Il caso delle aziende di affissioni pubblicitarie: hanno pagato i debiti ma il Comune non risponde

Il caso delle aziende di affissioni pubblicitarie: hanno pagato i debiti ma il Comune non risponde

Francesca Stornante

Il caso delle aziende di affissioni pubblicitarie: hanno pagato i debiti ma il Comune non risponde

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giovedì 26 Novembre 2020 - 18:51

Un'azienda ha pagato 600 mila euro per chiudere il suo debito, un'altra ha pagato e poi ha anche vinto una causa contro il Comune. Da Palazzo Zanca però mesi di silenzio

Una situazione assurda e che si trascina ormai da mesi. Protagoniste della vicenda, alcune aziende messinesi che lavorano nel campo delle affissioni pubblicitarie. Un settore in cui a Messina per troppi anni ha regnato la totale deregulation, perché il Comune non riusciva a porre un freno all’abusivismo.

Anni di abusivismo e tariffe stellari

La precedente amministrazione ha iniziato a lavorare per mettere ordine in questo settore. Si sta andando avanti anche adesso. Nel 2017 è cambiato il regolamento Cosap che ha finalmente introdotto tariffe eque rispetto a quelle stellari che il Comune ha chiesto per anni per l’occupazione suolo pubblico. Sempre nel 2017 l’amministrazione Accorinti ha deciso di dare la possibilità a chi ha maturato debiti di andare a transazione. Così inizia questo percorso. Tra l’altro necessario per le aziende che volevano chiudere tutti i vecchi contenziosi, saldare i debiti accumulati e rimettersi nelle condizioni di poter ottenere nuove autorizzazioni per impianti pubblicitari e pubbliche affissioni. Ad oggi però sembra essere finito tutto nel limbo. O, meglio, in una fase di stallo che molte aziende non riescono più a comprendere e che rischia di penalizzarle doppiamente.

Il caso di un’azienda che ha pagato quasi 600 mila euro

Le vicende più significative sono due. Partiamo dalla prima. Questa ditta nel gennaio 2018 dice al Comune di essere interessata alla transazione e chiede di conoscere l’entità dell’importo richiesto da Palazzo Zanca. Un mese dopo il Comune risponde quantificando in quasi 600 mila euro il debito della ditta. L’azienda decide di aderire alla transazione, inizialmente fa presente che il conteggio del debito era diverso, seguono alcuni incontri, poi nel novembre 2019 decide di accettare il conteggio. Esattamente il 18 novembre paga i quasi 600 mila euro facendo un bonifico bancario. E precisa che il pagamento vale come accettazione e definizione della transazione che, dunque, si può intendere conclusa.

Del resto, l’azienda in questione ha esattamente fatto quanto era stato richiesto dal Comune, con tanto di soldi versati. Ma da allora è calato il silenzio. L’amministrazione non ha trasmesso riscontro a quel pagamento né tantomeno inviato l’accordo che chiudeva ogni partita debitoria. La ditta ha sollecitato il Comune nei mesi successivi, ma nulla. E così ad oggi c’è una situazione debitoria rimasta aperta nonostante le somme che il Comune chiedeva siano stati versate. La transazione non si è chiusa e dunque la ditta rimane in uno status di illegittimità.

C’è chi ha pagato e poi ha anche vinto una causa

In una situazione simile, anzi con un aspetto ancora più paradossale, c’è anche un’altra grande azienda messinese di affissioni pubblicitarie. Stesso iter per andare a transazione, somme del debito versate, zero risposte. Nel frattempo però è andata avanti la causa che negli anni passati la ditta aveva avviato contro il Comune per il famoso regolamento Cosap che poi fu dichiarato illegittimo per la modalità con cui erano stati definiti i criteri per le tariffe. Quella causa nello scorso mese di febbraio si è chiusa a favore della ditta che si era opposta al pagamento di debiti e sanzioni. Il Comune è stato condannato anche a pagare le spese legali. Una sconfitta che avrebbe potuto evitare semplicemente rispondendo per chiudere la transazione. Invece deve anche restituire le somme che l’azienda aveva già versato.

L’appello dell’Aspes

Entrambe le due aziende fanno parte dell’associazione Aspes, associazione di categoria che in questi anni ha sempre seguito le complicate vicende degli impianti pubblicitari a Messina. Entrambe hanno pagato l’importo della transazione richiesto dal Comune per ottenere le concessioni del suolo pubblico ed evitare che sempre il Comune continuasse a chiedere il pagamento di sanzioni. Ed erano pronte a rinunciare alla causa in corso per chiudere la transazione. Invece una di loro è arrivata alla sentenza e ha vinto. Cosa che probabilmente succederà anche all’altra. E questi non sono gli unici casi.

Il rappresentate di Aspes, l’avvocato Salvatore Drago, spiega che di fronte a queste situazioni il Comune resta praticamente immobile. «Noi desideriamo solo che decida. Siamo pronti a confrontarci ancora, a rispondere a eventuali dubbi, ma non possiamo restare in questa incertezza. E’ inutile dire che non paga nessuno, perché non è così. E se ci sono aziende che non pagano, è giusto rimuovere gli impianti. Ma qui ci troviamo di fronte a due ditte che hanno provato a chiudere i debiti passati, hanno pagato quelle somme richieste, ma adesso non possono chiedere nuove autorizzazioni Cosap il Comune non le concede a chi ha un pregresso pendente. E dunque operano nell’irregolarità, rischiano anche nuove sanzioni. Sappiamo che proprio in queste ultime settimane qualcosa si è mosso con i legali delle aziende, ma siamo ancora in una fase di concertazione, quando invece si doveva chiudere tutto da mesi».

Abbiamo provato ad avere risposte dagli assessori al Patrimonio, Francesco Caminiti, e all’assessore al Contezioso, Dafne Musolino, ma senza riscontro.

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Un commento

  1. Ma che ne sanno a Fiumedinisi?

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