Da Augusta a Messina: tornano dopo 12 anni le navi militari nella base dello Stretto. Disagi per la Guardia Costiera

Da Augusta a Messina: tornano dopo 12 anni le navi militari nella base dello Stretto. Disagi per la Guardia Costiera

Eleonora Corace

Da Augusta a Messina: tornano dopo 12 anni le navi militari nella base dello Stretto. Disagi per la Guardia Costiera

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lunedì 10 Marzo 2014 - 00:32

Il Capo di Stato Maggiore di “Marisicilia” di concerto con il Ministero della Difesa vuole trasferire delle unità navali da Augusta a Messina per rivitalizzare la base navale della città dello Stretto. Si tratta di un minimo di due pattugliatori, questo comporta problemi di spazio nel porto: una o più unità della Guardia Costiera rischiano di essere spostate altrove. Già avvisati i sindacati.

Grandi manovre nello Stretto di Messina. Lo Stato Maggiore della Marina Militare di Augusta in concerto con il Ministero della Difesa ha in programma di trasferire navi militari dal Porto di Augusta alla Base Navale di Messina. “E’ all’attenzione del Capo di Stato Maggiorespiegano dal Comando della Marina Militare “MariSicilia” di Augusta l’ipotesi di rivitalizzare la base navale di Messina. I termini in cui verrà applicato questo progetto sono ancora allo studio e finora non c’è nessuna comunicazione scritta”.

Una dichiarazione che conferma quanto riportato dall’assessore all’urbanistica Sergio De Cola, che durante vari incontri con rappresentanti del Ministero della Difesa – nel corso delle diverse “missioni” nella capitale – e con ufficiali della Marina, ha appreso “la volontà di ripotenziare la base navale di Messina con il trasferimento di unità da Augusta”. Un progetto che fa definitivamente sfumare i sogni di chi – assessori De Cola e Perna in testa – nell’ottica della riappropriazione delle aree militari per scopi civili, lanciava languide occhiate alla zona della Cittadella, immaginando soprattutto l’apertura al pubblico del Forte San Salvatore, per il quale, comunque, il Comune sta intavolando trattative con il comando navale di Messina, per ottenere l’ok a stabilire dei giorni utili per le visite guidate.

Dal Comando di Augusta tengono a precisare che non si tratta di un “ampliamento” della base navale di Messina, ma di una manovra atta ad infonderle nuova vita. Per questo verranno trasferite diverse unità con i rispettivi equipaggi, “ovviamente quando questo accadrà, si sposteranno sul porto anche le attività connesse”, sottolineano dal Comando di Marisicilia. Per il Ministero le navi da trasferire a Messina sono due. Per la Marina Militare quattro. Il trasferimento di quattro pattugliatori implica la possibilità che venga spostato a Messina anche il Comando, perché quattro unità formano già una squadra – “squadriglia” in gergo marinaro – di solito gerarchicamente inquadrata in un apposito comando.

Riattivare la base di Messina è una decisione diametralmente opposta a quella che ha visto il 1 Novembre del 2002 la riconfigurazione del Comando Militare Marittimo Autonomo in Sicilia con la chiusura delle basi operative di Messina e Trapani e il trasferimento totale del Comando nel porto di Augusta. Oltre dieci anni dopo, l’arrivo alla base dei pattugliatori da Augusta comporta problemi di spazio. Il porto della Cittadella, infatti, è stato utilizzato negli anni, tramite una convenzione, dai mezzi della Guardia Costiera, che in questo modo rischiano di dover essere spostati. Per questo è in atto un contenzioso tra Guardia Costiera e Marina Militare, dal momento che, per l’applicazione del progetto del trasferimento delle navi da Augusta, almeno una nave della Guardia Costiera dovrebbe essere spostata e si fa strada addirittura l’ipotesi di trasferire altrove l’intero corpo della Guardia Costiera. Ciò comporterebbe un rischio per il mantenimento del centro di formazione nazionale per i sistemi di monitoraggio del traffico marino VTMIS, gestito dalla Guardia Costiera e inaugurato nel novembre del 2011. All’epoca si era ipotizzato di realizzare la scuola nei locali dell’Arsenale di Venezia, dove sussistono tutt’oggi le strutture, perciò, se la Guardia Costiera verrà spostata dalla Falce, potrebbe essere trasferito anche il centro.

