Tutti i nomi e la sentenza del secondo processo seguito agli arresti del 2022 da parte dei Carabinieri
Barcellona – E’ di 7 condanne e 6 assoluzioni la sentenza di primo grado per gli imputati dell’operazione Gotha 8 che sono stati processati a Barcellona.
La sentenza
Il Tribunale del Longano (presidente Orifici) nella tarda serata di ieri ha letto il verdetto per i 13 imputati: 11 anni e 6 mesi per Giovanni Biondo e Vincenzo Nucera, 8 anni e 7 mesi per Tindaro Carmelo Scordino, 6 anni e 8 mesi per Mariano Calderone e Fortunato Caranna, 2 anni e 10 mesi per Luigi Bucolo, 3 anni e 4 mesi per Salvatore Foti, oltre al pagamento delle spese processali.
Assolti Alessio Catalfamo, Aldenice Cardoso Santos, Youness Marouane, Massimo Abbriano, Stefana De Luca e Angelo Porcino. Quest’ultimo è per gli investigatori una figura di spicco del clan di Barcellona e la Procura aveva chiesto la condanna a 20 anni ma i giudici sembrano aver accolto la tesi dei difensori, gli avvocati Salvatore Silvestro e Tindaro Celi. Assolto a fronte di una richiesta di condanna a 13 anni anche Catalfamo, assistito dagli avvocati Antonio Centorrino e Dorella Aliquò, che viene immediatamente liberato.
Presente l’anti racket
I condannati dovranno pagare i risarcimenti alle parti civili costituite, ovvero “Comitato Addiopizzo Messina” ODV, Centro studi Pio La Torre Onlus, Rete per la Legalità Barcellona, F.A.I., Lega per la Legalità Sicilia, Antiracket e Antiusura di Terme Vigliatore Fonte di Libertà.
Mafia e politica a Barcellona
Il processo Gotha 8 arriva dopo la maxi inchiesta antimafia condotta dai Carabinieri e sfociata in 80 arresti nel 2022. Il troncone principale è stato deciso in appello . I giudici hanno cassato in particolare l’aggravante di associazione mafiosa per molti imputati. Insomma si sgonfia davanti ai giudici, almeno in parte, il legame mafia-politica ipotizzato dalla Procura di Messina, che ha documentato il tentativo dei boss di Barcellona di ricostruire il clan intorno ad un nuovo triumvirato per gestire estorsioni e traffico di droga anche sulla piazza di Milazzo, e l’interessamento dei loro uomini nel periodo elettorale.
