Manuale di sopravvivenza per Boomer: generazioni a confronto tra selfie, risate ed emozioni

Manuale di sopravvivenza per Boomer: generazioni a confronto tra selfie, risate ed emozioni

Emanuela Giorgianni

Manuale di sopravvivenza per Boomer: generazioni a confronto tra selfie, risate ed emozioni

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venerdì 14 Luglio 2023 - 11:00

Secondo appuntamento per la rassegna “Fuori in scena 2023” del Teatro dei 3 Mestieri

Manuale di sopravvivenza per Boomer: quando le generazioni si incontrano, non per ridere le une delle altre, ma per ridere le une con le altre.

Appassionante, divertente, educativa: così si presenta la nuova produzione del Teatro dei 3 Mestieri. Manuale di sopravvivenza per Boomer – scritto da Mariapia Rizzo, diretto e interpretato da Stefano Cutrupi e Mariapia Rizzo, con l’aiuto regia di Mariarita Andronaco – è il secondo appuntamento della rassegna estiva del Teatro dei 3 Mestieri “Fuori in scena 2023“.

Lo spettacolo si rivolge a grandi e piccini, genitori e figli, nonni e nipoti, adolescenti, giovani, adulti… parla a ciascuno di noi perché riflette con ironia sul nostro tempo, tempo dell’onlife, sui suoi cambiamenti veloci e inarrestabili e su ciò che, pur nel cambiamento generale, rimane lo stesso.

La storia

Il signor Cutrupi è in crisi, non riesce a comprendere suo figlio e il suo mondo, fatto di slang, social e selfie; si rivolge, allora, un po’ intimorito e impacciato, alla Dottoressa Rizzo, bizzarra responsabile del Centro di Recupero per “Boomer”.

Inizierà, così, un intensivo corso di recupero su alcuni argomenti fondamentali da conoscere per addentrarsi nella realtà del figlio e dei suoi coetanei. Come usare i social: niente “buongiornissimo” su Whatsapp o su Facebook, anzi proprio niente Facebook, il Signor Cutrupi troverà, infatti, suo figlio solo su Tiktok o, al massimo, su Instagram. Il valore delle immagini: la vita non è sociale se non è social, nella nostra società delle immagini niente avviene davvero se non è documentato da un selfie o da una foto. Il linguaggio: un rivoluzionario gioca jouer tenterà di far memorizzare al povero papà Cutrupi la terminologia adeguata per comprendere il figlio, si tratta di conoscere (ma non di utilizzare!) parole come crush, ghostare, bug, pov, cringe, ship, poser e, ovviamente, boomer.

Ma, tra un insegnamento e l’altro, maestra e allievo non riusciranno a frenare qualche ricordo nostalgico di un tempo diverso, tra pagine bianche e macchine fotografiche con rullino, tra telefono fisso con cornetta e stereo con cassetta e la musica iconica de “Il tempo delle mele”.

Ricordi che, in realtà, non sono poi così lontani, ma fuggono nella frenesia di un tempo veloce in cui il nuovo è già diventato antico. Attenti, però, mai dire “ai miei tempi”, né, ancora peggio, “bei tempi”!

Due generazioni a confronto, ma non solo due, anche tutte quelle di mezzo che, tra le battute, possono sentirsi a volte più boomer a volte più gen Z.
Siamo poi così diversi? La risposta probabilmente è sì. Riuscirà il signor Cutrupi a “sboomerizzarsi”? La risposta probabilmente è no.
Ma questi due mondi diversi sono davvero così inconciliabili e incomunicabili? Anche il termine boomer a breve sarà da boomer. Tutto passa, tutto cambia, e la storia si ripete, come dimostrerà il finale. Allora un segreto per capirsi c’è, pur nella differenza e nella distanza, ed è ascoltarsi, ma ascoltarsi veramente, con il cuore.

La diversità è ricchezza

La diversità è ricchezza e Manuale di sopravvivenza per Boomer sa insegnarlo, tra una risata e l’altra, emozionandoci e facendoci riflettere. Se allo scontro sostituiamo l’incontro, si può ridere insieme degli atteggiamenti più stravaganti di ciascuna generazione e imparare da quelli più importanti (per esempio, la difesa per l’ambiente per cui combattono tanti giovani, per cui niente carta, niente menù cartacei ma solo qrcode da scannerizzare, niente astuccio e taccuino ma appunti sulle note del cellulare, e tanto ascolto a Greta Thunberg!).

Vedo i più piccoli uscire da teatro incuriositi da pagine bianche ed enciclopedia, da quelli oggetti che non fanno parte della loro quotidianità; i più grandi, invece, chiedono loro cosa voglia, quindi, dire “bug”, “ship” “ghostare”. E, soprattutto, vedo entrambi uscire da teatro insieme, precisando con soddisfazione oggetti e termini che già conoscevano o che non utilizzavano neanche loro, ascoltandosi davvero e scoprendosi più vicini di quanto potevano immaginare.

Ad anticipare lo spettacolo alle 20.00 l’apericena, come per ogni appuntamento della stagione, e la visione della mostra “Re-Note” di Federica Silvestro. 

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