L'indagine riguardava l'Irpef non pagata ai dipendenti nel 2018
MESSINA – Le ritenute d’acconto Irpef ai dipendenti Atm nel 2018 non sono state pagate. E’ vero, ma il liquidatore non c’entrava, non è punibile: causa di forza maggiore, ovvero i debiti dell’azienda, hanno impedito i pagamenti. E’ questo il senso della decisione del giudice per le indagini preliminari di Messina Ornella Pastore che ha dichiarato il non doversi procedere per il commercialista Pietro Picciolo, indagato nella sua qualità di presidente della commissione liquidatrice della società partecipata trasporti.
I fatti contestati risalivano al 2018 e riguardavano il mancato versamento delle ritenute d’acconto IRPEF dei dipendenti risalenti alla gestione precedente all’allora amministrazione in carica. Gli avvocati Alberto Gullino e Gaetano Picciolo hanno chiesto e ottenuto la non punibilità di Picciolo valorizzando l’attività che ha reso possibile il passaggio dei lavoratori nella nuova ATM, pur nelle enormi difficoltà debitorie, finanziarie e di liquidità.
Grande soddisfazione per il professionista: “Con questa sentenza è stato ribadito che l’agire con professionalità, trasparenza, diligenza e abnegazione alla fine ripaga di ogni sacrificio”