Messina. Gli auguri pasquali dell’Accademia Filarmonica con lo Stabat Mater di Boccherini

Messina. Gli auguri pasquali dell’Accademia Filarmonica con lo Stabat Mater di Boccherini

giovanni francio

Messina. Gli auguri pasquali dell’Accademia Filarmonica con lo Stabat Mater di Boccherini

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martedì 12 Aprile 2022 - 07:00

Sabato scorso si è tenuto, presso il Palacultura, per la stagione musicale dell’Accademia Filarmonica, il tradizionale Concerto Pasquale, con l’esecuzione dello Stabat Mater di Luigi Boccherini da parte del Sestetto Boccherini, composto da Dario Militano e Teresa Lombardo violini, Clelia Laveniae Salvatore Randazzo viole, Jascha Parisi e Sunah Choi, violoncello, con la partecipazione del soprano Francesca Adamo Sollima.

Il Presidente dell’Associazione musicale Marcello Minasi e il direttore artistico Grazia Maria Spuria, prima del concerto, hanno fatto gli auguri pasquali al pubblico del Palacultura, non mancando di ricordare i tristi tempi di guerra che stiamo vivendo.

Il capolavoro di Boccherini nell’ambito della musica sacra è stato preceduto dal Sestetto G457 in Fa minore op.23 n. 4. Si tratta del quarto di un gruppo di sei Sestetti per archi, genere cameristico non molto frequentato – i grandi musicisti preferirono cimentarsi nei Quartetti e, meno, nei Quintetti d’archi – di ampie proporzioni, specie per quanto riguarda il primo movimento, un “Allegro moderato” assai esteso, serio e impegnato, dai toni quasi drammatici, come testimonia anche la tonalità in minore. Dei quattro movimenti di cui è composto il Sestetto, spicca, a parte il primo, il movimento lento “Grave assai” (terzo movimento), breve ma intensissimo.

Ottima la prova dei musicisti di questa eccellente compagine d’archi, una esecuzione pulita, molto sicura ma anche partecipata.

Molti compositori si sono cimentati nel musicare lo Stabat Mater, una preghiera le cui origini risalgono probabilmente al 1200. La narrazione del dolore più grande, la perdita del figlio da parte della madre, nello Stabat Mater diviene il dolore universale per la morte del “Figlio” sacrificato per la salvezza dell’uomo, e Maria assurge a simbolo universale del dolore materno.

Non sorprende pertanto che il sentimento più doloroso e profondo sia stato fonte continua di ispirazione, e sarebbero innumerevoli gli esempi da citare in ogni campo artistico. Un esempio per tutti, il commovente sguardo di Maria dipinto da Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova, mentre nel campo musicale gli esempi più noti sono lo Stabat Mater di Pergolesi, quello di Vivaldi, di Rossini, di Dvorak, e…di Luigi Boccherini.

Lo Stabat di Boccherini si distingue rispetto ai suoi illustri fratelli, tutti dal carattere solenne e doloroso, per una certa grazia che connota in genere tutte le sue composizioni: anche il momento così drammatico della madre che piange il figlio crocifisso, e il dolore, che pure trasuda da ogni nota nel suo Stabat Mater, è sempre addolcito da una sorta di tenerezza, di pudore di fronte a cotanta tragedia, non per niente Della Croce lo definì un genio “timido”.

È sufficiente l’ascolto della sublime musica di Luigi Boccherini, in particolare l’incipit “Stabat mater dolorosa” per far sì che tutto il dolore del mondo ci colpisca e ci commuova, così come avviene dinanzi all’affresco di Giotto.

Bravissima Francesca Adamo Sollima, impeccabile soprano che ha saputo rendere la mestizia e nello stesso tempo la dolcezza del canto di Boccherini, mai sovrastata dagli archi, in una performance ben equilibrata.

Il capolavoro si conclude con una preghiera, ricca di speranza: “Quando corpus morietur, fa cut animae donetur paradisi gloria. Amen” (Quando morirà il mio corpo, fa’ che l’anima abbia in dono la gloria del paradiso. Amen). Con questa frase, e naturalmente con un pensiero ai terribili tempi attuali, e a tutti i morti della insensata guerra in Ucraina, ma anche di altre parti del mondo (Yemen), auguro a tutti una serena Pasqua…..di pace.

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