L'alibi delle opere faraoniche che nasconde l'incapacità di risolvere le piccole cose

L’alibi delle opere faraoniche che nasconde l’incapacità di risolvere le piccole cose

Rosaria Brancato

L’alibi delle opere faraoniche che nasconde l’incapacità di risolvere le piccole cose

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sabato 05 Novembre 2016 - 23:01

Il caso di Nicholas Green c'insegna che dai piccoli gesti possono nascere grandi cambiamenti. Le foto di quel che resta della scuola a lui dedicata sono invece la prova di come la lamentela sia un alibi per distrarre dall'incapacità di cambiare le piccole cose.

Valle degli angeli non è poi così lontana. Non è periferia. Sei a Provinciale, giri l’angolo e ti ritrovi davanti ad uno spettro, ad un’immagine uguale alle scuole crollate per i terremoti nel centro-Italia. Ti ritrovi quel che resta di una speranza, di un simbolo: l’ex scuola Nicholas Green.

Se non riusciamo a cambiare le cose più piccole, come possiamo mettere tra le priorità quelle più lontane e più grandi?

La storia di Nicholas Green insegna questo: che dai piccoli gesti si apre il varco per i grandi cambiamenti. Era l’1 ottobre del ’94 ed io, da cronista, sono stata incaricata da Telecolor di seguire la storia del piccolo Nicholas, ucciso da rapinatori lungo l’autostrada Salerno-Reggio Calabria mentre era in auto con i suoi diretti in Sicilia. Ricordo le interviste ai genitori, quegli sguardi profondi quanto il loro dolore ma determinati nel fare la scelta più tremenda per un genitore: donare gli organi del proprio figlio morto. Nel ’94 in Italia la donazione degli organi era quasi un tabù, erano appena 400 i donatori l’anno. La scelta dei Green fu da esempio. Erano venuti in Italia in vacanza e noi gli abbiamo ucciso il figlio, altri al posto loro avrebbero reagito diversamente. Invece per i Green fu una “decisione naturale”. Quel gesto solitario innescò un cambiamento a catena. La rivoluzione inizia dalle piccole cose. Non è stata una manifestazione di piazza, una petizione, un gesto eclatante, ma un solo sì che si è trasformato in un fiume.

Invece a Messina, 22 anni dopo, siamo riusciti a calpestare quel simbolo di cambiamento. Quel che resta dell’ex scuola Nicholas Green, chiusa sin dal 2011, rappresenta la nostra incapacità di cambiare persino le piccole cose.

Di anno in anno abbiamo lasciato che sporcizia si unisse a maceria, che sterpaglia si unisse a letame e che i danni diventassero così ingenti da rendere necessarie somme importanti per poter ristrutturare il plesso. In questo modo i grandi obiettivi diventano solo alibi per non fare.

Il padre di Nicholas è tornato a Messina nel 2014, vent’anni dopo la tragedia. Nessuno, per vergogna, lo ha portato nella scuola dedicata al suo bimbo. Quest’anno, a febbraio, Reginald Green è tornato a Palermo, ed ha tenuto un discorso nell’Aula intestata a Nicholas. Noi abbiamo ridotto in macerie un simbolo di speranza e di cambiamento.

Il Consiglio della III Circoscrizione per 3 anni, dal 2013 a un mese fa, ha presentato proposte per riqualificare l’immobile, ormai ridotto a cumulo di macerie, rifiuti, rifugio per vandali e vagabondi. Il quartiere ha proposto un bando per affidare l’edificio ad associazioni, ne ha proposto l’uso per uffici comunali o per una biblioteca. Nessuna risposta da Palazzo Zanca. Nei giorni scorsi il dirigente del Dipartimento manutenzioni ha spiegato che mancano 10 mila euro persino per mettere una recinzione e chiudere i cancelli.

Da 3 anni i consiglieri votano un Piano delle opere pubbliche che prevede, solo sulla carta, 300 mila euro per ristrutturare la scuola ma oggi quella cifra non basterebbe neanche per iniziare l’opera, figuriamoci per renderla agibile.

A tutti piacciono i grandi sogni, ma ogni viaggio inizia da un singolo passo. Non stiamo parlando di un’opera infrastrutturale, ma di una piccola scuola in un quartiere che ha maggiore bisogno di attenzione rispetto ad altri. E’ uno di quei luoghi abitati e vissuti da quelli che l’Accorinti dei 40 anni di battaglie e dei 3 mesi di campagna elettorale nel 2013 definirebbe “gli ultimi”.