Intanto, se dalla base navale di Messina affermano di non essere ancora al corrente di nulla, da Augusta annunciano di aver già comunicato il progetto ai sindacati di “Marisicilia“che lavorano nella base della città dello Stretto. “L’ammiraglio Camerinispiegano dal Comandoha informato i sindacati della volontà del capo di Stato Maggiore”. La Marina afferma che il progetto porterà vantaggi anche per i lavoratori civili della base. Nel corso dei vari incontri con i sindacati, è stata comunicata la possibilità di trasferire ben sette navi, per mandarne almeno due all’Arsenale, ma i dipendenti obiettano che gli strumenti a loro disposizione sono ormai inadeguati e vecchi per poter realizzare un qualsiasi lavoro. Una storia di lunga decadenza, quella dell’Arsenale di Messina, che coinvolge gli addetti ai lavori, in esubero dal 1998. “Siamo fermi da annispiega Roberto Laudini del CUB su 212 lavoratori solo 85 sono effettivi, gli altri in esubero. Ci sono già stati degli spostamenti, l’Arsenale è stato dimezzato e gli impiegati spostati a Marisicilia, ma anche là sono in esubero”. L’Arsenale fu al centro di un acceso dibattito cittadino nel 2012, quando venne ipotizzato di realizzare nella Falce un centro di smantellamento per navi Nato, ipotesi osteggiata dalla Rete No Ponte, artefice di una manifestazione di protesta.

Il Sindacato CUB è scettico sulla possibilità che il trasferimento delle unità da Augusta possa portare vantaggi agli impiegati: “Abbiamo avuto un incontro con l’ammiraglio – racconta Roberto Laudini – ma il lavoro per noi addetti civili non ci sarà lo stesso. La parte operativa che riguarda l’operazione Marisicilia non porta nessun lavoro, perché è tutto gestito dai militari. A noi non compete nemmeno la gestione dei magazzini, perché hanno già degli accordi con delle ditte private. A noi non resta nemmeno il compito di fornire una vite”. (Eleonora Corace)

12 commenti

  1. IH-870 I-ITGI 10 Marzo 2014 06:12

    Diciamo che sarebbe piu’ facile allora, trasformare l’ex tratta ferroviaria GESSO – CAMARO in percorso ciclopedonale. L’area di Marisicilia, invece, è e deve restare della Marina Militare, ovvero dello Stato. Piuttosto, riflettendoci su, …. emerge invece un’altra clamorosa incompiuta : il risanamento della zona di San Raineri. Ecco, questa è una zona che meriterebbe un’adeguata valorizzazione. Un semplice consiglio : provate a farvi un giro, comodamente seduti davanti al computer, utilizzando il programma Google Earth e gustandovi Messina in 3D, sorvolando la zona che va da Maregrosso a San Raineri, ad altezza di 50 – 150 metri , procedendo, sulla verticale della battigia, da sud a nord. E poi ditemi che ne pensate.

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  2. invelatosempre 10 Marzo 2014 07:27

    Tutto nell’ordine delle cose. Non appena si paventa una pur piccola possibilità di dover restituire parte del territorio, ormai anacronisticamente occupato, arrivano le grandi manovre.
    Tra poco toccherà all’Esercito trasferire qualche soldatino nelle varie caserme abbandonate e il quadro sarà completo o meglio ” rivitalizzato”.
    E tutto per cosa poi? Trasferire un ammiraglio o un generale, di cui non sapevano più cosa fare, a comandare il nulla!
    Queste situazioni, per il Ministero della Difesa, sono il corrispettivo degli Enti inutili della Pubblica Amministrazione. La solita ammuina per dimostrare che il nulla è strategicamente utile, nel silenzio assoluto dei politici sia quando smantellano ciò che crea risorse che quando propongono l’inutilità assoluta. Neanche la verdura fresca compreranno sul territorio: anche questa gli arriverà dal Comando Generale.
    E al solito, come diceva Totò, NOI paghiamo.

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  3. Laudini,Laudini,sempre disfattista……………….

