluzione: riconvertirla in un inceneritore. La raffineria nasconde, dietro le sue iniziative culturali e i suoi concorsi, le pesanti responsabilità in termini di emissioni e danni ambientali – è di circa un mese fa la notizia del sequestro di due impianti di depurazione delle acque, mentre decine sono le segnalazioni sulle emissioni maleodoranti -. E poi c'è il nuovo elettrodotto, che secondo Terna porterà benefici economici e una linea elettrica di qualità in Sicilia: dobbiamo ringraziare i sindaci e i governanti per questa opera imprescindibile, passata sulle nostre teste invece che tra le montagne per tutelare le migrazioni – ma chi tutela la gente? -. Intanto, nella Valle, i tumori non si contano più: solo 8 giorni fa abbiamo accompagnato l'ultimo nostro fratello.”

Già, i tumori. La Messa, organizzata dall'ADASC in collaborazione con il coordinamento ambientale Milazzo-Valle del Mela, in occasione della Giornata mondiale dell'ambiente, è dedicata al suffragio di chi è venuto a mancare, nell'Area ad elevato rischio di crisi ambientale, a causa di quelle che Peppe Maimone – presidente ADASC – ha definito “patologie ambientali”. Perchè quello che non è in discussione, per i presenti, è il legame tra l'inquinamento aziendale e l'altissima mortalità all'interno dell'Area. “Compito del buon cristiano non è piangere i morti, ma combattere le cause di questa mortalità; non è tempo di arrendersi” è l'accorato appello che padre Trifirò rivolge ai fedeli, invitandoli a pregare: “Custodisci, Signore, la tua creazione”.

Al termine della Messa, un breve ricordo è dedicato a Domenico Maisano, milazzese morto 49 anni fa a bordo di una petroliera. A raccontare la sua storia è Matteo Di Flavia, presidente dell'associazione “Stella Maris”: “Mentre la nave era attraccata a un terminal, nel golfo del Messico, si è sviluppato un incendio. Il capitano e l'equipaggio, 40 persone, tutti italiani, si sono trovati di fronte alla decisione più difficile: salvare se stessi causando un disastro di proporzioni gigantesche, oppure sacrificare la loro vita. Hanno scelto quest'ultima opzione, portando la petroliera al largo. Poco dopo, la nave è esplosa. Le loro tombe si trovano adesso in un cimitero vicino Venezia, ma la memoria non deve disperdersi, e spero che in occasione del 50esimo anniversario si faccia qualcosa per ricordarli”.

Giovanni Passalacqua

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007