Numerose associazioni di volontariato hanno provato a chiedere l’utilizzo di quel plesso che l’amministrazione degli ultimi si ostina a ignorare.

Il sindaco continua ad andare in televisione o ai convegni con la foto della Casa di Vincenzo, rimasta chiusa per 6 mesi e che sta in piedi solo grazie all’impegno di Padre Pati. Da Richard Gere a Renzi passando per La 7, il sindaco sbandiera la Casa di Vincenzo come il simbolo dell’attenzione verso gli ultimi. All’Università Accorinti ha dato a Renzi, in occasione della firma del Patto per Messina la foto di Vincenzo. Già che c’era, visto che si parlava di Masterplan, di opere pubbliche, di riqualificazione del territorio, perché non ricordarsi anche della scuola di Nicholas? Nel sottolineare il fatto che mancano risorse e che i governi vecchi e nuovi ci hanno lasciato senza opere pubbliche perché non iniziare a intervenire là dove un’amministrazione locale ha il potere ed il dovere di farlo? Perché, dopo aver puntato il dito sulle colpe di Renzi, di Crocetta, per quel che riguarda le opere faraoniche, non guardarsi in casa e vedere se c’è qualcosa che questa amministrazione poteva fare e non ha fatto? Troppo facile lamentarsi per l’assenza di infrastrutture e sorvolare sul fatto che non si è riusciti in 3 anni e mezzo a restituire dignità e decoro all’edificio.

Se sei troppo distratto a protestare contro un Ponte che esiste solo nelle campagne elettorali, poi non ti accorgi che inciampi nelle sterpaglie, nelle pozzanghere, nella melma. O finisci nel parquet divelto di Piazza Cairoli. O nel degrado della Galleria Vittorio Emanuele, della Villa Dante. Le scuole, le ville, la Piazza, non sono opere faraoniche, sono opere di competenza dell’amministrazione locale. Il Ponte, le infrastrutture, il Sud dimenticato non possono diventare alibi ai mancati interventi di un’amministrazione locale.

Quest’amministrazione sbandiera la battaglia contro il cemento, la speculazione edilizia, presenta progetti avveniristici per la riqualificazione delle periferie e non spende né tempo, né risorse , né attenzione, per una scuola a pochi passi dal centro.

Vale per la scuola di Nicholas come per Villa Dante, per la Galleria Vittorio Emanuele per Piazza Cairoli.

I grandi cambiamenti non possono prescindere da quelli piccoli. Se oggi migliaia di persone sono donatori di organi in Italia, se adesso c’è la possibilità di scriverlo sulla carta d’identità, lo dobbiamo anche alla scelta di Reginald Green.

Quindi o ridiamo dignità al ricordo ed al simbolo di Nicholas o cambiamo intitolazione e ne facciamo un “monumento” all’ignavia e all’indifferenza.

Rosaria Brancato

30 commenti

  1. Tutto vero!

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  2. Tutto vero!

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  3. Hai ragione Rosaria! L’ipocrisia trionfa! E stiamo ipotizzando la buona fede….!

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  4. Hai ragione Rosaria! L’ipocrisia trionfa! E stiamo ipotizzando la buona fede….!

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  5. Forse qualcosa si potrà fare con i soldi risparmiati qualche settimana fa grazie all’accordo sui derivati siglato dalla amministrazione qualche settimana fa.
    O forse no.

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  6. Forse qualcosa si potrà fare con i soldi risparmiati qualche settimana fa grazie all’accordo sui derivati siglato dalla amministrazione qualche settimana fa.
    O forse no.

