Presto in Consiglio comunale il registro delle Unioni Civili. I trans: "Più tutele sindacali"

Presto in Consiglio comunale il registro delle Unioni Civili. I trans: “Più tutele sindacali”

Eleonora Corace

Presto in Consiglio comunale il registro delle Unioni Civili. I trans: “Più tutele sindacali”

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domenica 18 Maggio 2014 - 18:49

Il presidente del circolo Arcigay Makwan, Rosario Duca, definisce un "successo" la festa a Piazza Cairoli organizzata in occasione del 17 Maggio, giorno in cui si celebra la giornata mondiale contro l'omotransfobia". Intanto continuano le lotte per il riconoscimento dei diritti civili e le pari opportunità

“L’iniziativa organizzata in piazza per la giornata mondiale contro l’omotransfobia non è andata bene, è andata benissimo”. Questo il commento entusiasta di Rosario Duca, presidente del circolo Arcigay Makwan della provincia di Messina, che ha ricevuto anche la chiamata del presidente nazionale per complimentarsi dell’iniziativa in riva allo Stretto. Alla fine della lunga giornata Duca era praticamente commosso e spiega il perché: “Le bandiere dell’Arcigay hanno sventolato liberamente in una città che si è dimostrata libera. Tutto il circolo ha partecipato, ma c’è stata anche un grande coinvolgimento da parte di tutti i cittadini”.

Tra il materiale informativo reso disponibile nel corso della giornata del 17 maggio, anche il libro di Franco Grillini, “Ecce Omo”, che racconta la storia del movimento per i diritti civili in Italia, partendo dalle difficoltà dell’essere omossessuale e dichiararsi tale in Italia, solo venticinque anni fa. se siamo indietro rispetto agli altri paesi occidentali, in quanto laicità dei rapporti e riconoscimento dei diritti civili alle coppie di fatto, di sicuro tanta strada si è fatta da quando alle elezioni del 1987 lo slogan elettorale di Grillini – allora presidente arcigay e candidato con il PCI – era provocatoriamente: “manda un gay in Parlamento”. La libertà e il riconoscimento della dignità conquistate si sono palesate nel successo della giornata pensata proprio per combattere ogni discriminazione, la strada, però, è ancora lunga e si gioca su due fronti: oltre quello culturale, quello dei diritti civili.

Il Circolo Arcigay Makwan svolge un ruolo di catalizzatore per la battaglia per il registro delle Unioni Civili in tutta la Provincia di Messina, dove sono stati mietuti ottimi risultati, soprattutto nei Comuni di Milazzo, Torregrotta, Mazzarà S. Andrea e Taormina, dove il registro è diventato definitivo. Parere favorevole all’istituzione del registro è stato espresso anche da quattro dei sei quartieri di Messina, ovvero dai consigli della II-III-IV e V Circoscrizione. Grande attesa per la discussione in Consiglio Comunale, dopo le rispettive delibere di Giunta, nei comuni di Messina, Barcellona Pozzo di Gotto e S. Alessio Siculo. In altri sei comuni l’iter è già stato avviato. “In tutti gli altri – fa sapere Rosario Duca – le richieste sono state presentate, ma ancora non abbiamo avuto risposte”. E l’assessore alle Pari Opportunità, Patrizia Panarello, ha annunciato che probabilmente la discussione in consiglio si terrà proprio in questa settimana. Il circolo Arcigay, però, ricorda sempre come i diritti civili non siano rivolti soltanto agli omosessuali, ma a tutti i cittadini. vero e proprio veicolo per istituire una democrazia realmente paritaria, per ogni cittadino.

Un altro orizzonte di rivendicazione dei diritti, è quello che vede impegnato i trans sul fronte delle rivendicazioni sindacali. Le persone trans e trans gender continuano ad essere, spesso, fortemente discriminate in ambito lavorativo, per questo da tempo il movimento LGBT – termine collettivo per riferirsi a persone Lesbiche , Gay , Bisessuali e Transgender – chiede un’adeguata rappresentanza sindacale. All’appello ha risposto, primo sindacato tra tutti, L'Orsa, e la speranza è che il mondo del lavoro venga al più presto sensibilizzato su questi temi e le lavoratrici e i lavoratori pienamente rispettati e tutelati.

I cittadini transgender, inoltre, aspettano da anni l’applicazione in Italia della cosiddetta “grande soluzione”. Prendendo spunto dalla legge tedesca del 10 settembre 1980, che prevedeva due 'tappe' chiamate "soluzioni", il movimento trangender si batte per l’applicazione integrale di questa legge. La prima tappa, resa esecutiva anche in Italia, stabilisce che: attraverso la cosiddetta piccola soluzione, la riattribuzione anagrafica di un nome adatto alle istanze della persona transessuale, senza alcuna necessità di interventi ormonali e/o chirurgici sul viso. La seconda tappa viene detta: “grande soluzione”, che permette -dopo almeno due anni di vita vissuta come appartenente al sesso di elezione e dopo varie verifiche – di accedere all'iter che porta fisicamente alla riassegnazione chirurgica del sesso.

E chi ha lottato nella sua vita per il riconoscimento dei diritti di ogni persona, contro ogni falso moralismo e le gabbie bigotte che troppo spesso incupiscono la cultura italiana, oltre che la vita, non ha potuto non guardare con un sorriso di simpatia e sollievo le due Drag Queen intervenute alla fine dell’evento del 17 Maggio, fare foto con le ragazze e i ragazzi messinesi in giro per il consueto passeggio del sabato pomeriggio. Omosessuali, travestiti, bisessuali o etero che si vestono da donna per gioco, le Drag Queen rappresentano con fantasia e leggerezza, nel loro “infrangere le forme” di Deleuziana memoria, il principio della libera autodeterminazione di ogni individuo.

Eleonora Corace

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