Messina ancora a secco di gol. A Lecce arriva la terza sconfitta stagionale

Messina ancora a secco di gol. A Lecce arriva la terza sconfitta stagionale

Marco Ipsale

Messina ancora a secco di gol. A Lecce arriva la terza sconfitta stagionale

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sabato 05 Dicembre 2015 - 18:46

Al 56' il Messina, in avanti, lascia totalmente sguarnita la difesa: Parisi perde palla e il Lecce in contropiede non può sbagliare. 4 minuti dopo stupido fallo a centrocampo di Baccolo, che era già ammonito. Peloritani in 10 per poco meno di un quarto d'ora, poi espulsione diretta per De Feudis. All'87' la rete del 2-0, che sancisce il risultato finale

"Il gol non deve diventare un'ossessione". Lo aveva detto mister Arturo Di Napoli al termine del pareggio a reti bianche di domenica scorsa, in casa contro la Juve Stabia. E invece, adesso, rischia davvero di diventarlo. E' addirittura la quarta partita consecutiva a secco, durante le quali sono arrivati solo i due punti casalinghi. Il paradosso è che anche a Lecce il Messina ha giocato bene e la sconfitta è stata frutto di alcuni episodi; il problema è che, una volta sotto di un gol, non è arrivata la reazione offensiva che ci si aspettava. Per 12 minuti regge l'alibi dell'inferiorità numerica ma nei restanti 20 i peloritani non si sono mai fatti vedere in avanti. Una rotta da invertire assolutamente nella prossima partita, in casa contro l'Akragas. Al Via del Mare c'è da sottolineare, ancora una volta, la scarsa fortuna con la classe arbitrale. Società e mister scelgono di non parlare degli arbitri, lo facciamo noi. Nel primo tempo, in una partita tranquilla, sono arrivate tre ammonizioni apparse esagerate nei confronti di Baccolo, Martinelli e Parisi. Ineccepibile, invece, il secondo giallo a Baccolo ma domenica scorsa il Messina non era stato fortunato in occasione simile con Favasuli, della Juve Stabia. E' molto dubbia anche la punizione dalla quale scaturisce il 2-0 sulla quale, peraltro, c'è un movimento sospetto di Doumbia. Alla fine, la vittoria del Lecce è meritata, perché a partire dalla rete dell'1-0 ha prodotto di più. Ma la "sfortuna" ci ha messo del suo…

IL PRE PARTITA

Due punti nelle ultime tre partite. Dopo un avvio sprint, per il Messina, è il momento più difficile del campionato e l’avversario non è dei più semplici da affrontare, per di più in trasferta. Quel Lecce che ha appena soffiato ai peloritani il secondo posto e che vuole lanciarsi all’inseguimento della capolista Casertana, isolata cinque punti più su. I peloritani continuano a mantenere la miglior difesa del torneo, addirittura di tutti i campionati professionistici, insieme alla Spal, solo 6 gol in 13 partite. Peccato che, davanti, si soffra il mal di gol: appena 10 reti realizzate, solo una in più di Benevento, Akragas e Lupa Castelli Romani e tre in più del Matera, che conta il peggior attacco. Pesano soprattutto le assenze di Tavares e Gustavo, che non ci saranno neanche oggi. Mister Di Napoli dovrà fare ancora una volta di necessità virtù ed inventarsi qualcosa per far tornare la squadra al gol.

IL PRIMO TEMPO

L’unica occasione della prima frazione arriva al 38’ ed è del Lecce: punizione dalla tre quarti destra, mischia in area e tocco che favorisce Moscardelli, in ottima posizione davanti a Berardi. Il tiro, però, è talmente angolato da attraversare la porta e perdersi abbondantemente fuori. Poi più nulla fino al duplice fischio. In precedenza le due squadre si erano affrontate a viso aperto e la partita era risultati a tratti anche gradevole, pure se i due portieri sono rimasti del tutto inoperosi. Da segnalare alcune occasioni, nessuna delle quali realmente pericolosa. Al 13’ Parisi ci prova su punizione con un pallonetto dalla tre quarti che sorprende Peruccini ma finisce oltre la trasversa. Un minuto dopo, splendido il lancio del capitano peloritano per Barraco, che tocca indietro per Martinelli: sul cross nessuno riesce a intervenire e la difesa respinge. Al 21’, su cross dalla destra, rovesciata di Curiale: bello il gesto atletico, palla altissima. Alla mezz’ora, angolo di Fornito, la difesa allontana sui piedi di Parisi che tenta una palombella che finisce fuori non di molto. Il risultato di parità, al momento, è quello più giusto.

IL SECONDO TEMPO

Secondo tempo molto più vivo del primo e pieno di occasioni. Il Messina parte meglio: al 51’ Giorgione se ne va sulla destra, crossa in mezzo e Cocuzza non riesce ad intervenire, stretto tra il portiere e un difensore, palla in angolo. Da quell’angolo, il colpo di testa di Leonetti finisce fuori. Quattro minuti dopo, gli episodi decisivi: su angolo di Barraco, la difesa respinge fuori area dove arriva Parisi: grandissima botta e bella respinta di Peruccini. La palla torna fuori e Parisi tenta un nuovo dribbling ma stavolta viene fermato, forse fallosamente. La difesa del Messina è colpevolmente sguarnita e parte il contropiede: si trovano in tre contro De Vito; Curiale serve Surraco che, solo davanti a Berardi, non può sbagliare. Cinque minuti dopo è notte fonda: stupido fallo a centrocampo di Baccolo che, già ammonito, riceve il secondo giallo. Decisione ineccepibile, molto più dubbia l’ammonizione del centrocampista nel primo tempo. E la mente torna a domenica scorsa al San Filippo quando, in occasione simile, Favasuli non ricevette il secondo giallo e la Juve Stabia rimase in 11.