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  7. 1) Carissima ROSARIA prima di commentare il tuo editoriale domenicale, lo faccio da questa splendida città della Romagna di Fellini,negli anni capitale europea della cultura,immersa nella musica di Muti, dove non rischio di essere investito mentre passeggio con i miei nipotini padani,con un’isola pedonale che si estende sempre di più, richiesta a gran voce dai commercianti,dove cammini a testa alta perché sai di non zappare,da qui voglio consigliare i politici messinesi di fare propria una frase di Oscar Wilde “A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che parlare e togliere ogni dubbio.” TU dipingi una città triste,ma non è così,non c’è posto,come Messina,in cui puoi vivere infischiandosene delle regole,delle leggi,fare quello che ti pare

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  8. 1) Carissima ROSARIA prima di commentare il tuo editoriale domenicale, lo faccio da questa splendida città della Romagna di Fellini,negli anni capitale europea della cultura,immersa nella musica di Muti, dove non rischio di essere investito mentre passeggio con i miei nipotini padani,con un’isola pedonale che si estende sempre di più, richiesta a gran voce dai commercianti,dove cammini a testa alta perché sai di non zappare,da qui voglio consigliare i politici messinesi di fare propria una frase di Oscar Wilde “A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che parlare e togliere ogni dubbio.” TU dipingi una città triste,ma non è così,non c’è posto,come Messina,in cui puoi vivere infischiandosene delle regole,delle leggi,fare quello che ti pare

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  9. 2) Parlo della violazione continua, DI TUTTI, del Codice della Strada; dello schiamazzo che proviene dalle aule delle nostre scuole, in cui tutto si fa meno che seguire le lezioni, prova ad appoggiarti alle inferriate dello Jaci; ma dove trovi un posto dove si costruisce dove e quando ti pare, prova ad andare sul viale Regina Elena,all’altezza dell’IP,in un fazzoletto di terra,nascerà un palazzo di sette piani fuori terra,con vista sul rifornimento,con accanto le case popolari di una volta a 3 o 4 piani,che mostra orgoglioso il nullaosta del Genio Civile e la concessione edilizia di RENATO,eppure ci sono le Norme di Attuazione relative alle zone sature e altezze preesistenti e l’art.69 per i vincoli delle zone a valle della circonvallazione

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  10. 2) Parlo della violazione continua, DI TUTTI, del Codice della Strada; dello schiamazzo che proviene dalle aule delle nostre scuole, in cui tutto si fa meno che seguire le lezioni, prova ad appoggiarti alle inferriate dello Jaci; ma dove trovi un posto dove si costruisce dove e quando ti pare, prova ad andare sul viale Regina Elena,all’altezza dell’IP,in un fazzoletto di terra,nascerà un palazzo di sette piani fuori terra,con vista sul rifornimento,con accanto le case popolari di una volta a 3 o 4 piani,che mostra orgoglioso il nullaosta del Genio Civile e la concessione edilizia di RENATO,eppure ci sono le Norme di Attuazione relative alle zone sature e altezze preesistenti e l’art.69 per i vincoli delle zone a valle della circonvallazione

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  11. 3) Ci siamo costruiti per il nostro divertimento estivo la casa sul demanio marittimo, chi la villa con piscina chi la casetta modesta; urbanizzato per il nostro piacere, infischiandocene dell’economia legata al turismo, le colline a ridosso dei laghi, e poi Faro, Ganzirri, San Saba, insomma territori potenzialmente le nostre Milano Marittima. Cosa dire della libertà assoluta sui contratti di lavoro, con un sindacato assente e una INPS dormiente, prova a chiedere a commesse e segretarie. Ci siamo superati nell’ambulantato, praticamente posso sistemare una bancarella sul sagrato del Duomo. Noi siamo l’esempio vivente della inosservanza di qualsiasi regola, della sfrenatezza civile. Carissima ROSARIA non c’è popolo più felice dei messinesi.

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  12. 3) Ci siamo costruiti per il nostro divertimento estivo la casa sul demanio marittimo, chi la villa con piscina chi la casetta modesta; urbanizzato per il nostro piacere, infischiandocene dell’economia legata al turismo, le colline a ridosso dei laghi, e poi Faro, Ganzirri, San Saba, insomma territori potenzialmente le nostre Milano Marittima. Cosa dire della libertà assoluta sui contratti di lavoro, con un sindacato assente e una INPS dormiente, prova a chiedere a commesse e segretarie. Ci siamo superati nell’ambulantato, praticamente posso sistemare una bancarella sul sagrato del Duomo. Noi siamo l’esempio vivente della inosservanza di qualsiasi regola, della sfrenatezza civile. Carissima ROSARIA non c’è popolo più felice dei messinesi.

