Il Rapporto Diocesano 2024-25 denuncia: occupazione ferma al 52,6% e un record nazionale di spesa pro capite nel gioco online
Il Rapporto Diocesano 2024-25 su Povertà ed Esclusione Sociale, presentato oggi a Messina, traccia un quadro preoccupante della situazione socio-economica. I dati Istat confermano la presenza di problemi strutturali con un basso tasso di occupazione (52,6% tra i 20 e i 64 anni) e un’alta incidenza del lavoro povero. Oltre il 40% dei contribuenti dichiara un reddito inferiore ai 15 mila euro.
Gli inattivi superano gli occupati (59 mila contro 54 mila), un dato su cui pesa fortemente l’inattività femminile (51,3% contro il 27,2% degli uomini), spesso dovuta alla carenza di servizi di assistenza all’infanzia e agli anziani. Il fenomeno dei Neet (giovani che non studiano né lavorano) tocca in media il 28% della popolazione giovanile.
Le disparità territoriali e la casa
Le criticità non sono distribuite in modo uniforme: la III Circoscrizione risulta la più colpita da disoccupazione e povertà, mentre la IV Circoscrizione registra i valori migliori. La povertà abitativa è diffusa: circa un terzo delle famiglie non è proprietario dell’abitazione in cui vive, con picchi che superano il 41% nella III Circoscrizione.
Il fallimento delle nuove politiche di contrasto
Il Report critica aspramente il nuovo Assegno di Inclusione (ADI) che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza. Il numero di beneficiari è crollato da 17.298 a 6.652 non per una diminuzione dei poveri, ma per l’eccessiva selettività della misura.
L’ADI, infatti, lascia fuori i nuclei familiari composti da adulti “non fragili” (tra i 18 e i 59 anni) che, pur essendo disoccupati o lavoratori precari, si ritrovano senza alcuna rete di protezione. Il testo definisce l’ADI come una politica “iperselettiva, fortemente categoriale e residuale” che finisce per stigmatizzare e colpevolizzare il povero, ignorando le cause strutturali della povertà. I programmi SFL (Supporto Formazione Lavoro) vengono definiti solo una “soluzione tampone” e di scarsa utilità pratica.
Il primato nel gioco d’azzardo
Un dato allarmante riguarda il gioco d’azzardo online: Messina è stata la prima provincia d’Italia nel 2023 per spesa pro capite (€ 3.500), scendendo al terzo posto nel 2024 (€ 3.250), ma restando ben al di sopra della media nazionale (€ 2.150). In alcuni comuni come Patti, la spesa pro capite supera i 6.450 euro.
Il fenomeno è diffuso anche tra i giovani: un’indagine nelle scuole superiori ha rilevato che il 68,5% degli studenti ha giocato d’azzardo almeno una volta, e quasi un quarto (23,3%) gioca più volte a settimana, manifestando segnali di allarme come mentire sulle perdite o giocare più del previsto.
Minori e persone senza dimora
Il Rapporto analizza anche la situazione dei minori stranieri non accompagnati (Msna), con 805 arrivi registrati nel 2023 e un numero costante nel 2024-25. L’alto tasso di allontanamenti volontari dalle strutture (534 nel triennio) sollecita una riflessione sulla necessità di costruire percorsi realmente personalizzati.
Per quanto riguarda le persone senza dimora, il numero si attesta intorno al centinaio, una cifra contenuta rispetto ai servizi di accoglienza disponibili, ma che evidenzia la presenza di situazioni molto cronicizzate e complesse.
L’appello per un cambio di rotta
Infine un appello all’Amministrazione Comunale, sottolineando che la situazione socio-economica, aggravata dallo spopolamento (Messina ha perso 24 mila abitanti in dieci anni), impone una revisione strutturale delle politiche. “È necessario mettere in campo un sistema integrato di politiche pubbliche e territoriali, fondato sul coordinamento interistituzionale, sulla costruzione di reti di comunità e su un approccio personalizzato che rimetta al centro la persona”.

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