Incendio Ram, le associazioni si uniscono per chiedere più tutela

Incendio Ram, le associazioni si uniscono per chiedere più tutela

Serena Sframeli

Incendio Ram, le associazioni si uniscono per chiedere più tutela

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mercoledì 29 Ottobre 2014 - 07:18

Alla fiaccolata organizzata da Padre Peppe Trifirò e le associazioni ambientaliste, è stato letto un documento firmato da 18 associazioni con diversi punti importanti. Il piano di emergenza e i controlli sul territorio tra le richieste immediate.

Un mese dopo l’incendio all’ormai famoso serbatoio 513 della Raffineria di Milazzo, l’attenzione è ancora alta, la popolazione continua ad interrogarsi sui danni ambientali e alla salute. Lunedì Padre Peppe Trifirò, pioniere della battaglia per la tutela della salute, e le associazioni ambientaliste della zona hanno organizzato una fiaccolata ad Archi per non dimenticare. Al termine del corteo è stata scoperta una lapide marmorea, affissa sulla facciata della Chiesa di Archi e voluta da Padre Peppe Trifirò, in cui si ringrazia la Madonna della Catena “per averci salvati dal disastro ecologico causato dalla raffineria”. È stato poi letto un documento rivolto alle istituzioni firmato da ben 18 associazioni ambientaliste della Valle del Mela. Ma scopriamo nel dettaglio questa documentazione. Le diciotto associazioni che hanno firmato il documento sono: Associazione ABC SIKELIA Onlus, Associazione Consumatori Siciliani, Associazione Italia Nostra sez. di Milazzo, Associazione Il Maestrale, Associazione Luciese Salute e Ambiente, Associazione per la Difesa dell’Ambiente e della Salute dei Cittadini “A.D.A.S.C.”, Associazione TSC, Associazione Passo Badia, Associazione TAT, Associazione TU.DIR.DA.I, Comitato Cittadini Pacesi per la Vita, Comitato Lenzuoli “27 settembre”, Coordinamento Ambientale Milazzo Valle del Mela, Comitato Respiriamo Monforte, Comitato Tutela Ambiente-Archi, ISDE, Legambiente del Tirreno, UCID. Tutte le Associazioni si sono riunite in assemblea plenaria il 13 ottobre 2014, cui è seguito un incontro giorno 18 ottobre con una nutrita rappresentanza dei sindaci e amministratori del comprensorio dell’Area industriale. Dopo attenta discussione, hanno intanto deciso di unire le forze in un coordinamento intercomunale ambientale, deliberato dai Comuni, nel comprensorio perimetrato nel SIN (DM n. 308 del 28/11/2006) e dell’Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale del Comprensorio del Mela (decreto Assessore Regionale al Territorio ed Ambiente del 4 settembre 2002) e dai Comuni limitrofi che vorranno eventualmente aderire. Andiamo ora ai diversi punti: il primo e tra i più importanti è l’immediata definizione del Piano di Emergenza esterno Comprensoriale ai sensi del d.lgs. 334/99 con l’immediato avvio delle previste consultazioni delle popolazioni interessate e la neutralizzazione e rimozione dei serbatoi che insistono nelle vicinanze di abitazioni civili; gli spazi creati da tali demolizioni dovranno essere ceduti ai comuni ed utilizzati per creare aree di rimboscamento e abbattimento acustico, ambientale. Le associazioni chiedono poi comunicazione “in forma comprensibile delle risultanze dei controlli sanitari ed ambientali previsti dalla normativa vigente effettuati immediatamente dopo l’incidente e precisamente quelli di competenza di ARPA, ASP, ISPRA”. Andranno poi pianificate ed eseguite campagne di monitoraggio nelle zone urbane e rurali del comprensorio a breve e a lungo termine, e resi pubblici i verbali di sopralluogo e le delibere redatti dal Comitato Tecnico Regionale Sicilia. Le associazioni puntano poi all’implementazione della rete di monitoraggio delle matrici ambientali gestito esclusivamente da Arpa Sicilia con strumentazione di proprietà pubblica che tenga conto di tutte le variabili, e la realizzazione di uno screening tossicologico con campionamento su vasta scala da effettuare sulla popolazione a rischio. Le associazioni chiamano quindi in causa la Regione Siciliana, sollecitandola per l’approvazione e il finanziamento del Piano di Risanamento del Comprensorio del Mela; chiedono poi al Ministero dell’Ambiente e della Difesa del Territorio e del Mare i fondi per una seria attività di bonifica e di riqualificazione ambientale del Sito di Interesse Nazionale. Le associazioni chiedono poi tutela per la salute dei cittadini e puntano alla realizzazione effettiva del Registro Tumori Integrato per verificare la reale incidenza delle patologie tumorali e, quindi, stabilire il nesso di causalità tra fonti inquinanti e malattie; il potenziamento ed adeguamento delle strutture sanitarie deputate ad affrontare emergenze, patologie croniche degenerative e neoplasie e la predisposizione di programmi periodici di ricerca volti ad accertare il grado di percezione e consapevolezza relativa ai rischi ambientali ed eventuali conseguenze sulla popolazione residente. Per ultimo ma non di minore importanza, le associazioni si concentrano sull’introduzione del concetto di Valutazione di Impatto Sanitario, da affiancarsi alla Valutazione Ambientale Strategica, all’Autorizzazione Integrata Ambientale e alla Valutazione d’Impatto Ambientale. Vengono quindi invitate le amministrazioni comunali a non consentire alla RAM e alle altre industrie impattanti e a rischio di incidente rilevante, di realizzare nuovi impianti ma anzi di richiedere periodiche ispezioni straordinarie (ISPRA/ARPA e CTR) e incontri istituzionali sul territorio con i Governi Regionale e Nazionale, gli Enti e le Istituzioni preposti alla tutela dell’Ambiente, della Salute Pubblica e della Sicurezza, con la partecipazione di una delegazione delle Associazioni e dei Comitati.

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