Edilizia sempre più in crisi. La Uil: «Sbloccare le opere pubbliche e puntare sulle aziende virtuose»

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Edilizia sempre più in crisi. La Uil: «Sbloccare le opere pubbliche e puntare sulle aziende virtuose»

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lunedì 24 Ottobre 2011 - 16:15

Il pessimo quadro dipinto dal segretario della Feneal De Vardo: «Negli ultimi dieci anni settemila iscritti in meno alla cassa edile»

Settemila lavoratori in meno, appalti col lumicino, fondi bloccati. Questi gli aspetti principali di un settore che da sempre ha fatto da traino all’economia messinese e che è stato messo letteralmente in ginocchio dalla crisi. Non è roseo il quadro che Giuseppe De Vardo, segretario provinciale della Feneal Uil, la categoria che si occupa di tutelare i lavoratori dell’edilizia, legno, laterizi e affini, presenta oggi. «Negli ultimi 10 anni – spiega il segretario Feneal – nella nostra provincia abbiamo quasi dimezzato la forza lavoro, passando dai 15 mila iscritti alla cassa edile del 2001 ai circa 8 mila di quest’anno. Si tratta – spiega De Vardo – di una crisi senza precedenti. L’edilizia pubblica è ferma ad opere appaltate prima del 1998 (con la sola eccezione degli approdi di Tremestieri realizzati con somma urgenza dalla struttura commissariale). E anche quelle poche gare che sono state espletate (come il porto di Sant’Agata Militello o le nuove invasature e la piattaforma logistica dell’approdo di Trenestieri) sono bloccate per i ricorsi presentati dalle ditte escluse. Si dibatte, si teorizza, ma manca la fase decisionale. Tutti promettono ma nella realtà non ci sono soldi da spendere in appalti. Persino il risanamento è bloccato, per non parlare della chimera della via del mare e delle opere di bonifica e messa in sicurezza del territorio, fondamentali per la salvaguardia dei cittadini. Non solo. Quelle poche, piccole aziende che riescono a lavorare con gli enti pubblici entrano in crisi per il cronico ritardo nei pagamenti delle commesse. Per ciò che riguarda l’edilizia residenziale, poi, si lavora in nero, senza garanzie e senza sicurezza, con il risultato di una crescente evasione fiscale e contributiva da parte di diverse aziende e con un alto tasso di sfruttamento della manodopera. In una parola con una altissima concorrenza sleale nei confronti delle pochissime aziende virtuose rimaste sul mercato».

«E’ assurdo – aggiunge il segretario della Feneal – ai nostri giorni si riesce con successo a fare la lotta alla mafia ma non si riesce a colpire chi continua ad approfittare dei lavoratori edili, che per il bisogno di lavoro subiscono di tutto. Aumentiamo gli organici dell’ispettorato del lavoro, attuiamo il tavolo prefettizio con l’istituzione della commissione contro il lavoro nero. Sottoscriviamo dei protocolli d’intesa affinché i Comuni non rilascino più certificati di abitabilità se non viene presentato il Durc su ciò che viene costruito. Se il Durc rilasciato, infatti, non comprende la congruità del costruito, non potremmo mai fare emergere l’occupazione in nero, oggi così abbondantemente utilizzata. Questo aiuterebbe le imprese oneste. Non solo – conclude De Vardo – Anche per le imprese edili occorrere una legge che eviti di improvvisarsi imprenditori del settore edile. Occorrono come per le licenze di altri settori, corsi professionali ed un albo di iscrizione obbligatoria con la persona fisica che possa rispondere di eventuali danni economici e penali. Oggi, infatti, esistono imprese che non hanno neanche la sede legale, o che ne cambiano una al giorno, sicure del clima di impunità ormai dilagante».

Un commento

  1. La cosa incredibile è che per decenni il settore economico trainante è stato la cementificazione scellerata. Questo ha causato costruzione di palazzine ovunque, assenza di verde pubblico, traffico stradale ingovernabile. Nelle città gestite da amministratori validi vige il criterio del decentramento, nella mia città la logica di fare cassa. Messina è una delle pochissime città italiane senza una vera area industriale, è una città che non produce, che non crea sviluppo. Una madre che ai suoi nuovi figli non dà sostentamento. La nuova generazione ringrazia quella vecchia per ciò che ci ha lasciato, l’unica soluzione è andar via e tutte quelle case che avete costruito negli anni, in barba a qualunque P.R.G. fatto con criteri di sviluppo, rimarranno sfitte quando voi morirete perchè noi, figli vostri, saremo già andati via da decenni.Messina diverrà una città con case a buon mercato! E pace all’anima vostra!

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