Messina. 443mila euro dal Pnrr per la chiesa di Santa Maria di Mili

Messina. 443mila euro dal Pnrr per la chiesa di Santa Maria di Mili

Redazione

Messina. 443mila euro dal Pnrr per la chiesa di Santa Maria di Mili

sabato 25 Giugno 2022 - 07:01

Esulta il Coordinamento per i fondi che permetteranno la messa in sicurezza e la tutela di un bene fondamentale della città

MESSINA – Il “Coordinamento salviamo la chiesa di Santa Maria di Mili” esulta per l’assegnazione di risorse del Pnrr con cui verrà restaurata l’importante testimonianza dell’architettura arabo-normanna in Sicilia “e della cultura e spiritualità italogreche dell’isola”. Si parla di 443.573,00 euro che saranno utilizzati per il restauro dell’opera, con grande e “profonda soddisfazione” del coordinamento.

“Ulteriore tassello per la tutela e la valorizzazione”

Il coordinamento spiega: “Dopo che da pochi mesi si sono conclusi i lavori di messa in sicurezza del corpo del monastero addossato alla chiesa sollecitati già da inizio 2020 dal prof. Todesco dell’Università di Messina e dal Coordinamento, lavori che hanno consentito la riapertura della chiesa ai visitatori già in diverse occasioni, il nuovo finanziamento consentirà di mettere ulteriormente in sicurezza e di migliorare la fruizione della chiesa. Si aggiunge dunque un ulteriore tassello al percorso di tutela e di valorizzazione di questo importantissimo bene monumentale che questa estate sarà al centro dell’iniziativa Notti d’estate nelle chiese italogreche, promossa da Pro Loco Messina Sud, Centro Turistico Giovanile di Mili S. Pietro in seno al Coordinamento associativo per la tutela e la valorizzazione della chiesa normanna di Mili e dalla sezione di Messina dell’Associazione S. Nilo, che vede l’apertura serale contemporanea di sette chiese italogreche della Città metropolitana di Messina e che già il 21 giugno ha visto la partecipazione di numerosi visitatori”.

Le strutture del monastero

“Ci auguriamo – conclude – che la strada ormai tracciata per la tutela di questo bene coinvolga anche le strutture del monastero che sono ancora in rovina e che, come abbiamo chiesto già nell’autunno del 2021, la Regione Siciliana possa prendersi carico del problema tramite l’acquisizione ai fini di tutela e di valorizzazione ed il successivo restauro sulla scorta di quanto già fatto per diversi altri siti monumentali siciliani”.

Un commento

  1. Vincenzo Ricciardi 25 Giugno 2022 23:08

    Perché continuate a definirla “arabo-normanna”? È normanna e basta, di arabo non ha nulla.

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