“Lazzaro” o Tre donne aperte in una stanza chiusa.

“Lazzaro” o Tre donne aperte in una stanza chiusa.

Tosi Siragusa

“Lazzaro” o Tre donne aperte in una stanza chiusa.

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lunedì 11 Marzo 2019 - 22:00

La piece, gradevolissima, è andata in scena sabato e domenica u.s. al Teatro messinese dei 3Mestieri, gremito per l’occasione, riscuotendo meritati consensi. L’intitolazione del “Delirio per/su/con”, come si è potuto leggere nella brochure che contiene la sinossi di presentazione, a cura dell’autore, ove campeggiano motivi fumettistici, avrebbe potuto essere “Tre donne aperte in una stanza chiusa” con rimandi alle sit-com americane. E invece si è denominata “Lazzaro”, pur se non possiede alcuna pretesa evangelica, trattando di tre donne (profondamente diverse l’una dall’altra) che, non si sa come, né perché, né a mano di chi, si ritrovano rinchiuse in una stanza dall’aspetto sepolcrale – unico elemento forse evocativo del titolo – non essendo dotata apparentemente di sbocco alcuno (il che farebbe claustrofobicamente supporre che le tre siano state murate vive). Il trio appare improvvisato, non ravvisandosi- e l’enigma rimane ben celato sino al finale- alcun possibile legame fra esse, che pure sono state realmente accomunate nella prigionia … .in seguito, conoscendosi un po’ meglio anche attraverso esilaranti scontri, soprattutto fra Milena ed Elvira, verrà fuori la verità e dalle reciproche rivelazioni si scoprirà che esse hanno invece molto in comune… un uomo fedifrago con una smodata passione per i felini. La scena finale è tragicomica e solo una fra le protagoniste forse uscirà viva (e dunque il varco esiste!). Le tre donne hanno i nomi delle attrici Gabriella Cacia, Milena Bartolone e Elvira Ghirlanda, che le impersonano, e la resa di queste differenti e a tratti disfunzionali personalità, ciascuna dotata di peculiari tratti e manie, è stata davvero eccellente. Solo lodi anche per l’impeccabile regia di Christian Maria Parisi e Marcantonio Pinizzotto. Le scene, di Valentina Sofi, allestite a simboleggiare un deposito ricco di scatoloni ammassati, giochi per gatti, etc. riportano ad un ammasso di scarti, ove anche le tre risultano inserite, con un numero riportato sulla fronte, probabilmente a significare il loro essere considerate mercanzie tout court. Le luci di Guillermo Laurini hanno messo in valore e arricchito la consona scenografia. Le musiche di Domenico e Fabrizio Canale, in uno alle risate e applausi registrati, a sottolineare i momenti più spassosi, sono stati ben appropriati al contesto. Last but not least lo script di Domenico Loddo, autore e fumettista ormai acclarato, che riesce a maneggiare con cura le parole, giocando con leggiadria e leggerezza lungo un percorso dolce amaro che porta a compimento con impeccabile maestria. Insomma…..ancora un colpo messo bene a punto dal Teatro dei 3Mestieri, che ormai costituisce un appuntamento imprescindibile per gli amanti delle rappresentazioni teatrali.

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