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  13. In coda ai commenti do alcuni numeri a conferma della felicità dei messinesi, sono relativi al reddito, faccio come DANIELA, utilizzo la splendida VERONA per un confronto. FONTE Il Sole 24 Ore. MESSINA ha un reddito medio pro capite di €25.510, il totale dei contribuenti è 132.355, il 55,7% dei 237.603 abitanti. VERONA ha un reddito di €27.816, il numero dei contribuenti 187.617, il 72,6% dei 258.274 abitanti. Come leggete la differenza pro capite tra i due redditi medi è €2.306, ma la maggiore ricchezza è distribuita su un numero più consistente di contribuenti, quindi se ci calcoliamo il rapporto tra contribuenti/reddito scopriremo che a VERONA €1 di reddito se lo devono spartire 6,74 contribuenti, mentre a MESSINA 5,18. Siamo più ricchi.

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  14. In coda ai commenti do alcuni numeri a conferma della felicità dei messinesi, sono relativi al reddito, faccio come DANIELA, utilizzo la splendida VERONA per un confronto. FONTE Il Sole 24 Ore. MESSINA ha un reddito medio pro capite di €25.510, il totale dei contribuenti è 132.355, il 55,7% dei 237.603 abitanti. VERONA ha un reddito di €27.816, il numero dei contribuenti 187.617, il 72,6% dei 258.274 abitanti. Come leggete la differenza pro capite tra i due redditi medi è €2.306, ma la maggiore ricchezza è distribuita su un numero più consistente di contribuenti, quindi se ci calcoliamo il rapporto tra contribuenti/reddito scopriremo che a VERONA €1 di reddito se lo devono spartire 6,74 contribuenti, mentre a MESSINA 5,18. Siamo più ricchi.

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  15. C e’ una volonta politica a soporiferizzare( mi si consenta il termine ) le coscienze, tutti sappiamo come si vive a messina ed il degrado regna ovunque. Fisicamente e moralmente. Accorinti era lunica alternativa ad una politica che ha violentato la citta’. La ricchezza e’ il frutto di scambio tra politica e cittadini. I piu’fortunati lavorano.nel pubblico e nel privato. I figli di nessuno se ne sono andati via. A messina si dice “cu po e non fa e’ fissa”..tra dieci anni voglio proprio vedere che citta avrete lasciato ai vostri figli…chi se ne va ..fa sacrifici..i figli pero’ ne avranno giovamento.

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  16. C e’ una volonta politica a soporiferizzare( mi si consenta il termine ) le coscienze, tutti sappiamo come si vive a messina ed il degrado regna ovunque. Fisicamente e moralmente. Accorinti era lunica alternativa ad una politica che ha violentato la citta’. La ricchezza e’ il frutto di scambio tra politica e cittadini. I piu’fortunati lavorano.nel pubblico e nel privato. I figli di nessuno se ne sono andati via. A messina si dice “cu po e non fa e’ fissa”..tra dieci anni voglio proprio vedere che citta avrete lasciato ai vostri figli…chi se ne va ..fa sacrifici..i figli pero’ ne avranno giovamento.

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  17. Nessuno,dico nessuno,si “eccita” intellettualmente all’ipotesi di una Messina candidata inopinatamente(cu ni l’avia a diri?) a diventare nuovo epicentro del mondo.(Chi dei distratti ignoranti messinesi conosce questa dichiarazione di D.Libeskind,maggiore architetto,forse,vivente)?.Le piccine squallide marginali contese cittadine appassionano stampa ed opinione pubblica,mentre la città sprofonda sempre più nel degrado, povertà,ed “insignificanza”.Pochi hanno la voglia o la statura per confrontarsi con visioni di grande spessore e visione strategica.Qui,ogni messinese cerca di vivacchiare mentre la città lentamente muore.Si vorrebbe chiedere a quel prolifico commentatore di T.S.se alle”sue” latitudini, non avrebbero gia fattu stucazzuiponti?

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  18. Nessuno,dico nessuno,si “eccita” intellettualmente all’ipotesi di una Messina candidata inopinatamente(cu ni l’avia a diri?) a diventare nuovo epicentro del mondo.(Chi dei distratti ignoranti messinesi conosce questa dichiarazione di D.Libeskind,maggiore architetto,forse,vivente)?.Le piccine squallide marginali contese cittadine appassionano stampa ed opinione pubblica,mentre la città sprofonda sempre più nel degrado, povertà,ed “insignificanza”.Pochi hanno la voglia o la statura per confrontarsi con visioni di grande spessore e visione strategica.Qui,ogni messinese cerca di vivacchiare mentre la città lentamente muore.Si vorrebbe chiedere a quel prolifico commentatore di T.S.se alle”sue” latitudini, non avrebbero gia fattu stucazzuiponti?

