Legambiente: "Per gli incendi nei boschi servono mezzi e nuove forze attrezzate"

Legambiente: “Per gli incendi nei boschi servono mezzi e nuove forze attrezzate”

Redazione

Legambiente: “Per gli incendi nei boschi servono mezzi e nuove forze attrezzate”

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giovedì 31 Agosto 2023 - 19:00

L'associazione: "Questa volta è toccato persino ai nostri colli, bisogna correre ai ripari"

MESSINA – Sull’emergenza incendi e sugli interventi necessari interviene Legambiente Messina. “La capacità d’intervento di antincendio boschivo è assolutamente inadeguata, tanto quanto a forze disponibili, tanto quanto a dotazione di mezzi e capacità reale di intervento del personale”, sostiene l’associazione. Ecco l’inizio della riflessione: “Ancora altri incendi dopo quelli già drammatici del mese scorso, che da soli erano bastati a fare del 2023 l’anno peggiore, dal 2017, per gli incendi nel circondario messinese. In questi giorni il fuoco è tornato, e questa volta più in alto, fin dentro i boschi dei nostri colli, dove (fortunatamente) più di rado lo si vede e anzi si tende spesso a pensare che ne siano esenti rispetto alle martoriate macchie che, assai di frequente, bruciano”.

Continua la nota dell’associazione: “L’incendio di questi giorni si è sviluppato a partire da una zona nei pressi della Madonnuzza-Camaro ed è risalito fino a lambire la strada che dal Centro Neurolesi arriva alle Quattro Strade e, più su ancora, fino al crinale all’altezza di Puntale Ferraro e dell’ex Colonia principe di Piemonte. Ancora una volta poteva andare molto peggio. Per la maggior parte della zona interessata il fuoco è stato “radente”, ossia di sottobosco, passando di rado direttamente alle chiome degli alberi, così che il danno alle superfici colpite non è totale”.

E ancora: “Ma si tratta del cuore dei boschi più belli dei nostri colli, un segno pericolosissimo che deve mettere in guardia: nulla è scontato, niente è insensibile al fuoco, l’immensa ricchezza di questi boschi, cui troppo spesso noi messinesi non diamo il giusto valore, resta fragile e vulnerabile. Per chi ha presente il paesaggio, si tengano come monito i monti di Palermo che circondano il capoluogo: alture potenzialmente bellissime, quasi completamente spoglie, coperte di una bassa vegetazione estremamente degradata, che brucia e ribrucia di continuo. Niente assicura in eterno che i nostri verdi colli non possano ridursi allo stesso modo un giorno”.

Poi una testimonianza: “Durante gli incendi di fine luglio, alcuni nostri soci si trovavano nei pressi di Massa San Giorgio, nel tentativo di proteggere un piccolo appezzamento di terreno a forza di secchi d’acqua e battifuoco. Dopo che già il fuoco era passato tutto intorno al terreno e restavano perlopiù solo focolai isolati, un mezzo leggero dei vigili del fuoco arrivava, con due vigili a bordo, stremati da turni massacranti (14 ore il giorno prima, a quanto riferito. I due vigili chiedevano ai nostri di poter riempire la cisterna del mezzo, anche se l’unica acqua disponibile arrivava con una pressione insignificante. Informati del fatto che in un terreno vicino si trovava un serbatoio ad uso agricolo di grande capienza dove poter rifornirsi d’acqua, riferivano che la cosa non era possibile a causa del fatto che il loro mezzo non disponeva di una pompa per aspirazione”.

“Occorrono squadre giovani, ben attrezzate e competenti per un efficace intervento da terra”

“Altri aneddoti potrebbero essere raccontati in relazione all’incendio a puntale Ferraro. I lanci aerei sono molto dispersivi, mentre un serio intervento da terra potrebbe essere risolutivo. Ovviamente occorrono squadre composte da persone sufficientemente giovani, ben attrezzate e competenti. E, fatta salva la competenza (e in molti casi l’abnegazione) che non si mette in dubbio, le altre due caratteristiche perlopiù scarseggiano”.

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