Il ruolo delle donne nell'organizzazione dei grossisti dello spaccio di Giostra, smantellata col blitz anti droga con 112 arresti
MESSINA- I grossisti della droga di Giostra, i Castorina e Abate, sostituivano velocemente i corrieri, quando occorreva, grazie anche alla manovalanza delle donne, che erano utili a sviare i controlli delle forze dell’ordine, secondo il gruppo smantellato dalla operazione anti droga con 112 arresti dello scorso 25 giugno. Gli arresti hanno però dimostrato che così non è.
I grossisti della droga di Giostra
“Abbiamo riscontrato la grande capacità di questa organizzazione di gestire le consegne, proprio come le grosse compagnie commerciali. Avevano estrema facilità nel sostituire i corrieri, in caso di bisogno, e il ruolo delle donne era attivo nel gruppo”, spiega la procuratrice vicaria Rosa Raffa che ha coordinato gli accertamenti affidati ai pm Roberto Conte e Antonella Fradà.
Gli sms romantici per ingannare i controlli
E’ accusata di aver partecipato alle consegne di cocaina a Piraino, per esempio, Giada Sabatini, andata ai domiciliari, compagna di Giuseppe Gangemi, principale corriere dell’organizzazione. Gangemi, scoprono le cimici dei Carabinieri, carica la cocaina e intanto organizza la consegna, impartendo istruzioni alla compagna su come inviare gli sms per non destare sospetti: “Quando scrivi, sei pronto per andare….aggiungi dopo amore mio”, la redarguisce nella sostanza Gangemi. La presenza della donna sull’auto, pensano gli spacciatori, aiuta le consegne perché farebbe pensare alle forze dell’ordine intente nei controlli che non ci sia nulla di strano. Vengono così spesso utilizzate come “veline” per forzare i posti di blocco, quando il quartiere viene presidiato da massicci controlli.
Le donne corriere e la droga nella ruota
Sono spesso le stesse donne, poi, a trasportare autonomamente lo stupefacente. Una delle consegne intercettate dai carabinieri, per esempio, era gestita da tre delle compagne dei sodali del gruppo. La droga per l’occasione era nascosta nello pneumatico di una ruota. Ma i carabinieri le fermano e trovano il carico. Agli spacciatori sorge il sospetto che una delle donne si sia “fatta sgamare”, magari guardando nervosa proprio verso il nascondiglio dello stupefacente.
Il ruolo di zia Graziella
Non solo “veline” per schermare i controlli. Nell’organizzazione le donne avevano anche ruoli molto più operativi. Come Grazia Minutoli (62 anni), moglie di Giuseppe Mazzeo, accusata di essersi occupata della riscossione dei debiti presso i clienti e di aver organizzato il mantenimento del marito in carcere, garantito dai Castorino e da Abbate. La donna era stata intercettata, nel corso dell’inchiesta “Broken” costata il carcere al marito, a partecipare alle pianificazioni delle consegne di droga a Tortorici, ma non erano stati raggiunti abbastanza indizi contro di lei, in passato. Con l’operazione “dei 112”, invece, il quadro cambia e “zia Graziella” è ora in carcere.
