Ancora da completare, invece, il progetto per Casa Bianca
Sono stati consegnati il mese scorso ma inizieranno solo la prossima settimana i lavori di ripristino di otto barriere frangiflutti realizzate nei primi anni ’80 a difesa del litorale tirrenico del Comune di Messina, da Acqualadrone a Ortoliuzzo.
Se ne occuperà l’impresa Amec di Santa Venerina (Catania) per un importo di 1 milione 680mila euro, un ribasso del 27,30 % su una base d’asta di 2 milioni 311mila euro più iva.
Previsti sei interventi: 1) a Orto Liuzzo; 2) tra i torrenti Tarantonio e Marmora; 3) a Rodia; 4 e 5) da San Saba a capo Rasocolmo; 6) ad Acqualadrone.
Le strutture artificiali, in quasi 40 anni, sono state completamente distrutte. Dovranno tornare ad assolvere all’originaria funzione di schermo protettivo della spiaggia e, di conseguenza, porre al riparo dai marosi strutture pubbliche e private ma anche i centri abitati che si affacciano su quegli specchi d’acqua. E’ anche previsto il recupero di centinaia di massi scalzati dai marosi e che saranno riposizionati insieme ai nuovi blocchi. Tutti i litorali in questione accusano un accentuato arretramento della linea di costa. Ultimato il lavoro sulle barriere, sarà dunque necessario operare un adeguato ripascimento.
Per quanto concerne Casa Bianca, a seguito dell’accorpamento dei due finanziamenti disponibili, si sta procedendo per la definizione della progettazione al fine di inviarla al commissario per le successive azioni di competenza.
Soldi buttati come sempre, quando si tenta di ripascere i litorali gettando cemento e senza fare studi su modello basati su tratti di costa compresa tra due capi.
Il problema nasce dal fatto che non arriva più apporto solido da sud bloccato dal porto di Tremestieri che ha già causato un forte arretramento della costa nello stretto di Messina. La stessa sabbia non valica la porta nord dello stretto e non può essere riposata sulle spiagge tirreniche dai marosi causati dai venti da nord.