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  19. Egr.direttore Lei si continua a meravigliare di queste cose?ma lo sa bene anche Lei che tutto rientra nella normalità di questa città in mano a quattro incapaci o meglio di uomini e donne che di politica forse non sanno neanche cosa significhi la stessa parola….neanche questi si salvano anzi dimostrano la loro incapacità in tutti i sensi….continuo a ripetere una sola delle tante vergogne della città oltre 365 gg dalla frana di Calatabiano e ancora viviamo in piena emergenza idrica..e nessuno dice o fa niente!!!e Lei si meraviglia del resto!!!!

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  20. Egr.direttore Lei si continua a meravigliare di queste cose?ma lo sa bene anche Lei che tutto rientra nella normalità di questa città in mano a quattro incapaci o meglio di uomini e donne che di politica forse non sanno neanche cosa significhi la stessa parola….neanche questi si salvano anzi dimostrano la loro incapacità in tutti i sensi….continuo a ripetere una sola delle tante vergogne della città oltre 365 gg dalla frana di Calatabiano e ancora viviamo in piena emergenza idrica..e nessuno dice o fa niente!!!e Lei si meraviglia del resto!!!!

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  21. Ma Mariedit non è stato sempre dalla parte di Accorinti? Adesso ho l’impressione che abbia cambiato idea e si rimangi le fesserie che ha scritto in precedenza. Premesso ciò vorrei sottolineare l’editoriale che significa che il sindaco è ormai fuori di testa. Pensa a fare spettacolo e a farsi fotografare con persone che neppure lo calcolano.Ormai sa che la città lo odia e che non ha saputo fare nulla per essa. Si è attorniato di gente ancora più incompetente di lui e che non ha la minima idea di cosa sta a fare in quelle posizioni, anzi hanno bisogno di badanti per assolvere i compiti assegnatogli senza peraltro riuscirci.Vorrei usare insulti per Accorinti ma sarei censurato.

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  22. Ma Mariedit non è stato sempre dalla parte di Accorinti? Adesso ho l’impressione che abbia cambiato idea e si rimangi le fesserie che ha scritto in precedenza. Premesso ciò vorrei sottolineare l’editoriale che significa che il sindaco è ormai fuori di testa. Pensa a fare spettacolo e a farsi fotografare con persone che neppure lo calcolano.Ormai sa che la città lo odia e che non ha saputo fare nulla per essa. Si è attorniato di gente ancora più incompetente di lui e che non ha la minima idea di cosa sta a fare in quelle posizioni, anzi hanno bisogno di badanti per assolvere i compiti assegnatogli senza peraltro riuscirci.Vorrei usare insulti per Accorinti ma sarei censurato.

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  23. Mi permetto di dare un consiglio al miglioramento di questa splendida testata giornalistica, sarebbe bello far vedere chi assegna il mi piace e chi il non mi piace. D’altronde chi commenta ci mette nome ed e-mail, gli altri no.

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  24. Mi permetto di dare un consiglio al miglioramento di questa splendida testata giornalistica, sarebbe bello far vedere chi assegna il mi piace e chi il non mi piace. D’altronde chi commenta ci mette nome ed e-mail, gli altri no.

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  25. Caro o Cara Mariedit, accolgo con gratitudine”il suggerimento”a leggere il libro della bravissima giornalista messinese Inanelli, se non avessi ormai una sorta di stanchezza,una idiosincrasia, sopravventami in conseguenza delle”troppe”letture di tutti i tipi nelle quali mi sono “avventurato”,sin da ragazzo, con il risultato di intuire e realizzare che la “lettura” più importante, fondamentale è quella della propria …coscienza,depurata e decondizionata però dai”.prosciutti” della ideologia,dalla simpatia,dal tifo,dal pregiudizio e perfino dal giudizio.Proprio quest’ultima lettura mi fa affermare che Messina si potrà salvare SOLO grazie al Ponte, all’ECOponte di Libeskind ed alle ragioni deio39maggiori scienziati interdisciplinari del mondo

