Messina: caccia al 17esimo uomo. Waiting for Sanremo...

Messina: caccia al 17esimo uomo. Waiting for Sanremo…

Rosaria Brancato

Messina: caccia al 17esimo uomo. Waiting for Sanremo…

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domenica 26 Gennaio 2020 - 08:03

Ecco cosa accadde in Consiglio comunale alla vigilia del voto sul cambio di passo. Il cacciatore di scalpi e il rapimento di Alessandro Russo....

La scure cadde sui consiglieri comunali proprio nella settimana che precede Sanremo, quando le liti in Aula erano tra i nostalgici di “Trottolino amoroso du du da da” e i pop-intellettual del “La scimmia nuda balla….occidentalis Karmaaaa”.

Aspettando Sanremo

Il timore che il sindaco De Luca con la storia del cambio di passo e delle dimissioni l’avrebbe tirata per le lunghe fino alla finale di Sanremo dell’8 febbraio,  imperversando ogni sera con dirette facebook, stava rendendo la vita dei consiglieri un vero e proprio inferno. Fu così che il presidente Cardile convocò una seduta di consiglio comunale urgentissima tra le due e le tre di notte, contando sul fatto che De Luca a quell’ora o era in diretta in pigiama da casa o stava scrivendo una lettera contro Picciolo o Genovese.

Il cacciatore di scalpi

“Figghioli- disse Cardile ai colleghi- Sta storia del cambio di passo ci rovina Sanremo, dobbiamo votare entro lunedì 27 se no il cacciatore di scalpi ci fa stare in Aula fino all’8 febbraio”. I 32 consiglieri si guardarono sgomenti: Claudio Cardile aveva ragione. Da settimane si erano organizzati in gruppi d’ascolto suddivisi per generi musicali. Gli intellettuali di sinistra, interessati per lo più al premio della critica, i consiglieri di centro destra si erano già scaricati brani che circolavano di nascosto, mentre il M5S era contrario a prescindere a Sanremo.

L’appello degli assessori: help!!

Cardile mostrò una petizione firmata dagli assessori di De Luca, terrorizzati anche loro di perdere la finale di Sanremo perchè costretti a stare 4 ore in piedi in silenzio al comizio di De Luca. Più che una petizione era una supplica:  “vi preghiamo, votate entro il 27. Già ci fa perdere la puntata di C’è Posta per te col comizio di sabato 2, non potete farci questo, sappiamo che nonostante tutto avete un cuore”.

De Luca: “Cara Maria De Filippi..”

Persino D’Alia aveva provato ad intercedere presso il sindaco chiedendogli quanto meno di fissare eventuali comizi a mezzogiorno così da lasciare tutti liberi la sera. Quando però De Luca scoprì che sabato 2 febbraio, in concomitanza con il suo comizio ci sarebbe stato C’è posta per te non si scompose. Si mise il pigiama e iniziò a scrivere una lettera: “Cara Maria, è il sindaco dei messinesi che ti scrive……” e buttò giù le consuete 28 pagine di sintesi.

Caccia al 17esimo sì

L’ostacolo più grosso era però un altro: il cacciatore di teste voleva per forza 17 sì. E più di ogni altra cosa il 17esimo doveva essere Alessandro Russo, che con le dirette facebook e i 300 post al giorno stava diventando un temibile avversario social. Gli avevano proposto il sì di Vaccarino ma non ci fu verso: o il sì di Alessandro Russo o in alternativa almeno 20 sì.

Dalla concordia alla rissa

I 32 consiglieri si guardarono smarriti, per mesi e mesi erano riusciti in piena concordia a calibrare i sì ed i no in modo da non fare saltare il banco e tornare alle urne. Gli ultimi eventi avevano stravolto il pallottoliere e neanche il seminario con gli ex consiglieri comunali esperti nell’equilibrio d’Aula era riuscito a far quadrare i conti. C’era chi inveiva contro i consiglieri di Sicilia Futura: “ma dico, proprio ora che c’è Sanremo voi decidete di mandare u beddu pallottoliere al diavolo? Ma dico che vi costava dire un altro sì? Mica ve lo dovete sposare….”.

