L'ignoranza 2.0 su fenomeni migratori e cooperazione internazionale

L’ignoranza 2.0 su fenomeni migratori e cooperazione internazionale

Simone Milioti

L’ignoranza 2.0 su fenomeni migratori e cooperazione internazionale

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mercoledì 01 Luglio 2020 - 19:23

La riflessione del messinese Simone Milioti che ha avuto esperienze di volontariato con le organizzazioni che operano nel settore

Paese di opinionisti, quali gli italiani non mancano mai di dimostrare, abbiamo sempre la risposta a tutto, quasi mai una soluzione bensì una critica non ragionata e per giunta peggiorativa della situazione. Prima del 2018 l’indirizzo politico italiano era per l’accoglienza dei migranti, tradotto volgarmente in porti aperti, il mantra di contro era sempre “aiutiamoli a casa loro”. Da quando invece i partiti più conservatori stanno guadagnando consensi guarda un po’ che neanche aiutarli a casa loro va più bene.

Gli odiatori sociali

La prova di tutto ciò si è avuta con il caso di Silvia Romano, non tanto per il rientro in Italia con tanto di chiacchiere attorno al riscatto pagato, ma scaturisce quando la cooperante, che stava appunto aiutando i migranti a casa loro in Kenya, fu rapita alla fine del 2018. Gli odiatori sociali si scatenarono andando ad intonare quasi ad una sola voce “se l’è cercata”: nessuna soluzione da parte loro ma solo una critica inutile. Per mia esperienza nell’ambito della cooperazione internazionale posso dire che sono tante le Organizzazioni Non Governative che si adoperano nell’aiutare i migranti a casa propria, espressione molto triste tra l’altro però usata in questa occasione per definire e distinguere meglio le ONG che si occupano di ricerca e soccorso in mare, il nemico preferito per fare propaganda, dalle altre che invece si occupano di aiutare le popolazioni sui propri territori, che sono sempre esistite ma sono state considerate meno dai media.

La mia esperienza sul campo

Una di queste è il VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, ONG di ispirazione salesiana che opera in diversi paesi del mondo sin dalla fine degli anni ’80. La mia esperienza di supporto era basata sul coordinamento delle attività di sensibilizzazione e informazione in Italia selezionando tutto ciò che veniva realizzato nei diversi paesi in via di sviluppo, che come si potrebbe erroneamente pensare non sono solo nazioni del continente africano. Per un anno sono stato in contatto con cooperanti che realizzavano serre per la coltivazione agricola in Ghana, con volontari che tolgono dalle strade (quindi dal controllo delle gang) giovani haitiani che imparano in seguito un mestiere, maestri coraggiosi che insegnano in scuole palestinesi che sorgono all’interno delle aree militarizzate, zone di guerra.

Stop tratta

Un progetto infine che è sovranazionale si chiama StopTratta e mira a risolvere il problema di migliaia di migranti africani che avranno la possibilità di scegliere di non partire, trovando da vivere nelle loro comunità di origine, o scegliere di partire arrivando però in Italia con tutti i documenti necessari e attraverso i corridoi umanitari in un viaggio e non scommettendo la propria vita. Probabilmente molti non sono a conoscenza di ONG come il VIS ed è stupefacente come alcuni, non tutti e neanche la maggior parte fortunatamente, davanti a questi risultati e obiettivi ancora da raggiungere siano capaci di criticare lamentandosi e usando espressioni del tipo: “perché non fare tutto questo in Italia per gli italiani?”.

(Simone Milioti)

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