Riflessione universitaria pre - voto. "Noi studenti possiamo cambiare il sistema"

Riflessione universitaria pre – voto. “Noi studenti possiamo cambiare il sistema”

Claudio Panebianco

Riflessione universitaria pre – voto. “Noi studenti possiamo cambiare il sistema”

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lunedì 10 Novembre 2014 - 23:17

Massimo Parisi, Presidente dell'Associazione Universitaria "Unidea", candidato al Senato Accademico nella Lista ORUM e Consigliere di Dipartimento della facoltà di giurisprudenza, ha scritto una lettera aperta indirizzata ad una studentessa e ad uno studente medio dell'Ateneo volendo sottolineare l'importanza dell'Università di Messina e la necessità di farle cambiare volto e registro, partendo proprio dagli iscritti

Mancano praticamente 24 ore alla chiamata alle urne che coinvolgerà studenti, dottorandi, assegnisti di ricerca e specializzandi dell'Ateneo Peloritano. Le cariche di rappresentanza all'interno dell'Università di Messina verranno quindi ridefinite e le agognate "x" decreteranno i futuri portavoce. In un clima tanto acceso e cariche di aspettative, le emozioni si mischiano.

Volendo far notare una faccia diversa della medaglia, quella della riflessione, Massimo Parisi, Presidente dell'Associazione Universitaria "Unidea", candidato al Senato Accademico nella Lista ORUM e Consigliere di Dipartimento della facoltà di giurisprudenza, ha scritto una lettera aperta indirizzata ad una studentessa e ad uno studente medio dell'Ateneo, iniziando il testo con una domanda particolare. "Cos'è l'Università?", chiede Massimo, "Cosa rappresenta quella di Messina per 26 mila studenti, che credono nel Sapere come strumento di emancipazione ed un’occasione per poter sperare nel lavoro sognato?", incalza poi lo studente.

Il quadro dipinto dal giovane candidato è decisamente veritiero quanto abbastanza forte e triste: si dipinge infatti un mondo accademico segnato da "assenza dei servizi essenziali e disservizi di quei pochi esistenti, strutture lasciate all'abbandono, personale incapace od inadeguato o che si scontra con i limite dell’organizzazione dei servizi, nonostante la loro importanza". Vengono quindi riportate le difficoltà che ogni iscritto medio ogni giorno è costretto ad affrontare per portare avanti la sua carriera universitaria, dovendo lottare contro una gestione che tende al vecchio piuttosto che al nuovo, "com'è possibile pensare", scrive Massimo, "che sia accettabile lasciare che tutto scorra nell'indifferenza, accettando le regole di chi, in passato, ha determinato l’impoverimento culturale della nostra Università e di chi, oggi, continua a farlo; possiamo continuare ad abbandonarla a chi ha usato l’Università ai soli fini personali, per il raggiungimento di traguardi professionali o politici? Come possiamo non vedere che, se da una parte c’è la farsa di un gruppo di universitari che si sentono i prossimi potenti della città, gestendo la nostra Università con le stesse pratiche e la stessa mentalità di chi, in passato, ha mal governato, dall'altra c’è la stragrande maggioranza di studenti, che vittime di queste logiche, appaiono non aver altra alternativa che quella dell’accettazione dello stato di cose, sacrificando le proprie ambizioni e speranze alla rassegnazione?".

E' un grido di rivolta e di aiuto quello lanciato dall'alunno, un vero e proprio inno alla cultura e all'istituzione che la rappresenta, con la volontà e la speranza che presto, un giorno, siano proprio gli studenti, il fulcro dell'Ateneo, a ribaltare il sistema, "prendiamo il coraggio di poter essere "Noi" i Protagonisti del cambiamento. Occupiamoci di far emergere la bellezza di tutto questo che è stato coperto per troppo lungo tempo dall'immondizia degli interessi personali di coloro che si sono occupati male dell’Università. Vogliamo seriamente lasciare tutta questa "bellezza" a chi la sfrutterà per impoverirla e mortificarla sempre di più, come ha fatto con noi rubandoci la speranza ed il diritto di poter lavorare nella nostra terra e poter essere la risorsa e il riscatto, costringendoci a "scappare"?".

Claudio Panebianco

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