L'emergenza casa a Messina e la necessità di sanare le ferite sociali

L’emergenza casa a Messina e la necessità di sanare le ferite sociali

Marco Olivieri

L’emergenza casa a Messina e la necessità di sanare le ferite sociali

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martedì 26 Settembre 2023 - 09:38

Censimento degli immobili comunali e sostegno a chi è in difficoltà, in un quadro di legalità e giustizia: ecco le priorità. Ma serve un progetto

MESSINA – Emergenza casa. Ieri è stato scongiurato, o comunque rinviato, uno sfratto nel rione ferrovieri. L’ennesima occasione per concentrarsi sulle ferite sociali di una città che non può pensare al proprio futuro se non sana l’emergenza abitativa e l’orrore di alcune periferie abbandonate. La stessa tendenza a gettare quotidianamente i rifiuti dove capita, e a creare discariche abusive, è il segnale più profondo di una malattia sociale. Di un odio e di una noncuranza patologici nei confronti del proprio territorio.

Censimento degli immobili comunali da completare, nessuna compiacenza nei confronti di chi potrebbe pagare minime quote sociali e non lo fa, sostegno a chi versa in condizioni di difficoltà e disagio: a Messina serve davvero una rivoluzione con due pilastri. Un progetto di città con due fari nella notte: giustizia sociale e legalità.

Con la necessità di creare un’economia che produca, investa e crei posti di lavoro, a Messina serve un progetto per affrontare in modo organico l’emergenza abitativa e rilanciare l’edilizia residenziale pubblica. Nel frattempo, oggi, è l’Udu, Unione degli studenti universitari, a organizzare a Piazza Pugliati, di fronte all’Università centrale, un presidio contro il caro studio e caro affitti. E il Sunia (Sindacato Unitario nazionale inquilini e assegnatari) ha denunciato che “il disagio abitativo in Sicilia coinvolge almeno 40mila famiglie”. A sua volta, il Sindacato unitario nazionale inquilini assegnatari di Messina ha parlato di “ventimila case vuote in città, mentre migliaia di famiglie sono in cerca di abitazione”.

Da tempo, l’Unione inquilini propone, a favore di circa mille nuclei familiari e con almeno ventimila alloggi sfitti, un acquisto di case da parte del Comune, con la possibilità di pagare poi un canone sociale. Il tutto in dialogo con Iacp e commissario straordinario per il risanamento, intercettando, come è avvenuto in questi anni in diverse occasioni, un significativo canale di finanziamento.

Non mancano i modelli nel campo dei progetti di benessere sociale più avanzati. Si pensi ai fondi povertà, nel caso di morosità legata all’impossibilità di pagare. Un’emergenza acuita pure dalla scelta scellerata, da parte del governo nazionale, di togliere il reddito di cittadinanza a una parte di popolazione, senza aver prima trovato valide alternative.

Va completato il censimento degli immobili comunali

Di vitale importanza che si completi il censimento degli immobili comunali. Su 1324 alloggi, ci ha comunicato Patrimonio Messina Spa nel mese di giugno, in un terzo degli immobili non si è potuto eseguire il sopralluogo perché chi vive lì non si è fatto trovare. Occorre sapere con certezza qual è il patrimonio comunale di cui si può disporre. Unico mezzo per aiutare chi è in difficoltà. Senza giustizia sociale e senza diritti, non esistono nemmeno doveri e senso della comunità.

Va ribadito: non è accettabile che le istituzioni siano forti con i deboli e deboli con i forti. Si consenta a chi ha davvero bisogno di usufruire di un’edilizia residenziale pubblica di qualità, abbattendo la vecchia ingiustizia delle periferie e della loro marginalità, e si costringa chi potrebbe pagare e non lo fa a un’assunzione di responsabilità. O dentro o fuori. Massima disponibilità per chi, invece, vuole sanare la propria condizione ed è in situazione d’oggettiva difficoltà, come è il caso della famiglia di ieri.

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