Messina, ordinanza anti elemosina. La Cgil: "Un attacco ai poveri"

Messina, ordinanza anti elemosina. La Cgil: “Un attacco ai poveri”

Redazione

Messina, ordinanza anti elemosina. La Cgil: “Un attacco ai poveri”

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giovedì 25 Luglio 2019 - 15:36

Il sindacato contesta l'ordinanza comunale

MESSINA – “È un attacco ai poveri e non alla povertà, si ripete anche a Messina quella modalità che in qualche città del Nord si era già presentata: l’installazione delle panchine con i braccioli per non far distendere coloro che abitualmente vivono in condizioni di difficoltà e spesso senza residenza, o la sistemazione all’interno dei portici di ferri dissuasori che non consentano il riparo per i più bisognosi. Qui a Messina la modalità attuata è stata quella di un attacco diretto a chi senza dimora o con difficoltà di sussistenza, sosta ai semafori o chiede sulle scale di una chiesa o di qualche luogo pubblico, una solidarietà per un sostegno economico finalizzato alla sopravvivenza”. Lodichiarano il segretario generale della Cgil Messina Giovanni Mastroeni e la segretaria provinciale Marcella Magistro.

La Cgil “nell’osservare questa modalità aggressiva nei confronti di chi necessità, in realtà, di un sostegno, non può che dissociarsi ritenendo che dietro questa ordinanza si cela un comportamento che appare nazionalista e populista. La comunità ha il dovere di accogliere i bisogni di chi, in un certo qual modo, chiede aiuto per vivere, e che il Comune, insieme alla città, può e deve porre quelle condizioni di assistenza, organizzazione e soluzione per affrontare la povertà e i suoi bisogni”.

L’infliggere multe a chi, tra l’altro senza reddito, cerca ai semafori un’offerta libera per un sostegno economico, in cambio di un servizio svolto, oppure un’elemosina perché senza possibilità oggettive o forze fisiche o psichiche per trovare un’alternativa di sostegno (residenza e lavoro), “è un attacco al povero, piuttosto che alla povertà, e motivando l’ordinanza con giustificazioni di “decoro”, indicando una mappatura del centro della città dove si vieta e sottintendendo che in periferia può essere concesso, è un modo per aggiungere una discriminazione per le persone e per la città: quartieri e cittadini di serie A e di serie B, una mortificazione e umiliazione per chi chiede sostegno per la sopravvivenza e un’ipocrisia pericolosa e coerente con il governo, dove le indicazioni sono quelle di colpire l’accoglienza, la comunità e i diritti”.

“Piuttosto che aggredire i poveri, la Cgil crede che si debba affrontare la povertà: solo un sostegno e giuste regole per un buon vivere comune possono garantire alla città la sicurezza e nello stesso tempo a chi ha più bisogno di sostegno sia residenti in città o di passaggio (per vicende private o condivise tragiche e/o di migrazione), percorsi di aiuto e inserimento nel contesto sociale. L’integrazione non è un’enunciazione, è un processo di valori applicati. E in un mondo arido e spietato come quello che il governo attuale vuole costruire, a cui probabilmente il sindaco con questa ordinanza si ispira, la Cgil Messina, coerentemente con il lavoro che svolge quotidianamente di lotta per i diritti, esprime solidarietà a chi lotta per la sopravvivenza, e pensa che Messina, città di accoglienza e, da sempre, di passaggio non può accettare confini di “decoro estetico”, tentativo di nascondere ai più le problematiche sociali, ma deve, come una comunità sempre dovrebbe, unirsi per azioni comuni contro la povertà piuttosto che contro i poveri”.

Un commento

  1. esautorati ormai dalle funzioni di Sindacato, fuggitii gli iscritti, non occupandosi quanto meno dei nostri giovani alla ricerca del primo impiego, questi paladini dei bisognosi, permeati di un catto-comunismo più che demodè, direi fallito alla luce dei cambiamenti sociali odierni, cercano solo nuovi terreni di coltura nelle praterie di chi avendo bisogno, accetta qualsiasi mano tesa, anche da chi ha un braccio corto ed uno lungo..
    ormai: vanno rimasti soli…

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