Stand up Messina, i giovani devono trovare nuovi spazi

Stand up Messina, i giovani devono trovare nuovi spazi

Flavia Ilacqua

Stand up Messina, i giovani devono trovare nuovi spazi

domenica 15 Aprile 2012 - 17:18

La signora Flavia Ilacqua torna sui temi legati alla fuga dei giovani da Messina. Spetta a loro cambiare mentalità e trovare i modi per individuare nuovi spazi utili per il mercato del lavoro e lo svillupo.

Gent. Dott.Rosaria Brancato,
avendo letto con vivo interesse i vari commenti al suo bellissimo “pezzo” ” Dedicato alle mamme di Piazza Cairoli” vorrei aggiungere anch’io qualche considerazione in merito.
Innanzitutto ribadisco che l’idea di appendere uno striscione di “BENTORNATI A CASA” a Piazza Cairoli per accogliere gli emigrnti nella nostra città è soltanto un simbolo per cercare di “ingentilire” questa nostra devastata ed offesa terra; TOC! TOC! ho bussato alla porta del cuore di mezza Messina che, volente o nolente, è interessata dal fenomeno dell’ emigrazione dei nostri ragazzi. Ecco delle mie riflessioni ai vari commenti:
A Magnagrecia, che non vuole essere dimenticato e provocatoriamente e giustamente ( secondo me) scrive di non saper che cosa farsene di uno striscione ( ai suoi occhi, infatti, sarà sembrata probabilmente una beffa, oltre al danno di essere stato costretto ad emigrare), dico che, proprio attraverso lo striscione, vorrei far sentire meno soli, almeno per un momento, quanti sono lontani da Messina..I problemi elencati da Magnagrecia e da Lei Dott. Rosaria Brancato riguardo ai trasporti li abbiamo vissuti tutti; ecco , è questo uno dei temi da affrontare anche all’interno del gruppo (FIGLI A MILANO) che vorrei organizzare; infatti, essendo noi siciliani i primi “azionisti” di Alitalia dovremmo far sentire le nostre esigenze più efficacemente; a Magna Grecia auguro comunque di riuscire a prendere il ” treno” dell’agognato ritorno: Bonne chance!
Certo, favoriremmo parecchio questo ritorno, se noi Messinesi sapessimo raccogliere in massa l’invito rivoltoci da Antonino Trovato e da altri, a non rivotare più quegli amministratori che si sono dimostrati così inadeguati ed inefficienti.
Mi piacerebbe anche, realizzare l’idea di Franco Martino che mi suggerisce di “istituire” ( senza alcuna bandiera politica, essendo il problema trasversale a tutte le categorie sociali ) una giornata di festa per i nostri giovani al fine anche di indicarci delle soluzioni; ma, mi chiedo: sarebbero disposti a collaborare con i figli di chi li ha costretti ad andare via? e se anche lo fossero, sarebbero i nostri amministratori pronti a farle proprie? ed inoltre: forse che i giovani presenti sul territorio, che hanno il ” polso” della situazione, non si affannino già a cercare buone pratiche e buone politiche per cambiare il nostro destino ? meglio auspicherei un bell’incontro tra chi è partito e chi è rimasto qui in trincea per elaborare nuove “idee” grazie anche alle nuove tecnologie (rete)!
Infine a Andrea Bellantone tengo a precisare che non voglio fare nessun sentimentalismo o romanticismo, che spero di non essere patetica, che non sono affatto affranta e disperata per la lontananza dei miei figli, anzi al contrario ne sono orgogliosa, considerando, però, una disgrazia lo smembramento della mia famiglia ed un male per la nostra società in quanto depauperata; ma, mi chiedo, c’è ancora bisogno di lasciare la propria terra, di perdere la propria identità e le proprie origini nell’era della globalizzazione? Partire dovrebbe essere una SCELTA non una necessità! I miei figli, così come tanti altri, hanno avuto il coraggio di schiodarsi dalla loro poltrona per non dover ringraziare nessuno, senza far ricorso alle amicizie ad hoc; quindi lungi da noi l’ipocrisia! Sig. Bellantone, ha idea di quante esperienze condivisibili mi sono persa o mi perderò (v. crescita dei nipotini) e/o mi sono state negate? Certi legami famigliari non si possono spezzare,non ci sono distanze che tengano…Forse quando vivrà la condizione genitoriale modificherà qualche opinione in merito..
Tuttavia, in nome del rispetto della diversità di vedute, ho pubblicato sulla mia pagina di Facebook il suo articolo “Attenti alla simbiosi tra persone e famiglie” di Tempostretto.
Ritengo ,però,che è tempo di agire perchè qui la mafia ( e le sue derivazioni) ha ammorbato tutte le attività e per migliorare la qualità della vita della nostra comunità è necessario che i giovani si prendano nuovi spazi utili per il mercato del lavoro a favore di una bio-economia che possa incentivare lo sviluppo socio-economico-culturale per il bene comune della nostra “CASA”.
Stand-up, Messina! Cordiali saluti. Flavia Ilacqua

Un commento

  1. antonino trovato 16 Aprile 2012 10:04

    Intanto vorrei ringraziare Flavia e tutti quelli che stanno affrontando un dramma umano,perchè di dramma si tratta e non della cosidetta simbiosi di cui parlava il Signor Bellantone.
    Questo dramma è ricollocabile ad un dato di fatto endemico, in quanto ,per mancanza di lavoro e di prospettive,i giovani sono costretti a lasciare la loro terra per emigrare.
    Al Sig. Bellantone, che fa una disquisizione inopportuna della globalizzazione dell’economia,è utile far notare che ha voluto trattare un argomento che non era pertinente agli articoli di cui all’oggetto.
    Magari fosse la volontà di qualche genitore tesa a convincere i figli a rimanere !
    Questo vorrebbe significare che c’è lavoro e ,quindi,
    scatterebbe la sua geniale tesi della simbiosi e della globalizzazione.
    Ma la realtà non è quella che il Sig.Bellantone ha descritto inopportunamente e con poco rispetto verso le tante famiglie che vivono il dramma della lontananza dei loro figli.
    A Messina come in tutta la Sicilia, il sottoscritto e tanti altri hanno patito i sacrifici della disoccupazione ed hanno preferito emigrare piuttosto che credere nelle promesse elettorali di qualche politico.
    Quindi lasci stare l’ipocrisia!
    Nel fare riferimento a quanto scritto in merito all’ipocrisia, è caduto in netta contraddizione con quanto detto sulla globalizzazione ed indirettamente ha confermato che le persone non scelgono, ma sono obbligate a scegliere.
    Fatte queste doverose precisazioni,mi permetto di far notare che mi sarei aspettato qualche intervento del Sindaco, di qualche parlamentare, di qualche politico.
    Questo silenzio denota la mancanza di progetti,di politiche atte a creare insediamenti produttivi.
    Non si sviluppa la produttività e non si creano posti di lavoro,cementificando le aree dismesse delle fabbriche chiuse e deturpando le bellezze naturali per lasciare spazio alla speculazione edilizia.
    Bisogna programmare per sapere quale sarà il futuro di questa città!
    Questa capacità di programmazione finora è mancata.
    I Messinesi su questo debbono confrontarsi con l’Amministrazione Comunale.
    Tutto il resto è o potrebbe essere semplice coreografia, che non cambia la situazione.

    Distinti Saluti – Antonino Trovato-

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