Al 63’ Giorgione lancia Padulano sulla destra, il cui tiro è facile preda di Peruccini. Molto più ghiotta l’occasione, al 68’, per Moscardelli. Parte in sospetta posizione di fuorigioco, si ritrova solo davanti a Berardi ma gli “spara” addosso. Al 72’ Giorgione ci prova dalla distanza ma la sua conclusione è sballata: avrebbe fatto meglio a servire un compagno. Un minuto dopo la partita si riapre: brutto fallo a centrocampo di De Feudis, col piede a martello, e rosso diretto meritato. Da quel momento, però, il Messina non riesce ad avere la giusta reazione e il tempo scorre. Al 77’ Lepore prende una pallonata in faccia e resta a terra per oltre tre minuti. Più di minuto lo perde poco dopo, a causa dei crampi. Eppure è proprio lui a realizzare la rete del definitivo 2-0, su punizione, per un fallo ancora una volta molto dubbio di Burzigotti. E sullo stesso calcio piazzato, Doumbia sposta la barriera in modo poco ortodosso. Il Lecce, comunque, aveva legittimato la vittoria anche pochi minuti prima, con una gran botta da fuori di Curiale, ben respinta in angolo da Berardi. Il Messina rimane vittima degli episodi ma continua a pagare l’inesistente vena offensiva.

IL TABELLINO:

LECCE – MESSINA 2-0

LECCE: Peruccini, Freddi, Legittimo, Papini, Abruzzese, Cosenza, Lepore, Salvi (64' De Feudis), Moscardelli (74' Doumbia), Surraco, Curiale (90' Diop). All. Braglia.

MESSINA: Berardi, Burzigotti, De Vito (86' Salvemini), Baccolo, Martinelli, Parisi, Fornito, Giorgione, Cocuzza (59' Padulano), Barraco (68' Biondo), Leonetti. All. Di Napoli

ARBITRO: Antonio Di Martino di Teramo

RETI: 56' Surraco, 87' Lepore

ANGOLI: 2-6

AMMONITI: 27’ Baccolo, 35’ Martinelli, 37’ Parisi, 40’ Moscardelli, 59' Salvi, 69' Cosenza

ESPULSI: 61' Baccolo, 73' De Feudis

RECUPERI: 1’ e 5'

(Marco Ipsale)

2 commenti

  1. COME VOLEVASI DIMOSTRARE CHE IL MESSINA AL PRIMO POSTO A NATALE NON MANGIAVA IL PANETTONE. L’ARTICOLO PROFESSIONALMENTE E OTTIMAMENTE CI DESCRIVE, CON DOVIZIA DI PARTICOLARI, CHE I GIOCATORI DEL MESSINA SI SONO COMPORTATI DA VERI DILETTANTI MANDATI ALLO SBARAGLIO PER FARE PRESENZA E NON PERDERE LA PARTITA A TAVOLINO, DI CATEGORIA DA FIUMARA O TORRENTE, PRATICAMENTE DA “CIUMARA” NON DEGNI NEANCHE DI GIOCARE NELLE PARTITE DI ORATORIO. NON SI PERDE LA TESTA SPECIE CON UNA SQUADRA DI UNA CITTA’ CHE E’ UGUALE A MESSINA, PERFINO IL DIALETTO IN CERTI COMUNI DELLE PROVINCIA DI LECCE E’ UGUALE AL DIALETTO DI MESSINA. MA CHE FIGURA, COME DIREBBE EMILIO FEDE ….., TERZA SCONFITTA? COSI’ SARA’ UNA LUNGA SERIE. NON SONO PROFESSIONISTI E PROFESSIONALI.

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  2. COME VOLEVASI DIMOSTRARE CHE IL MESSINA AL PRIMO POSTO A NATALE NON MANGIAVA IL PANETTONE. L’ARTICOLO PROFESSIONALMENTE E OTTIMAMENTE CI DESCRIVE, CON DOVIZIA DI PARTICOLARI, CHE I GIOCATORI DEL MESSINA SI SONO COMPORTATI DA VERI DILETTANTI MANDATI ALLO SBARAGLIO PER FARE PRESENZA E NON PERDERE LA PARTITA A TAVOLINO, DI CATEGORIA DA FIUMARA O TORRENTE, PRATICAMENTE DA “CIUMARA” NON DEGNI NEANCHE DI GIOCARE NELLE PARTITE DI ORATORIO. NON SI PERDE LA TESTA SPECIE CON UNA SQUADRA DI UNA CITTA’ CHE E’ UGUALE A MESSINA, PERFINO IL DIALETTO IN CERTI COMUNI DELLE PROVINCIA DI LECCE E’ UGUALE AL DIALETTO DI MESSINA. MA CHE FIGURA, COME DIREBBE EMILIO FEDE ….., TERZA SCONFITTA? COSI’ SARA’ UNA LUNGA SERIE. NON SONO PROFESSIONISTI E PROFESSIONALI.

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