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  26. Caro o Cara Mariedit, accolgo con gratitudine”il suggerimento”a leggere il libro della bravissima giornalista messinese Inanelli, se non avessi ormai una sorta di stanchezza,una idiosincrasia, sopravventami in conseguenza delle”troppe”letture di tutti i tipi nelle quali mi sono “avventurato”,sin da ragazzo, con il risultato di intuire e realizzare che la “lettura” più importante, fondamentale è quella della propria …coscienza,depurata e decondizionata però dai”.prosciutti” della ideologia,dalla simpatia,dal tifo,dal pregiudizio e perfino dal giudizio.Proprio quest’ultima lettura mi fa affermare che Messina si potrà salvare SOLO grazie al Ponte, all’ECOponte di Libeskind ed alle ragioni deio39maggiori scienziati interdisciplinari del mondo

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  27. Caro PGIUTTARI sono spesso a queste latitudini perché qui spinge i suoi figli l’amara e bedda terra mia.STUCAZZUIPONTI,anch’io ci ho pensato,il PONTE visto come un terremoto,quella scossa che tutto travolge,non solo la geografia che madre natura disegnò per lo Stretto,ma anche le genti di Messina.Un terremoto della durata di mezzo secolo,ad essere ottimisti,visti i tempi della Metro C di Roma Capitale,con cui dovrà fare i conti salatissimi la sindaca del M5S. Caro PGIUTTARI ti suggerisco di leggere un libro di una bravissima giornalista messinese,anche lei lontano da Messina,Eleonora IANNELLI.Il titolo è la risposta al tuo STUCAZZUIPONTI “MESSINA 1908-2008 UN TERREMOTO INFINITO, storia di una città tornata alla vita ma rimasta incompiuta.

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  28. Caro PGIUTTARI sono spesso a queste latitudini perché qui spinge i suoi figli l’amara e bedda terra mia.STUCAZZUIPONTI,anch’io ci ho pensato,il PONTE visto come un terremoto,quella scossa che tutto travolge,non solo la geografia che madre natura disegnò per lo Stretto,ma anche le genti di Messina.Un terremoto della durata di mezzo secolo,ad essere ottimisti,visti i tempi della Metro C di Roma Capitale,con cui dovrà fare i conti salatissimi la sindaca del M5S. Caro PGIUTTARI ti suggerisco di leggere un libro di una bravissima giornalista messinese,anche lei lontano da Messina,Eleonora IANNELLI.Il titolo è la risposta al tuo STUCAZZUIPONTI “MESSINA 1908-2008 UN TERREMOTO INFINITO, storia di una città tornata alla vita ma rimasta incompiuta.

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  29. Sappiamo tutti che il PONTE non si farà, ma per un’attimo SOGNIAMO di costruirlo STUCAZZUIPONTI. SOGNIAMO pure che cambi la nostra tipica struttura antropologica, così la chiama il professore Michele Limosani, un ritorno al magnifico passato, che dia vita agli avi della Urbs Messana, a un messinese nuovo. SOGNIAMO pure di costruirlo in dieci anni, compreso il centro direzionale, la fascia dal blocco di ancoraggio alla torre del ponte, il lungomare di Villa San Giovanni, tutte opere sulla sponda opposta, a cui è interessato il non disinteressato architetto Daniel Libeskind. SOGNIAMO che in questi dieci anni cambiamo la nostra economia, da mangiasestessa ad una produttiva che mangiaquelladeglialtri. SOGNIAMO, si caro pgiuttari, SOGNIAMO.

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  30. Sappiamo tutti che il PONTE non si farà, ma per un’attimo SOGNIAMO di costruirlo STUCAZZUIPONTI. SOGNIAMO pure che cambi la nostra tipica struttura antropologica, così la chiama il professore Michele Limosani, un ritorno al magnifico passato, che dia vita agli avi della Urbs Messana, a un messinese nuovo. SOGNIAMO pure di costruirlo in dieci anni, compreso il centro direzionale, la fascia dal blocco di ancoraggio alla torre del ponte, il lungomare di Villa San Giovanni, tutte opere sulla sponda opposta, a cui è interessato il non disinteressato architetto Daniel Libeskind. SOGNIAMO che in questi dieci anni cambiamo la nostra economia, da mangiasestessa ad una produttiva che mangiaquelladeglialtri. SOGNIAMO, si caro pgiuttari, SOGNIAMO.

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