“Lefthand”, narrazione sulla letteratura pianistica per una sola mano

“Lefthand”, narrazione sulla letteratura pianistica per una sola mano

giovanni francio

“Lefthand”, narrazione sulla letteratura pianistica per una sola mano

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martedì 06 Dicembre 2022 - 10:40

Il pianista Giovanni Nesi ha condotto il pubblico attraverso uno straordinario percorso musicale di brani scritti per la sola mano sinistra

MESSINA – Chopin soleva ripetere ai suoi allievi, a proposito dell’esecuzione del rubato, che la mano sinistra è “il direttore d’orchestra”, per la funzione di dettare il tempo, che doveva comunque essere sempre rispettato. Non stupisce pertanto che vi sia una notevole letteratura di brani pianistici composti per sola mano sinistra.

La ragione è però principalmente occasionale, in quanto buona parte di questo genere musicale fu composta per pianisti che, o temporaneamente, o in via definitiva, avevano perso l’uso della mano destra.

Il caso più famoso è quello di Paul Wittgenstein, pianista viennese. che nel corso della Prima guerra mondiale perse il braccio destro, ma non si diede per vinto, e diventò un celebre esecutore per mano sinistra, per il quale furono composti diversi capolavori, come i Concerti per mano sinistra di Ravel e Prokopiev.

Sabato scorso, al Palacultura, il pianista Giovanni Nesi ha offerto una eccellente performance con la sola mano sinistra, entusiasmando gli spettatori presenti. Il concerto “Lefthand”, inserito nella stagione musicale della Associazione V. Bellini, ha destato grande interesse anche perché il pianista, oltre eseguire i brani in maniera impeccabile, ha anche illustrato ogni singolo pezzo eseguito, con precisi e suggestivi riferimenti storici. Lo stesso Nesi ha approfondito questo singolare repertorio a causa di una temporanea e rara patologia alla sua mano destra.

Il concerto è iniziato con l’esecuzione dellaSuite per Violoncello solo n. 1 in sol magg. BWV 1007 di Johann Sebastian Bach, trascritta per mano sinistra proprio da Nesi. In sei movimenti, come tutte le suite bachiane, la suite n. 1 si compone, di un Preludio, di un’Allemanda, una Corrente, una Sarabanda, un Minuetto e una Giga.

Famosissimo il Preludio, splendida la Sarabande ma tutta la Suite si mantiene su elevatissimi livelli di ispirazione. Molto bella la resa al pianoforte, che ha restituito quella sensazione di dolce e calma malinconia intrinseca in questo capolavoro.

Ha fatto seguito uno dei brani più eseguiti (spesso come bis) per la mano sinistra: il Preludio op. 9 n. 1 di Alexander Scriabin. Anche il musicista russo ad un certo punto della sua vita ebbe un infortunio alla mano destra, in seguito ad incessanti e forsennati esercizi che gli procurarono un guaio muscolare. Tale circostanza ci ha però regalato due autentici gioielli pianistici, il Notturno e questo Preludio dolce e malinconico, quasi “chopiniano”.

Giovanni Neri ha poi incantato con l’esecuzione di “Casta diva” da “Norma” di Bellini, nella trascrizione di Fumagalli. È incredibile come una sola mano riesca a fare le veci del canto, del coro e dell’orchestra!

Dopo due brevi brani di Robert Schumann – Melodie (da Album per la gioventù op. 68) e Kleine Studie (da Bunte Blatter) op. 99 n. 7, trascritti per mano sinistra proprio da Wittgenstein, e tre piccoli brani orchestrali di Shostakovich – Romanza (da Suite da Balletto n. 1); Elegia (da Suite da Balletto n. 3; Bambola Meccanica (da Children’s Notebook op. 69) – nella trascrizione dello stesso Nesi, il pianista ha eseguito il difficile “Valse d’Adele” (da Six Etudes pour la Main Gauche Seule) di Géza Zichy, allievo di Liszt, che curiosamente divenne pianista solo dopo aver perso la mano destra in un incidente di caccia.

Dulcis in fundo, il concerto si è concluso con la celeberrima Ciaccona dalla Partita per violino solo in re minore BWV 1004 di Johann Sebastian Bach, nella trascrizione di Johannes Brahms.

La Ciaccona rappresenta una delle più alte vette dello spirito nel campo musicale. Uno capolavoro straordinario, un tema solenne ed imponente che viene variato sessantaquattro volte, variazioni di una ricchezza inventiva, di una varietà e profondità che non hanno eguali nella storia della musica. Non sorprende che diversi musicisti abbiano voluto trascrivere per altra strumentazione questo brano. Famosa la trascrizione di Ferruccio Busoni per pianoforte, ma esistono anche trascrizioni per orchestra (Stokowski), per chitarra (Segovia), per cembalo (Van Asperen). Molto bella e interessante anche quella di Brahms per sola mano sinistra. Il compositore tedesco fu ispirato dal momentaneo problema fisico alla mano destra che Clara Schumann, moglie di Robert e celebre pianista all’epoca, dovette subire per qualche tempo. Brahms, trascrivendo per la sola mano sinistra, intese “ricreare un’impressione, certo estremamente rimpicciolita, ma purissima e che si avvicina all’originale: suonandolo con la sola mano sinistra! Alle volte mi vien fatto di pensare all’uovo di Colombo! La difficoltà analoga, il tipo di tecnica, l’arpeggiare, tutto contribuisce a farmi sentire una specie di violinista!” (da una lettera di Brahms).

È inutile dire che il brano presenta difficoltà tecniche e interpretative (per via della sua straordinaria intensità) non indifferenti, difficoltà affrontate mirabilmente dal pianista, che ha offerto un’esecuzione davvero coinvolgente.

Splendido il bis concesso: il celebre “Siciliano” dalla Sonata per flauto e cembalo BWV 1031 di Bach, trascritto ancora da Giovanni Nesi.

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