L'urlo dei piccoli imprenditori: "No al lockdown sulla nostra pelle". I VIDEO

L’urlo dei piccoli imprenditori: “No al lockdown sulla nostra pelle”. I VIDEO

Rosaria Brancato

L’urlo dei piccoli imprenditori: “No al lockdown sulla nostra pelle”. I VIDEO

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domenica 25 Ottobre 2020 - 08:40

Il coprifuoco farà chiudere centinaia di aziende in una lenta agonia. La protesta dei piccoli imprenditori. De Luca. "Sono con voi e vi aiuterò"

Per noi è un lento suicidio economico. Non ci chiudete ufficialmente ma ci state facendo morire”. L’urlo della piazza è unitario, composto, ma disperato. Ci sono i “piccoli”, quelli che a livello nazionale non hanno trovato nessuno che li difende, quelli definiti di volta inessenziali ma che costituiscono l’ossatura dell’economia del quotidiano. Ristoranti, bar, locali, aziende del settore catering ed eventi, animatori. Per la prima volta sono unite tutte le sigle, perché a unirli sono i Dpcm e le notizie sul coprifuoco.

La nostra vita è essenziale

Per migliaia di famiglie è il pane, quello stesso pane che per una fetta di governo viene definito “inessenziale”. Sono stati chiusi nel locdwon e quando è finito hanno fatto quanto richiesto per sanificare e mettere in sicurezza i locali. Hanno dimezzato i posti, si son rimboccati le maniche mentre la cassa integrazione non arrivava, i previsti fondi neanche. E adesso gli si viene detto di abbassare le saracinesche alle 18 (in realtà pare che su quest’orario non ci sia affatto unanimità).

10 sigle unite in Piazza

Tanto vale chiuderci. Noi diciamo siamo pronti a chiudere, ma dovete darci un ristoro adesso, non domani quando saremo morti. Ancora attendiamo quelli dei mesi scorsi”. In piazza, in rappresentanza delle associazioni ci sono, nell’ordine: Daniele Zuccarello (coordinatore Autonomi e Paritite Iva e coordinatore nazionale di Reset), Carmelo Picciotto (Presidente confcommercio Messina), Danny Anna (pres. Alces Messina), Lino Santoro (Piccole e Medie imprese Messina), Alessandro Allegra (Confartigianato Imprese Messina), Alberto Palella (presidente Confesercenti Messina), Ivo Blandina (vicepresidente vicario Sicindustria Messina), Luigi Spignolo (CLAII Artigiani Messina), Salvatore Longo (Sada Casartigiani Messina), Benny Bonaffini (Fiepet Confesercenti Messina). A loro si è unito anche il sindaco Cateno De Luca che ha sposato la battaglia per la sopravvivenza. Qui Il video della DIRETTA DI TEMPOSTRETTO manifestazione in Piazza Municipio.

Cosa si è fatto per la sanità?

C’è chi confonde la movida con le nostre attività”, spiegano e raccontano di storie dolorose, della fatica nell’attraversare questi mesi durante i quali è stato detto “andrà tutto bene”. Ma non è andato tutto bene. In questi mesi non sono stati potenziati gli ospedali, non sono stati assunti medici, infermieri, operatori sanitari, non è stata concretizzata l’assistenza sanitaria sul territorio, non si è investito sulla vaccinazione antinfluenzale a tappeto. C’è stato il bonus monopattino e bonus vacanze ma sul versante sanità no.

Pronti allo sciopero della fame

In piazza la protesta è scattata nei confronti dell’ordinanza Musumeci che il coprifuoco lo indica alle 23, un orario che non consente, alle nostre latitudini di avviare i “doppi turni”. Inoltre, con il contestuale smart working non si lavora più neanche a pranzo ed i limiti sulle cerimonie hanno mandato al tracollo il settore. Sul piatto non ci sono risorse. “Siamo pronti a fare lo sciopero della fame a Roma- spiega Alberto Palella– Moriremo di fame comunque, almeno facciamo sentire la nostra voce”. Ad aprire la manifestazione è stato Daniele Zuccarello: “Migliaia di famiglie non sono inessenziali. Per ognuno di loro è la vita. Questo è un modo per far morire le aziende lentamente, e nel frattempo sulla sanità non si è fatto nulla”.

De Luca: “Sono con voi”

Subito dopo è intervenuto il sindaco De Luca: “Ora basta io non starò fermo di fronte a quanto accade. Il partito del 27, di chi finora ha ricevuto lo stipendio tutti i mesi deve essere pronto a fare dei sacrifici, fare un patto sociale con chi rischia di non arrivare neanche a novembre. Non ci sto. Anche perché, quel che non capisce chi è privilegiato è che se l’economia è ferma prima o poi anche i nostri stipendi sicuri non lo saranno più. Io sono con voi e dico, disobbediamo alle ordinanze arrestateci tutti”. Il sindaco invita tutti ad andare dalla prefetta Carmela Librizzi ed il corteo si sposta fin sotto Palazzo del governo.

Dopo l’incontro

Le dichiarazioni dopo l’incontro con la prefetta Librizzi.

https://www.facebook.com/Tempostretto.it/videos/350429776211043/

Gli aiuti da Palazzo Zanca

Nel frattempo le voci sul coprifuoco alle 20 o alle 18 si fanno sempre più insistenti. La situazione è drammatica. Sindaco e delegazione (Zuccarello, Picciotto, Palella) escono sconfortati e si annuncia un nuovo incontro oggi, un documento e la possibilità, che De Luca spiega in piazza che sarà l’amministrazione comunale a far fronte all’emergenza dei piccoli che chiuderanno. Insomma, gli aiuti, da studiare come, verranno da Palazzo Zanca. Le notizie gettano nello sconforto i presenti per i quali davanti c’è un calvario senza certezze. Da oggi al Comune, insieme ai rappresentanti delle 10 sigle, si avvia un confronto serio, senza sconti, senza false illusioni, su come salvare concretamente dal baratro migliaia di aziende e imprenditori piccoli sì ma numerosi. Wainting for…il prossimo Dpcm

Il video della diretta facebook

https://www.facebook.com/watch/?v=714899782448904

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2 commenti

  1. Il pianto dei grandi evasori.

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  2. Indubbiamente le restrizioni ai locali pubblici comportano minori introiti per i titolari e enormi rischi per i dipendenti, e ad entrambe le categorie bisogna stare vicini ed auspico che le Autorità adottino misure di sostegno.
    La priorità, oggi, è il contenimento dei nuovi contagi. E’ una situazione nella quale ci siamo infilati da soli, e non vale più l’argomento che gli asintomatici sono il 95% dei contagiati, perché la percentuale del 5% (che un paio di mesi fa applicavamo a 300 persone) oggi la applichiamo a 20.000 e a breve a 40.000.
    E, semplicemente, le nostre strutture sanitarie non sono in grado di reggere questo urto. E’ semplice.

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