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  4. Magari essendo io in marina e vivendo fuori da parecchi anni sarò anche parziale ma credo che tali eventi potrebbero portare ad un rilancio dell’area che oggi come sappiamo versa in gravi condizioni.Potrebbero e sottolineo potrebbero arrivare fondi per il risanamento dell’area insieme alle navi con un efficace opera politica.Per quanto riguarda l’apertura e la fruizione ai cittadini di aree dell’arsenale a La Spezia questo avviene da anni quindi non credo che tale evento di per se escluda il suddetto anche se essendo noi messinesi………

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  5. L’eventuale ritorno di unità della M.M. nella sede di Messina non credo comporti nessun danno per quelle della Guardia Costiera.
    Il Forte San Salvatore è visitabile dentrom, fuori e sopra sino alla base della Madonnina, per quanto ne so e per quano ho visto la cosa succede regolarmente ogni volta che si organizza una “notte della cultura” con tantissimo afflusso di cittadini come per altre occasioni importanti, so che delle scolaresche hanno avuto il permesso di fare tale visita, basta rivolgersi al Comando di Maridist per i contatti.
    L’Arsenale poi ne avrebbe solo ed unico beneficio.
    Invece di puntare il mirino solo in quella zona perchè non si scrive, si parla, si protesta più calorosamente per la vergognosa situazione della “Zona Falcata” partento dal cavalcavia passando dalla demolizione dell’inceneritore, dalla ripulita totale e ristrutturazione di tutta l’area del Castello ancora sommerso da rifiuti di ogni genere. Si stanno eseguendo grandi lavori di rifacimento, ammodernamento della strada che va dall’ingresso dell’Arsenale ed ad oggi sono arrivati all’imbarco traaghetti e non so fin dove sono previsti, ed in tutta Messina non ci sta nulla del genere, perchè non continuare con i lavori necessari per riportare alla luce di tutta l'”area castello”.

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  6. Era anche ora che non si lamenti la CP….

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  7. Già fatto mesi fa ed ho scoperto cose interessantissime…..

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  8. Grande vittoria dello Stato che ritorna con la sua presenza nella città dello Stretto onorando quel grande passato navale e militare che ha fatto di Messina un faro di civiltà. Amen…

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  9. liliana parisi 10 Marzo 2014 17:54

    Non siamo mai contenti!Prima ci lamentiamo che Messina è stata”spogliata”;poi ci lamentiamo se parte di S. Raineri viene occupata,come se questo impedisse di riqualificarne il resto. Questi militari compreranno pur qualcosa per loro e per le famiglie, andranno al cinema,manderanno figli a scuola…Insomma qualcosa, anche poco, si muoverà in questa città-palude, che ha come caratteristica principale il DISFATTISMO

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  10. imprenditore messinese 10 Marzo 2014 18:36

    Magari tornasse la Marina Militare a Messina e con lei tutte quelle attività statali che portano ricchezza.. Magari ..

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  11. Ormai è assodato:

    Eleonora Corace non dorme più la notte, ha gli incubi.
    Ormai la zona falcata, il forte, la base navale è diventata una sua ossessione.
    E’ normale che la mattina sia nervosa e debole per il sonno mancato e magari si metta a dare voce al più nullafacente dei dipendenti statali italiani che da anni vegeta nascondendosi dietro qualche sigla sindacale che fra l’altro ha perso tutti i clienti. La realtà è questa cara Corace, lei parla di ritorno da Augusta a Messina, io le ricordo che il Dipartimento Marittimo è nato a Messina, esiste da oltre 100 anni, e se vogliamo andare più indietro nel tempo le ricordo che il primo Arsenale a Messina risale al 1565 e la flotta Spagnola utilizzava il porto di Messina come base. QUINDI,MA DI COSA STIAMO PARLANDO??? Cosa vuole vedere dentro la base, qualche venditore di calia o di palloncini, o le bancarelle dei srilankesi così come succede nell’isola pedonale impiantata dai suoi cari assessori??? Il Comune ha richiesto la caserma di bisconte, il ministero si è reso disponibile, ma subito (letto in un suo articolo) l’assessore ha dichiarato di non avere soldi per le manutenzioni e le trasformazioni. La domanda nasce spontanea: ma che le chiedete a fare certe cose quando non siete in grado di spendere un solo euro??? Fosse stato un Comune virtuoso, senza debiti e con attivi in bilancio allora tutto assumeva un altro significato. In questo momento, in questo preciso momento, mi creda… il silenzio è d’oro!

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  12. Ben detto, dopo la marina negli anni successivi abbiamo perso reparti logistici dell’esercito, il distretto militare e l’ospedale militare molto decimato. Centinaia di lavoratori che erano linfa per messina. Ma qui a messina i militari si cacciano, si criticano però quando succedono i disastri si cercano e si dimentica di essere PACIFISTI

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