“Com’era bella Castanea…”

Chi aveva messo sulla graticola i genovesianima dico, Sorbello, tutto questo casino per un quadro. Ti prometto che ti dipingo Marte sul tetto della tua camera da letto basta che voti sì”. Una squadra di consiglieri comunali era pronta ad andare a Castanea per pulire strade e potare alberi e fare felice Pagano in cambio di un sì. Geloso La Fauci sbottava “e San Michele? Vogliamo parlare di San Michele?” . Stava finendo a rissa quando Cardile guardò l’orologio in preda al panico: “Figghioli sono le 5.38, tra poco spunta De Luca, sbrighiamoci”.

Il corvo rosso di Fiumedinisi

E tutti si girarono verso Alessandro Russo che stava mettendo su facebook il post numero 343 del giorno: “Ah no, non guardate me che a questo giro proprio non ci sto, corvo rosso di Fiumedinisi non avrà il mio scalpo”. Quello che Russo non poteva immaginare era che i colleghi decisero di fare una  riunione carbonara per  fare di lui il 17esimo uomo del sì.

Alessandro Russo come Rocky

Nel frattempo Russo, insieme ad un personal verbal trainer si allenava a dire NO. Si faceva citofonare da Salvini “Buonasera, lei è uno spacciatore?”, “NO”, dai testimoni di Geova “Lei sa che la fine del mondo è vicina?” “NO”, da venditori di aspirapolvere, enciclopedie, prodotti Avon, ma lui eroicamente resisteva. Il personal verbal trainer provò  a coglierlo in fallo spacciandosi per addetto dell’Amam contando sul suo proverbiale rispetto delle regole “buongiorno, è in regola con le bollette dell’acqua?”, Russo stava per dire s…..poi capì e disse  “parli con mio padre”. Insomma era diventato più bravo di Rocky Balboa prima della sfida. A nulla erano valsi cioccolatini, fiori, inviti a cena, soggiorni gratuiti in Beauty Farm recapitatigli da “anonimi estimatori”. Persino la serenata sotto il balcone fu inutile.

Arrivò l’alba del 27….

I colleghi nelle ultime ore tentarono il tutto per tutto per strappare il suo sì. Fu escogitato il gioco del “come si chiamano gli abitanti del….?”. Ognuno doveva chiederlo ad un altro consigliere e si stavano accordando sulle risposte,“Spagnoli”, “inglesi” etc etc. Solo ad Alessandro Russo avrebbero chiesto il nome degli abitanti della Cina ed al suo “cinesi”, avrebbero preteso i nomi. Perdendo al gioco avrebbe dovuto votare sì. Il guaio è che i consiglieri non riuscirono a portare a termine il piano diabolico. I 5stelle fecero una pregiudiziale perché prima di giocare dovevano consultare gli elettori sulla piattaforma Rousseau. Il gruppo della Lega voleva escludere dal gioco i Paesi extracomunitari al grido di “ #prima gliitagliani”. Il Pd alzò le barricate a difesa degli abitanti del Corno d’africa e quasi venne alle mani con Scavello. Il caos scoppiò a proposito degli abitanti della Grecia.  Tra greci, grechi, greciani, grecisti finì in caciara. E si fece l’alba del 27.

Il rapimento di Russo

Fu così che alle 3.45 del 27 gennaio 2020 Alessandro Russo fu rapito e tenuto in un camerino del Palacultura insieme a Gianni Celeste. Ma lui, da eroe, resistette a tutto. Minacciarono di tagliargli il ciuffo. E lui, a onor del vero, vacillò. Lo accusarono di essere comunista e stava per capitolare. Cardile giocò l’ultima carta: gli hackerarono facebook impedendogli l’accesso. Lui chiese asilo politico alla pagina facebook della Fondazione Mantovani ma era chiaro che stava per alzare bandiera bianca.

A quel punto da lontano si udirono voci cantare: “Felicità, è cambiare un passone con un bottone, la felicità” e……..

Ps. Cosa accadde ve lo raccontiamo la prossima puntata, dopo C’è Posta per te.

2 commenti

  1. Che tristezza questo articolo.

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  2. bonanno giuseppe 26 Gennaio 2020 10:34

    DIRETTORE meglio di cosi non poteva descrivere sta massa di inutili Buddaci che riscaldano , le “sedie” del Consiglio Comunale, una vergogna…….i vecchi Amministratori dei “miei Tempi” si stanno rivoltando nella tomba…..e dir poco.

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